BANCHI AZZURRI

Berlusconi manda a scuola FI,
Cirio studia da capoclasse

Il Cav. scopre la formazione a distanza e annuncia una campagna di reclutamento quadri. Il governatore del Piemonte portato come "modello" da seguire. Una due giorni per tentare di rivitalizzare un partito moribondo che rischia l'irrilevanza alle Comunali

Il Cav s’innamora dell’Università e nel partito sono molti che, preoccupati, si chiedono cosa stia studiando, stavolta, Silvio Berlusconi. Spunteranno le Frattocchie azzurre o qualcosa di più, addirittura un nuovo partito? Di certo c’è che la lettera riservata scritta dal leader ai suoi parlamentari chiedendo un loro impegno per l’ateneo telematico Universitas Libertatis lanciata ai primi di marzo a Villa Gernetto sta provocando reazioni all’interno di Forza Italia.

Questo accade a un paio di mesi da un appuntamento elettorale, le comunali del prossimi 12 giugno, che potrebbe risultare (quasi) fatale per un partito stretto nella morsa della competizione tra Lega e Fratelli d’Italia e fortemente ridimensionato da transumanze verso le due forze alleate o altri lidi, con cambi di casacca che paiono tutt’altro che finiti.

“Oggi l'uomo del fare può diventare l'uomo del sapere per essere lo statista del domani”, scrive il Cav ai suoi parlamentari, spiegando che ritiene “importante, direi necessario che ogni componente di Forza Italia si faccia partecipe dell'Universitas Libertatis promuovendola su tutti i social” fino a “renderla la più importante novità di questa stagione politica”. 

Tra fibrillazioni e tentativi di interpretazione di cos’abbia in mente il Cav, emergono anche letture in trasparenza, come quella che fa notare l’assenza proprio del tema dell’università nel convegno in programma venerdi e sabato della prossima settimana all’Hotel Parco dei Principi a Roma sul tema, omnicomprensivo, dell’Italia del futuro che dedica, invece una sessione al tavolo degli enti locali con presidenti di Regione e sindaci azzurri. Naturalmente Alberto Cirio ha già prenotato il volo, dopo aver superato senza dover neppure allacciare le cinture i sussulti nella sua maggioranza per le schermaglie tra Lega e FdI sulle nomine in Consiglio regionale. In grado di non far uscire una goccia di caffè dalla tazzina neppure con un vuota d’aria da togliere il fiato, il presidente mette a frutto questa sua qualità anche e soprattutto agli occhi del Cav, svicolando quando le tensioni interne di fanno pesanti.

A Roma si vedranno pure i parlamentari piemontesi, soprattutto quello che non vogliono morire salviniani, ma neppur continuare a vivacchiare con un orizzonte gravato di nubi e offuscato da fitta nebbia. Chiedere, per dire, a Claudia Porchietto e Carlo Giacometto, esponenti di punta dell’ala governista del partito che ha in Renato Brunetta e in Mariastella Gelmini i principali referenti. E proprio la ministra agli Affari regionali sarà a Torino lunedì prossimo per una serie di iniziative politiche, tra cui un incontro sulla legge per la montagna con Regione e Uncem.

Un anno fa lo si sarebbe potuto chiedere anche a Osvaldo Napoli, ma il deputato di lunghissimo corso decise di cambiare aderendo a Cambiamo di Giovanni Toti, per cambiare ancora pochi giorni fa con l’adesione ad Azione di Carlo Calenda, ritrovando lì il vecchio compagno di partito Enrico Costa e portando con sé la collega e metà della coppia politica giavenese Daniela Ruffino, il cui futuro parlamentare potrebbe proseguire nel 2023 nel caso in cui il partito dell’ex ministro arrivasse con il 5% a eleggere in Piemonte due deputati.

Tra abbandoni, come quella del senatore Lucio Malan passato l’estate scorsa nelle fila di Giorgia Meloni, e scoramenti, il partito del Cav in Piemonte non trova certo un tonico corroborante nel coordinatore regionale Paolo Zangrillo, inciampato meno di un anno fa nel pasticcio alessandrino culminato in una diaspora in direzione di FdI che oggi, con la città del segretario regionale della Lega Riccardo Molinari chiamata al voto il prossimo 12 giugno, potrebbe far sentire i suoi strascichi.

Inciampi da cui, invece, proprio Cirio mostra in ripetute occasioni di restare indenne. Questa sua qualità, insieme a doti di mediatore e pompiere e all’ormai collaudata tecnica dell’opossum (sia pure di razza langhetta, con sempre aperto un occhietto, come ama celiare) fanno del governatore, con cinque anni di europarlamento alle spalle, una figura su cui il Cav pare ragioni guardando al futuro del partito. Parlando della sua università, Berlusconi la definisce “un’iniziativa unica" perché “lancia un’idea politica nuova, quella del politico professionista”. Quasi pare il ritratto del governatore del Piemonte. Da mettere sulla carta importante che il Cav potrebbe, chissà, decidere di giocare.

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