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"Siamo in debito coi nostri giovani"

All'inaugurazione del Salone del Libro, Cirio parla delle nuove generazioni come le più penalizzate nella lotta al Covid. "Dobbiamo sostenere economicamente e culturalmente questi ragazzi"

“Abbiamo un debito con i nostri ragazzi”. Nel giorno in cui s’inaugura il Salone del Libro, il presidente del Piemonte Alberto Cirio ripercorre le tappe per  tornare a vivere una kermesse come questa in presenza restituendo, soprattutto a quella generazione che più è stata penalizzata dalla pandemia, un po’ di quel “credito” contratto con le istituzioni pubbliche. “Io sono qua per chiedere scusa per aver dovuto chiudere la scuola in questa regione per tanti mesi – ha detto Cirio –. Firmare un’ordinanza regionale per chiudere le scuole è un gesto molto doloroso, per un governatore, ma soprattutto per un papà. È un po’ una sconfitta”.

Il momento peggiore, però, sembra essere alle spalle. Ieri in Piemonte sono state raggiunte le 10 milioni di dosi inoculate e la campagna per la quarta dose a over ottanta ed estremamente fragili prosegue in modo più capillare che altrove. “La nostra carta costituzionale ci impone di tutelare innanzitutto la vita e questo è ciò che abbiamo fatto” prosegue Cirio ricordando il ruolo del Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Poi però torna sui giovani: “Siamo stati costretti a questo sacrificio per i nostri ragazzi. Ma non dobbiamo dimenticarlo: oggi noi abbiamo un debito o meglio loro hanno un credito nei nostri confronti. E credo che il Salone, per come lo abbiamo strutturato quest’anno possa essere un buon modo per iniziare a ripagare questo credito. Ma dovranno esserci anche altri interventi per sostenere economicamente e culturalmente i nostri ragazzi che hanno bisogno di cultura”.

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