POLTRONE & SOFÀ

Lo Russo apre le porte a Galateri ma spegne le speranze su Iren

Il presidente uscente di Generali non si rassegna ai giardinetti e ha messo gli occhi sulla multiutility pubblica. Nei giorni scorsi aveva già visto il sindaco di Genova Bucci. "Incontro cordiale" è tutto ciò che filtra, però difficilmente riuscirà a spuntarla

L’incontro è la notizia, indipendentemente dal contenuto del colloquio di cui, come sempre in questi casi, poco o nulla trapela. Dopo aver bussato nei giorni scorsi al portone di Palazzo Tursi, nel pomeriggio di lunedì scorso Gabriele Galateri ha salito lo scalone d’onore del municipio per parlare con l’inquilino del piano nobile, Stefano Lo Russo. Ma il fatto che l’appuntamento con il sindaco di Torino segua a ruota quello con il primo cittadino di Genova, Marco Bucci, è più di un indizio. Le due città, infatti, sono tra i principali soci di Iren, società pubblica alla vigilia di un importante rinnovo dei suoi vertici, e non è un mistero che proprio sulla multiutility il presidente uscente di Generali abbia messo da tempo gli occhi. Insomma, è l’ennesima conferma delle manovre l’ex numero uno di Telecom e Mediobanca, in procinto di congedarsi dal vertice del Leone di Trieste.

Mezz’ora per conoscersi, parlare ad ampio raggio della cogente attualità, dall’Ucraina alle questioni economiche. Galateri di Genola non è tipo da chiede esplicitamente una poltrona; “è uno che sa stare al mondo” avrebbe rivelato Lo Russo dopo il faccia a faccia, favorevolmente sorpreso dall’aplomb tipicamente sabaudo del suo interlocutore. Mica come uno dei tanti questuanti che da mesi lo tampinano, chi per un posticino in uno dei tanti consigli d’amministrazione o nei collegi dei revisori. La classe non è acqua, insomma, e uno navigato come Galateri sa come ci si deve comportare: una vita spesa a corte non inutilmente, almeno nell’etichetta. Non è un caso se negli ambienti della finanza Galateri viene considerato “un genio”, per il solo fatto che “senza essere una cima ha sempre saputo occupare posti di rilievo, premurandosi di non disturbare chi comanda e di preservare il proprio incarico. Poi quanto capisce che è arrivato il momento di congedarsi, con eleganza leva il disturbo non prima di aver contattato una pingue liquidazione”. Cammina sul velluto da quando nel 1977 entrò in Fiat sotto l’ala di Cesare Romiti, poi alla guida dell’Ifil, la finanziaria della famiglia Agnelli, antenata di Exor, infine nel 2002 amministratore delegato di una Fiat sull’orlo del tracollo finanziario, ormai nelle mani delle banche creditrici. È stato presidente di Generali senza avere per sé alcuna delega, con il solo compito (o quasi) di convocare il consiglio di amministrazione.

Profilo basso (quell’understatement che rifugge la volgarità ma coltiva le ambizioni) e relazioni che s’intersecano nei piani più alti dei palazzi della politica e della finanza italiana, Galateri, 75 anni, ha ancora solidissime relazioni nella sua Torino. A partire dalla consorte, la faraona Evelina Christillin, la favorita dell’Avvocato, una tipa tosta al punto da essere riuscita a convincere gli azionisti del Museo Egizio a ritoccare lo statuto per consentirle un altro giro al vertice della Fondazione. Da Piero Fassino a Francesco Profumo non mancano certo gli sponsor a Galateri. Ma l’incontro nell’ufficio del sindaco non rappresenta (ancora) un elemento sufficiente per considerarlo favorito alla corsa per il vertice di Iren. C’è addirittura chi pensa abbia già spostato le sue mire avendo inteso che da Palazzo di Città resta ferma l’intenzione di avviare una stagione di rinnovamento che, giocoforza, dovrà passare pure dalle nomine nelle società partecipate. Ed è proprio su questo che si concentrerà Lo Russo di qui alla fine del mese. Passata l’approvazione di bilancio e archiviata la relativa visita di Mario Draghi a suggellare il Patto per Torino, individuato il nuovo sovrintendente del Teatro Regio ora si aprono le danze sulle nomine. Iren, Smat (servizio idrico), Gtt (trasporto pubblico), Amiat (raccolta rifiuti), Cimiteri, Infra.To (che sta progettando la Metro 2): un mese, forse poco più, per dare una guida ad alcuni dei principali asset dell’impresa Torino.

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