GLORIE NOSTRANE

Vietti in cerca di tanta Compagnia, al party pure il procuratore Saluzzo

Vipperia nostrana alla festa d'estate organizzata dal vecchio notabile Dc nella sua magione di montagna. Il sodale dell'inesistente loggia Ungheria, un generale della finanza, il capo della burocrazia regionale Frascisco e l'ex Richelieu di Appendino. Più qualche morto di fama

Michele sì che è un intenditore. Come il suo omonimo della vecchia pubblicità sapeva fiutare ad occhi chiusi il puro malto, Michele Vietti modello di perfetto e duraturo connubio tra politico e bon vivant, sa fiutare i poteri più forti e mescolarli con cura traendone il blend per il suo raffinato quanto insaziabile palato. E dunque, stasera o meglio ieri sera tutti a casa di Michele. Oddio casa, la magione avvolta nel verde e circondata dalle montagne ad Ala di Stura merita ampiamente di chiamarsi villa, Villa Chazalettes, nome storico che rimanda ai profumi del vermouth più antico.

Cin cin, come stai? Carissima chissà che caldo a Forte dei Marmi. Generale la trovo in splendida forma. E pure lei dottore non scherza, senatriceee, caro presidente… Fossimo Roma ci sguazzerebbe. Ma qui siamo nel regno dell’understatement, del si fa ma si dice a pochi. E selezionati. La lista degli ospiti dell’ex parlamentare Ccd, poi Udc e infilando una sigla dietro l’altra passato anche sulla prestigiosa e potente poltrona di vicepresidente del Csm, infine oggi assiso al vertice di Finpiemonte, la lista dicevamo era lunga il giusto, senza mai scendere troppo nella piramide del potere, declinato nelle sue infinite forme.

Mentre il fidato cuoco di Ceres, una sorta di Persechini per l’Arcore viettiana dove a fare gli onori di casa insieme al titolare di un leggendario e infinito guardaroba c’era naturalmente la consorte notaio Caterina Bima,   vicepresidente della Fondazione Crt, condava l’ultimo tocco agli antipasti piemontesi, pronto a gustarli c’era già il presidente di Confindustria Piemonte Marco Gay, il numero uno di via XX Settembre Giovanni Quaglia che si sarebbe poi accomiatato, con tempismo perfetto, lasciando il ruolo di uomo della finanza a Francesco Profumo suo omologo alla Compagnia di San Paolo.

Attovagliato nella vipperia riunita chez Vietti anche il procuratore generale della Repubblica Francesco Saluzzo, accomunato all’anfitrione nella carte della presunta Loggia Ungheria dalle rivelazioni dell’avvocato Piero Amara. Una bolla di sapone, “la Loggia Ungheria non esiste”, dirà pochi giorni fa la Procura della Repubblica di Perugia chiedendo l’archiviazione. Vabbè, capita. Esiste un filo, il colore non importa essendo spesso mutevole, che unisce gli ospiti e che Vietti annoda al meglio delle sue infinite cravatte. Ed è tutto dire.

Varca il cancello di Villa Chazalettes anche il generale della Guardia di Finanza Fabio Contini, in passato al comando della Fiamme Gialle in Piemonte, oggi al vertice delle forze speciali del corpo. E guardava in alto, ricordando il passaggio in quelle ore sopra le loro teste della stazione orbitale che porta nello spazio anche un po’ di tecnologia piemontese, il rettore del  Politecnico Guido Saracco. Parterre per agnolotti e risotto nella frescura alpina: Tiziana Rizzante, ceo di Reply, l’ex presidente della Camera di Commercio di Torino Vincenzo Ilotte, il segretario generale dell’ente di via Carlo Alberto Guido Bolatto, il predecessore di Profumo in Compagnia Luca Remmert.

Tra gli ospiti della serata “per festeggiare l’estate”, come da invito, pure l’ex consigliera della Compagnia, la docente di diritto spesso con la luna storta Anna Maria Poggi, per anni storica avversaria di Profumo, ma ieri sera prodiga di abbracci e tanti tanti baci all’ex nemico. Arrivata apposta dalla sua casa di vacanza a Forte dei Marmi (in verità della famiglia del marito, Stefano Cacchi Pessani, pupillo dell’avvocato d’affari Sergio Erede) la vicesindaca di Torino Michela Favaro, notata a dissertare con l’ex Sovrintendente ai Beni Culturali Vera Pagella.

Un trionfo di dolci e di sana ipocrisia e convenevoli con Vietti ineguagliabile nel ruolo che sa tagliarsi come gli innumerevoli abiti di sartoria. Si parla del più e del meno, si accenna più al primo che al secondo. Che si saranno detti, per esempio, il numero uno dei mandarini della Regione Paolo Frascisco e l’ex Richelieu di Chiara AppendinoPaolo Giordana seduti l’uno accanto all’altro? Arrivata in villa pure la senatrice botox di Forza Italia Maria Rizzotti e l’autista di tante campagne elettorali, Gianluca Gavazza oggi consigliere regionale della Lega. E, a proposito di Lega, con qualche sorpresa il Carroccio sale verso Ala di Stura per portare chez Michele anche il presidente del consiglio regionale Stefano Allasia. Non poteva mancare, ovviamente, Mariateresa Buttigliengo, la manager che Vietti ha arruolato da Soris e che ora attende lumi sul suo futuro in Galleria San Federico. Ha portato i cachet per mal di testa e dosi di Autan la farmacista Edi Balagna titolare della Collegiata Santa Maria di via San Francesco d’Assisi, accompagnata dal marito Giulio Fornero, antico consigliori di Sergio Chiamparino in tema di sanità.

Nessuno, davanti ai maccheroni alla carbonara di melanzane, ha fatto scarpetta e non solo per galateo. Dei molti direttori generali delle Asl piemontesi invitati da Vietti è arrivato solo quello della To4, Stefano Scarpetta. Fa una capatina per i saluti anche il parroco del paese. Di santi in paradiso Vietti, politicamente ecumenico come pochi, nella sua lunga carriera ne ha conosciuti e avuti parecchi. La festa dell’estate per lui, stretto nel ruolo di presidente di Finpiemonte e con lo sguardo ancor più in alto verso le casseforti (del denaro e del potere) piemontesi, è solo un passaggio verso l’ennesima primavera. Con tanti amici.

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