REGIONE PIEMONTE

Affidi, scontro "in famiglia": Lega e FdI litigano anche su Allontanamento zero

La deputata Montaruli attacca l'assessore regionale Caucino: "Nessun passo indietro sul provvedimento". La replica stizzita del Carroccio. Dal caso Bibbiano a Torino: quando la retorica si scontra con la realtà

Sull’allontanamento zero, una delle bandiere del centrodestra piemontese, va in scena l’ennesimo scontro tra Lega e Fratelli d’Italia. La nuova legge, presentata dall’assessore leghista alla Famiglia Chiara Caucino, è pronta per approdare in aula, ma a quanto pare gli emendamenti che l’accompagnano rischiano di annacquare il provvedimento al punto che dalla deputata meloniana Augusta Montaruli è arrivata oggi la stoccata: “Nessun passo indietro per accontentare il sistema degli affidi di minori” è l’intimazione. “Rivolgo un appello alla Lega a ripensarci, con le famiglie dei bambini allontanati ci ha messo la faccia tutto il centrodestra” afferma Montaruli, che questa mattina ha incontrato le famiglie che protestavano per chiedere chiarezza sul provvedimento davanti al Consiglio regionale del Piemonte.

È la legge che, sulla scia dello scandalo di Bibbiano, avrebbe dovuto rendere più complesso l’allontanamento dei figli dai genitori. È un dibattito che dura dall’inizio di questa legislatura regionale ed è spesso sfociato anche nella più bieca retorica e polemica politica. Ora però siamo alla fase finale dell’iter di approvazione ed è stata la stessa Caucino ad accompagnare il disegno di legge con 15 emendamenti. “Se approvati verrebbe meno il divieto di allontanare i minori per ragioni di indigenza economica dei genitori e verrebbe meno anche la temporaneità dell’affido, già prescritta dalla legge nazionale, perché il rientro in famiglia d’origine non sarebbe più obbligatorio in assoluto ma solo ove possibile” prosegue Montaruli. Le modifiche previste da Caucino, secondo FdI, inoltre, eluderebbero l’obbligo di rientro in famiglia del minore inserito in comunità, sacrificabile in caso di disagio o difficoltà tali da non consentire il positivo percorso di reinserimento; e pure l’obbligo di coinvolgere i parenti fino al quarto grado, prima di ricorrere ad estranei affidatari.  Non solo, “verrebbe meno la soglia minima del sostegno economico alle famiglie, non più vincolata alle rette delle comunità perché ritenuta eccessiva, e l’obbligo di incontri periodici per la famiglia di origine con i propri bambini allontanati, sacrificabili nel cosiddetto superiore interesse del minore”. Comparirebbe invece l’obbligo di segnalare alla procura situazioni di pregiudizio connesso alle condotte genitoriali per i conseguenti provvedimenti, posto dall’emendamento in capo ai servizi sociali, che entrerebbero anche a far parte del nuovo Osservatorio sugli allontanamenti, insieme agli enti locali e al terzo settore: “Insomma i controllati farebbero anche i controllori” ha spiegato Montaruli.

“L’ultimo emendamento – ha concluso Montaruli – cambierebbe anche il nome della legge, tanto per togliere ogni residuo dubbio. Il passo indietro sul ddl Allontanamento zero arriva proprio mentre i Carabinieri di Torino segnalano preoccupanti analogie alle note vicende giudiziarie relative ad affidi di cui si è occupata la Procura della Repubblica di Reggio Emilia (l’ormai celebre caso Bibbiano ndr), allargando l’indagine per truffa e abuso d’ufficio sui servizi sociali di Torino a proposito di un affido di minore ad una coppia lesbica”.

Accuse a cui ovviamente la Lega replica negando ogni passo indietro, ma senza entrare nel merito degli emendamenti proposti dall’assessore Caucino. Il capogruppo Alberto Preioni e l’assessore ricordano di essere il partito che per primo è andato, già dall’inizio della legislatura, contro il “sistema allontanamenti”, procurandosi l’aperta ostilità di numerose realtà. Del resto, “se le cose fossero come erroneamente presentate, il disegno di legge verrebbe approvato di fatto con l’accordo delle opposizioni di sinistra che, al contrario, hanno già annunciato in più sedi che daranno battaglia fino all’ultimo per ostacolarne l’approvazione in quanto ritenuto, testualmente, pericoloso”. E visto che gli emendamenti in questione sono stati condivisi anche con gli altri capigruppo di maggioranza, con questa levata di scudi Montaruli “di fatto sconfessa il suo rappresentante in Consiglio. Non si vede come questo ennesimo attacco ai vincoli di maggioranza possa fare il bene del piemontesi, innanzitutto dei minori”.

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