ALTA TENSIONE

"Associazione sovversiva", Askatasuna nel mirino dei pm

Il noto centro sociale di Torino al centro di una vasta inchiesta della Procura e della Digos. Dalle infiltrazioni nel movimento No Tav, ai migranti: tutte le ramificazioni di uno dei simboli dell'antagonismo

Il centro sociale Askatasuna è al centro di una vasta inchiesta della procura di Torino e della Digos per associazione sovversiva. Nel fascicolo, secondo quanto si apprende, compaiono a vario titolo i nomi di quasi un centinaio di indagati e anche reati (non meglio specificati) di terrorismo attribuiti a singole persone. Il caso verrà discusso la prossima settimana davanti al Tribunale del riesame di Torino: una prima richiesta di misure cautelari è stata infatti respinta da un gip e la procura ha presentato ricorso.

ll procedimento si innesta su migliaia di intercettazioni eseguite a partire dalla fine del 2019, dalle quali gli inquirenti ricavano, fra l’altro, che gli attivisti parlavano di egemonizzare il movimento No Tav, di infiltrarsi tra gli ambientalisti di Fridays for Future, di prestare aiuto ai migranti a condizione che aderissero alle loro ideologie. In ambienti della difesa replicano però che si trattava soltanto di conversazioni estemporanee a cui non bisogna dare peso.

Proprio questa mattina la Digos ha eseguito undici misure cautelari, nei confronti di militanti del centro sociale e di altri collettivi, per l’assalto all’Unione Industriali del capoluogo piemontese dello scorso 18 febbraio in occasione di una manifestazione studentesca contro l’alternanza scuola-lavoro. Quella mattina una ventina di manifestanti ha aggredito, anche con bastoni, un contingente delle forze dell’ordine dislocato a protezione dell’ingresso della sede dell’organizzazione datoriale di via Fanti. Tre arresti in carcere, quattro ai domiciliari e altrettanti gli obblighi di firma. Lesioni aggravate, resistenza e violenza le accuse contestate.

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Proprio in queste ore, dai sindacati di polizia e dai banchi del centrodestra in Sala Rossa arrivano sempre più pressanti richieste di chiudere il centro sociale.