SPORT & POLITICA

Pinerolo, le (finte) dimissioni di Salvai

Traballa anche l'ultimo baluardo del M5s in Piemonte. Il sindaco minaccia l'addio dopo le polemiche sul palavolley che non c'è. E intanto spunta un'azienda pronta a finanziare la realizzazione di una nuova struttura di cui il primo cittadino non ha dato notizia

Un terremoto politico sotto rete o forse solo una tempesta in un bicchiere d’acqua. Sono in pochi a credere nelle dimissioni, annunciate su facebook, del sindaco di Pinerolo Luca Salvai dopo l’ennesimo psicodramma sul volley, croce e delizia di una città che è appena entrata nell’élite italiana della pallavolo ma che non è stata in grado di fornire alla sua squadra un palazzetto dove poter giocare le partite casalinghe. Ieri, in commissione, il sindaco aveva gelato tutti dicendo che “non ci sono le condizioni” perché il team disputi il campionato di serie A2 “figuriamoci di A1”. I conseguenti malumori, non solo tra i banchi dell’opposizione, sono stati il preludio del suo post al fiele tra accuse e minacce.

Traballa l’ultimo baluardo del Movimento 5 stelle in Piemonte, dopo la caduta di Torino, Venaria e San Mauro. Chissà che ormai non siano diventate una moda le dimissioni nell’hinterland subalpino, dopo quelle dei sindaci di Piossasco (poi ritirate) e Pianezza, dove non sono ancora scaduti i canonici venti giorni per ripensarci. Che si tratti solo di un ballon d’essai?

Il problema nasce dal fatto che il palazzetto in viale Grande Torino, storica casa dell'Unionvolley Pinerolo, non ha ottenuto dalla Lega l’omologazione perché in un punto il soffitto è di qualche centimetro più basso del minimo consentito. Dopo aver giocato un anno in deroga nella serie cadetta, all’inizio di questa stagione il club è stato escluso dal campionato; salvo essere riammesso dopo aver deciso di trasferirsi a Villafranca Piemonte. Così, mentre a palazzo civico l’amministrazione nicchiava, le ragazze del Pinerolo, tra una schiacciata e un muro, hanno ottenuto la promozione in A1. Che fare?

Quel che ha sorpreso di più alleati, oppositori e osservatori è stato il modo con cui il sindaco ha gestito la questione. Prima delegando tre consiglieri di indicare delle soluzioni al problema e poi ignorando il loro lavoro. I tre – Giorgio Pittau del M5s per la maggioranza, Matteo Giorgis (Pd) e Giuseppe Manganiello (FdI) per l’opposizione – non l’hanno presa affatto bene.

Tre le loro proposte: la riqualificazione del palavolley esistente, la realizzazione di un palazzetto ex novo, magari sfruttando fondi straordinari provenienti dall'Europa o dal Governo, oppure adeguare l’attuale palazzetto olimpico del ghiaccio così da poterci disputare le partite di pallavolo. A quanto pare senza fornir loro una spiegazione, ieri il sindaco ha comunicato che anche il prossimo anno il Pinerolo non avrebbe giocato nella sua città. Una notizia a suo giudizio acquisita, anzi già comunicata al club nei mesi scorsi, ma che ha provocato una forte scossa tellurica in Consiglio comunale.

Quel che Salvai non ha detto a nessuno è il contenuto di una lettera che sarebbe arrivata nei giorni scorsi in Comune e che potrebbe cambiare radicalmente lo scenario fin qui descritto. Il mittente è un'azienda di Torino che si è proposta di finanziare la realizzazione della nuova struttura. Esiste questa lettera di cui ormai c'è chi parla apertamente? Se sì, perché il sindaco non l’ha resa pubblica? Ha dato questa comunicazione alla sua maggioranza con la quale oggi si è riunito?

Non è dato saperlo, almeno per il momento. E mentre le forze che sostengono il primo cittadino, appena rieletto, si stanno confrontando sul da farsi, pronte a confermargli la loro fiducia, anche dalla giunta è arrivato un comunicato di sostegno a Salvai. Insomma, neanche il tempo di darle che le dimissioni stanno già per essere ritirate.

Intanto per la prossima stagione il Pinerolo, con ogni probabilità, giocherà di nuovo a Villafranca Piemonte dove c'è un sindaco, Agostino Bottano, che ha già pronto un piano per triplicare la capienza del suo palazzetto, da 500 a 1.527 posti, così da poter ospitare la squadra anche dopo il salto di categoria.

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