ECONOMIA DOMESTICA

La produzione industriale rallenta, ma il tessile ci mette una toppa

Esce dal tunnel anche il comparto dell'abbigliamento, che nel primo trimestre dell'anno fa segnare una crescita del 12,4%, più che doppia rispetto a quella generale del Piemonte (+5,2%). Crescita inferiore alle attese e molti elementi di incertezza sull'economia regionale

È stato l’ultimo settore a uscire dalla crisi e ora è quello che traina l’economia. S’è fatta attendere ma è arrivata la ripresa del comparto tessile e dell’abbigliamento che in Piemonte è legato particolarmente alle imprese della provincia di Biella, dov’è sorta e fino a qualche anno fa proliferava una vera e propria filiera. In un Piemonte che nel primo trimestre dell’anno cresce del 5,2%, in linea con il primo trimestre 2021 (+5%), il tessile vola con un incremento della produzione del 12,4%, ma  va detto che questo risultato dipende anche dal confronto con l'analogo trimestre 2021 in cui le industrie del tessile e dell'abbigliamento registravano ancora un calo produttivo (-4,6%).

In generale, “le performance del Piemonte sono positive, ma in rallentamento – dice il presidente di Unioncamere Piemonte Gian Paolo Coscia –. Tutte le province e tutti i settori produttivi mettono a segno risultati positivi. Sono però molte le incertezze sul tavolo: la guerra in Ucraina, il deprezzamento dell’euro sul dollaro, l’aumento del costo delle materie prime e l’inflazione. Le prospettive sono caratterizzate da elevati rischi al ribasso quali una flessione del commercio internazionale e l’aumento dei tassi di interesse. Anche le aspettative di famiglie e imprese potrebbero subire un peggioramento. In questo quadro, guardiamo con fiducia al Pnrr e al sistema bancario”

Il fatturato totale registra una crescita dell’11,3% e la componente estera ha mostrato un aumento ancora più sostenuto (+15,9%). Il buon andamento dell’attività produttiva delle imprese piemontesi è confermato anche dal grado di utilizzo degli impianti (71,5%) che si attesta sui livelli pre-pandemia, riconquistati già a fine 2021. Nonostante l’incertezza e le difficoltà che i conflitti internazionali stanno determinando nell’economia, il clima di fiducia delle imprese manifatturiere rimane positivo per il secondo trimestre 2022, ma – avverte Unioncamere – i dati sono da leggere con cautela.

Tutti i principali settori della manifattura sono in crescita. Al secondo posto per intensità di incremento della produzione, dopo il tessile, troviamo imezzi di trasporto (+9,9%), trainati dalla performance dell’aerospazio (+25,6%). Positive anche le variazioni tendenziali del comparto auto (+8,4%) e dalla componentistica autoveicolare (+7%). Variazione superiore alla media anche per l'industria del legno e del mobile (+9,1%) e quella dell’elettricità ed elettronica (+6,1%). Le aziende della chimica/plastica crescono del 4,5%, la meccanica segue con un +3,9%. Un incremento meno intenso interessa le industrie dei metalli (+3,1%) e dell’alimentare (+3%).

Biella registra la crescita più elevata (+8%), risultato imputabile alla ripresa della produzione delle industrie del tessile e abbigliamento. Nel Verbano Cusio Ossola il rilancio produttivo si attesta al +7,1%, grazie alla filiera tessile e alla metalmeccanica. Quest’ultimo settore sostiene anche l’aumento della produzione di Novara (+6,6%). Torino, grazie alla dinamica positiva evidenziata dai mezzi di trasporto, segna un +5,2% rispetto all’analogo periodo del 2021. Alessandria chiude il I trimestre 2022 con una variazione tendenziale positiva del 4,6%, sostenuta dal comparto chimico e da quello alimentare. Anche Asti, grazie alle bevande e alla metalmeccanica, manifesta un risultato positivo (+3,8%), seguita a breve distanza da Cuneo (+3,7%). L’aumento meno intenso nel periodo in esame appartiene a Vercelli (+3,5%).

Tutti i dati della congiuntura industriale del Piemonte

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