La produzione industriale rallenta, ma il tessile ci mette una toppa
14:09 Giovedì 09 Giugno 2022Esce dal tunnel anche il comparto dell'abbigliamento, che nel primo trimestre dell'anno fa segnare una crescita del 12,4%, più che doppia rispetto a quella generale del Piemonte (+5,2%). Crescita inferiore alle attese e molti elementi di incertezza sull'economia regionale
È stato l’ultimo settore a uscire dalla crisi e ora è quello che traina l’economia. S’è fatta attendere ma è arrivata la ripresa del comparto tessile e dell’abbigliamento che in Piemonte è legato particolarmente alle imprese della provincia di Biella, dov’è sorta e fino a qualche anno fa proliferava una vera e propria filiera. In un Piemonte che nel primo trimestre dell’anno cresce del 5,2%, in linea con il primo trimestre 2021 (+5%), il tessile vola con un incremento della produzione del 12,4%, ma va detto che questo risultato dipende anche dal confronto con l'analogo trimestre 2021 in cui le industrie del tessile e dell'abbigliamento registravano ancora un calo produttivo (-4,6%).
In generale, “le performance del Piemonte sono positive, ma in rallentamento – dice il presidente di Unioncamere Piemonte Gian Paolo Coscia –. Tutte le province e tutti i settori produttivi mettono a segno risultati positivi. Sono però molte le incertezze sul tavolo: la guerra in Ucraina, il deprezzamento dell’euro sul dollaro, l’aumento del costo delle materie prime e l’inflazione. Le prospettive sono caratterizzate da elevati rischi al ribasso quali una flessione del commercio internazionale e l’aumento dei tassi di interesse. Anche le aspettative di famiglie e imprese potrebbero subire un peggioramento. In questo quadro, guardiamo con fiducia al Pnrr e al sistema bancario”
Il fatturato totale registra una crescita dell’11,3% e la componente estera ha mostrato un aumento ancora più sostenuto (+15,9%). Il buon andamento dell’attività produttiva delle imprese piemontesi è confermato anche dal grado di utilizzo degli impianti (71,5%) che si attesta sui livelli pre-pandemia, riconquistati già a fine 2021. Nonostante l’incertezza e le difficoltà che i conflitti internazionali stanno determinando nell’economia, il clima di fiducia delle imprese manifatturiere rimane positivo per il secondo trimestre 2022, ma – avverte Unioncamere – i dati sono da leggere con cautela.
Tutti i principali settori della manifattura sono in crescita. Al secondo posto per intensità di incremento della produzione, dopo il tessile, troviamo imezzi di trasporto (+9,9%), trainati dalla performance dell’aerospazio (+25,6%). Positive anche le variazioni tendenziali del comparto auto (+8,4%) e dalla componentistica autoveicolare (+7%). Variazione superiore alla media anche per l'industria del legno e del mobile (+9,1%) e quella dell’elettricità ed elettronica (+6,1%). Le aziende della chimica/plastica crescono del 4,5%, la meccanica segue con un +3,9%. Un incremento meno intenso interessa le industrie dei metalli (+3,1%) e dell’alimentare (+3%).
Biella registra la crescita più elevata (+8%), risultato imputabile alla ripresa della produzione delle industrie del tessile e abbigliamento. Nel Verbano Cusio Ossola il rilancio produttivo si attesta al +7,1%, grazie alla filiera tessile e alla metalmeccanica. Quest’ultimo settore sostiene anche l’aumento della produzione di Novara (+6,6%). Torino, grazie alla dinamica positiva evidenziata dai mezzi di trasporto, segna un +5,2% rispetto all’analogo periodo del 2021. Alessandria chiude il I trimestre 2022 con una variazione tendenziale positiva del 4,6%, sostenuta dal comparto chimico e da quello alimentare. Anche Asti, grazie alle bevande e alla metalmeccanica, manifesta un risultato positivo (+3,8%), seguita a breve distanza da Cuneo (+3,7%). L’aumento meno intenso nel periodo in esame appartiene a Vercelli (+3,5%).