NEMICI CARISSIMI

Lo Russo su Damilano: "Coerente"

Il sindaco plaude al suo ex avversario dopo l'uscita dal centrodestra. I due in fondo non sono mai stati troppo distanti come ha dimostrato anche una campagna elettorale all'insegna del fair play. "Pronto a lavorare con lui per il bene di Torino"

“Una scelta coerente con la sua storia”. Dopo il fuoco di fila dei suoi ormai ex compagni di viaggio, Paolo Damilano ottiene la benedizione di Stefano Lo Russo. L’imprenditore, candidato a sindaco di Torino con il sostegno di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, ieri ha annunciato l'addio al centrodestra e alle sue “derive populiste improvvisate”. Una scelta spiegata con le ultime intemerate di Matteo Salvini e le posizioni ultraconservatrici di Giorgia Meloni, mentre Silvio Berlusconi sarebbe ormai, nello scenario tratteggiato dall’imprenditore, un leader in declino che ha perso da tempo la golden share della coalizione.  

Argomenti in parte ripresi da Lo Russo che parla di “fortissima contraddizione” tra “un centro democratico e liberale”, rappresentato appunto da Damilano, e la “deriva sovranista di Salvini e Meloni”. Insomma, benvenuto a bordo? Prematuro e forse anche fuorviante. Il fondatore di Torino Bellissima scruta l’orizzonte e pensa già ai prossimi appuntamenti elettorali (più alle regionali che alle politiche, dove ha già capito che per lui non ci sono chance di candidatura). Resta alla finestra, insomma, con l’intenzione di occupare quello spazio al centro che giocoforza lasceranno libero le due coalizioni.

“Da parte nostra c’è la piena disponibilità a ragionare sui problemi della città e ad accogliere suggerimenti e critiche per cercare di fare al meglio possibile il bene di Torino” aggiunge Lo Russo. D’altronde era stato proprio lui, nel discorso d’insediamento in Sala Rossa, a tendere la mano al suo avversario e a tutta quell’area civica di centrodestra che non voleva morire sovranista. Avance che il diretto interessato aveva respinto – “nessuna cambiale in bianco al centrosinistra” – rimanendo, da separato in casa, sotto lo stesso tetto di quei partiti “pigri”, come lui stesso li aveva definiti, che non avevano fatto abbastanza per mandarlo al piano nobile di Palazzo civico. “Siamo convinti che il contributo che può arrivare anche dalle minoranze, se costruttivo, può aiutare a sbagliare meno e a fare bene per Torino” prosegue Lo Russo.

I due già in campagna elettorale avevano evitato colpi bassi, in una competizione all’insegna di un fair play a volte fin troppo ostentato. Damilano, in fondo, prima di essere contagiato dal virus della politica aveva ottenuto incarichi dalle amministrazioni di centrosinistra e aveva anche elogiato pubblicamente Piero Fassino. Lo Russo e Damilano non si perderanno troppo di vista, ma sbaglia chi pensa a un salto della quaglia dell’ex candidato di centrodestra: “Né con la destra ma neanche con la sinistra. Resto al centro, mi verranno a cercare” continua a ripetere e a ripetersi l’imprenditore.