SANITÀ DEL FUTURO

Stabilizzati mille infermieri e oss

Siglato l'accordo con i sindacati. Per i circa 500 senza requisiti prorogati i contratti fino a dicembre con 8 milioni della Regione. Cirio: "Per troppi anni in Piemonte non si è investito nel personale sanitario". Un'intesa che inverte la rotta

“La politica, dall’emergenza Covid, ha imparato la lezione: non si possono garantire i servizi sanitari ai cittadini senza il personale necessario”. Alberto Cirio saluta così, con una critica e una autocritica dell’intera classe dirigente, la firma dell’accordo che consentirà di stabilizzare, ovvero assumere con contratto a tempo indeterminato, nel sistema sanitario piemontese 1.137 tra infermieri e operatori sociosanitari ingaggiati con rapporti di lavoro a termine per affrontare l’emergenza pandemia. Un’operazione resa possibile dall’applicazione del decreto Calabria che consente alle regioni di aumentare il tetto di spesa delle assunzioni del 10 per cento.

“Per troppi anni in Piemonte non si è investito nel personale sanitario”, ricorda il presidente della Regione, rimarcando come queste scelte siano pesanti nodi venuti al pettine dall’inizio del 2020 quando gli ospedali e non di meno la medicina del territorio sono stati messi alla durissima prova del Covid. Sono proprio queste premesse e l’inversione di rotta che passa anche attraverso le assunzioni dei precari a far dire in corso da tutte le sigle sindacali del comparto che “l’accordo firmato oggi è molto importante e pone il Piemonte avanti rispetto alla altre regioni, proprio per la consapevolezza dell’importanza del personale e dell’aumento degli organici per garantire una salute migliore ai cittadini”.

Qui il testo dell'accordo

Un passo rilevante del documento che ha sancito (almeno in questo caso) una riconosciuta “fattiva collaborazione e unità di intenti” tra Regione e sindacati, è dato anche dal fatto che la stabilizzazione degli oltre mille dipendenti delle varie Asl e Aso non pregiudica e non influisce minimamente sul turn over che, superato l’anacronistico e penalizzante blocco, procederà su una corsia parallela.

“Dobbiamo aumentare il personale, questo è evidente. Basta guardare in che condizioni sono gli ospedali, con i Pronto Soccorso in moltissimi casi affidati ai medici delle cooperative, con medici e infermieri costretti a saltare ferie e riposi”, osserva l’assessore Luigi Icardi, rispondendo indirettamente anche ad alcune recenti esternazioni che hanno suscitato le durissime reazioni dei professionisti della sanità.

Impedita dalla legge nazionale la stabilizzazione del personale amministrativo, per quanto riguarda infermieri e oss, oltre i 1.137 che saranno assunti stabilmente nel biennio 2022-2023 rispettivamente 656 entro l’anno in corso e i restanti il prossimo, c’è una parte del personale che non rientra nei parametri fissati dalla norma. Per questi che sono oltre 500, “abbiamo deciso di prorogarli tutti in servizio fino a fine anno, finanziando questo intervento con soldi della Regione, circa 8 milioni”, spiega Cirio. Anche in questo caso la scelta ha più ragioni: oltre a garantire il posto di lavoro a chi ha operato in condizioni a dir poco difficili durante la pandemia, nell’attesa di trovare anche in questo caso una soluzione definitiva, si guarda anche con la necessaria preoccupazione al prossimo autunno quando una non escludibile recrudescenza del virus potrebbe richiedere una macchina della sanità adeguatamente attrezzata. 

Un accordo che complessivamente vale 66 milioni e che proprio sulla questione finanziaria ha dovuto essere ponderato nella trattativa tra Regione e sindacati (con l’inedito epilogo della conferenza congiunta, tra reciproci apprezzamenti). “Governo una Regione che paga 450 milioni di euro all’anno per debiti che abbiamo ereditato dal passato. Io – dice Cirio – debiti nuovi non ne faccio. I soldi si spendono quando li si ha, ma i soldi si possono e si devono anche trovare, basta darsi della priorità. E nell’equilibrio di bilancio della sanità piemontese la priorità è il personale. Non possiamo fare aspettare i cittadini mesi per un esame perché non ci sono medici e infermieri. Non possiamo dare l’assistenza domiciliare se non ci sono gli operatori. Con questo accordo per la prima volta si inverte la rotta. Il Covid ci ha insegnato che sulla sanità non si taglia”.

Toni trionfalistici ingiustificati secondo l'opposizione: “Oggi Cirio annuncia nuovamente che entro la fine del 2023 stabilizzerà 1137 persone negli ospedali: peccato che queste non bastino a coprire il mancato turnover degli anni della pandemia – attacca il vicepresidente di Palazzo Lascaris Daniele Valle del Pd –. Come sostituisce i 1214 andati in pensione nel 2020/2021? Non lo dice e ancora non conosciamo i dati del mancato turnover 2022. Insomma, ancora una volta Cirio e Icardi sul personale fanno il gioco delle tre carte”.

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