RETROSCENA

Dal Comune alla Fondazione Crc,
le mosse (azzardate) di Borgna

Favorendo la candidatura della piddina Manassero, il sindaco uscente ha "tradito" gli impegni e una parte dei suoi iniziali sostenitori pur di garantirsi l'ambita poltrona nella cassaforte della Granda. Ma i patti siglati oggi saranno rispettati tra due anni?

Due anni in politica sono un’era geologica. Soprattutto se l’avvio del percorso che dovrebbe portarlo dalla guida del Comune di Cuneo alla poltrona di presidende della Fondazione Crc ha già lasciato musi lunghi e provocato rancori. Insomma, per Federico Borgna i piani sono tutt’altro che scontati.

I due centri di potere cittadino, come noto, sono strettamente legati, ma l’aria che si respira dopo l’accordo siglato tra Pd e formazioni civiche della coalizione di centrosinistra sulla designazione di Patrizia Manassero quale candidata alla successione di Borgna non appare proprio quel che si dice un vento in poppa per quest’ultimo verso l’approdo alla guida della cassaforte del territorio. Lo schema, chiaro da tempo nella strategia del sindaco, non è affatto detto che regga il non breve periodo in cui il regista-protagonista dovrà rimanere alla finestra, senza un ruolo.

I segnali di quel che potrebbe accadere li si sono potuti cogliere proprio nelle ultime fasi della trattativa culminata con l’investitura dell’ex senatrice dem, ma è probabile si facciano ancora più chiari nei prossimi mesi. Una trattativa in cui il ruolo di Borgna è stato centrale e fondamentale, così come per la scelta della candidata alla sua successione, presa in combutta con l’ex sindaco e assessore regionale Alberto Valmaggia e, soprattutto, con il presidente della Fondazione Crt Giovanni Quaglia, titolari in proprio di due liste civiche (“Cuneo Solidale e Democratica” e “Crescere Insieme”). Decisione che non ha mancato di provocare reazioni tutt’altro che entusiastiche specie tra le fila (e dietro) della lista Al Centro per Cuneo in cui sono confluiti candidati della calendiana Azione che ha nell’ex ministro e attuale deputato Enrico Costa la figura di spicco in Piemonte.

In città non manca chi definisce la svolta a favore di Manassero, sua attuale vice ma in passato decisa avversaria, un vero e proprio “tradimento”: degli impegni solennemente assunti nel passato (“A succedermi non sarà un esponente del Pd”) e dei sostenitori della prima ora (la galassia delle liste civiche che su di lui hanno scommesso correndo contro il Pd). Tutt’altro che un dettaglio, quello che nel dietro le quinte dell’alleanza fa dire che i piani del sindaco uscente non sono affatto da considerarsi scritti sulla pietra. Un voltafaccia che potrebbe pesare quando si arriverà al dunque per il rinnovo del vertice della fondazione, non considerando affatto compensata la svolta verso il Pd con la promessa del ruolo di vicesindaco Luca Serale, a lungo considerato il più quotato erede di Borgna.

Ma sulla breve strada che dal Comune porta alla Fondazione ci sono molti più ostacoli del previsto. E persino gli ultimi atti che hanno sancito la sostituzione, per motivi di salute, di Giandomenico Genta con il vice non deve trarre (troppo) in inganno. La nomina di un monregalese, il venditore all’ingrosso di bebevande Ezio Raviola, con il non segreto obiettivo di esaurire nella fine del mandato in corso la turnazione tra Cuneo, Mondovì e Alba che regola la designazione del vertice, non è affatto, come crede Borgna, una cosa scontata. Non foss’altro perché il capoluogo della Granda che tra la presidenza Ezio Falco e poi quella Genta durate nel complesso nove anni, si troverebbe nuovamente al timone.

Una prospettiva che, ovviamente, non piace a Mondovì e molti soci del territorio. Quanto ad Alba si vocifera di un accordo tra Borgna e il governatore Alberto Cirio, con un sostanziale via libera all’attuale sindaco, magari poi ponendo sul tavolo la designazione del direttore generale della Fondazione (il nome il governatore ce l’ha in casa). “Ma lo sa Borgna che gli accordi di Cirio faticano a reggere la settimana? Figuriamoci due anni”, punzecchia uno dei più importanti notabili della città, invitato permanente ai tavoli che contano quando si tratta di elezioni e nomine.

Lo schema a favore dell’approdo di Borgna alla cassaforte del territorio è chiaro. Meno il clima che potrebbe segnare la prossima partita, dopo quella della scelta del candidato sindaco. Sarà davvero uno strada in discesa e priva di ostacoli quella verso la fondazione per il quasi ex primo cittadino? Due anni sono lunghi, ancor di più nel calendario della politica dove tutto può cambiare nel giro di pochi giorni. Se poi di mezzo di sono anche le elezioni regionali e politiche, terranno tutti i patti che oggi sembrano scritti sulla pietra, ma potrebbero risultare esserlo sulla sabbia?