ECONOMIA DOMESTICA

Torino cara (ma non troppo)

Prezzi in aumento in tutti i comparti (+5,6% rispetto al marzo 2021). I prodotti energetici schizzano verso l'alto: +47,5%. Ma è nelle isole che l'inflazione picchia duro: prima è Catania. In Piemonte nel complesso i rincari sono nella media nazionale

Un aumento di tutti i prezzi dei prodotti, in particolare di quelli energetici, che rispetto all’anno precedente crescono del +47,5 per cento. Sono questi i dati dei prezzi al consumo di Torino. A marzo, a seguito della rilevazione dei prezzi effettuata dal Servizio statistica della Città, l’indice complessivo dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) è risultato pari al 109,3 (Base Anno 2015=100) segnando un incremento dell’1% rispetto al mese precedente e del 5,6% rispetto al marzo dello scorso anno. I prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto segnalano un aumento del 2% sul mese precedente e del 6,6% su marzo 2021. La crescita a riguardato soprattutto i beni energetici, che in un mese sono cresciuti del 5,5% e in un anno del 47,5%. A seguire quelli alimentari (+5% annuale e 1,5%).

Torino tuttavia non è la città in cui il tasso d’inflazione si è rivelato più alto. Secondo i dati Istat la prima è Catania (8,1%). Seguono Bolzano (7,8%) e Messina (7,7%), mentre le variazioni tendenziali più contenute si registrano, oltreché a Torino (5,6%) anche a Reggio Emilia (5,3%). In generale la crescita dei prezzi accelera in tutte le ripartizioni geografiche ed è al di sopra del dato nazionale nelle Isole (da +6,8% di febbraio a +7,5%), nel Sud (da +6% a +6,7%) e nel Nord-Est (da +5,9% a +6,7%). Sono al di sotto della media nel Centro (da +5,6% a +6,1%) e nel Nord-Ovest (da +5,3% a +6%).

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