GRANDI OPERE

Cirio ha finalmente un piano: uno per ogni assessore

Assegnati gli spazi della nuova sede unica della Regione Piemonte. Il governatore sarà in cima al grattacielo. Tra meno di due mesi l'inaugurazione ma resta sul tavolo il problema delle bonifiche: "Chi le ha pagate e chi le deve pagare?" chiede il radicale Manfredi

Un piano per ogni assessore. A meno di due mesi dall’inaugurazione della nuova sede della Regione Piemonte, Alberto Cirio ha assegnato già tutti i quaranta piani del grattacielo. Le chiavi, salvo contrattempi, gli saranno consegnate il 14 ottobre; da quel momento inizierà il trasloco di tutti gli assessorati e delle direzioni, a partire da quelli che oggi occupano stabili in affitto, così da iniziare a tagliare un po’ di spese. Nella delibera approvata lo scorso 22 luglio viene dettagliata la distribuzione degli uffici: il governatore sarà all’ultimo piano, il quarantesimo, appena sopra il suo vice, Fabio Carosso, che si sistemerà al 39°. Lì ci sarà la testa della macchina politica e amministrativa della Regione. Poi tutti gli altri componenti della giunta e relative direzioni saranno sotto, a comporre il corpo.

L’assessore al Bilancio Andrea Tronzano è sistemato al 36° piano, la collega all’Infanzia Chiara Caucino al 34° piano. Tra un assessorato e l’altro sono state inserite le varie direzioni, con gli uffici competenti. La parte politica si integra con quella amministrativa in un’unica sede, mentre passeranno di mano o saranno dismessi buona parte degli edifici utilizzati fino a questo momento. Al 29° piano troverà posto l’assessore allo Sport e alle Partecipate Fabrizio Ricca, colui che fino all’ultimo ha provato a convincere Cirio di non lasciare piazza Castello, ma senza successo. Al 24° c’è l’assessore alla Sanità Luigi Icardi, al 23° l’assessora a Istruzione e Lavoro Elena Chiorino, un piano sotto il compagno di partito Maurizio Marrone (Politiche sociali e Semplificazione); al 20° l’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa. Che non sia di cattivo auspicio la sistemazione del titolare dei Trasporti Marco Gabusi al 17° piano, poco sopra il collega all’Ambiente Matteo Marnati (12°) e infine all’assessora a Cultura e Turismo Vittoria Poggio (9°).

Sono più di duemila i dipendenti che dovranno essere trasferiti. Un’operazione non banale dal punti di vista logistico. Verrà fatta per gradi, assicurano da piazza Castello. Insomma, a 18 anni dall’acquisizione di quei terreni da parte dell’allora governatore Enzo Ghigo, dopo ben 9 varianti in corso d’opera, 84 ditte subappaltatrici coinvolte, e costi che si sono gonfiati di anno in anno (il progetto iniziale prevedeva una spesa di 218 milioni, al momento siamo già oltre i 300), finalmente il trasferimento dovrebbe essere imminente.

Restano però ancora delle questioni sul tavolo. A partire dalla richiesta inoltrata settimane fa dai Radicali e alla quale l’assessore al Legale Caucino e il collega Tronzano non hanno mai risposto. Quando il 15 luglio 2004 la Regione acquisì quelle aree da Fiat Avio «nel contratto di compravendita è scritto fra l’altro che “la parte venditrice, in coerenza con l’attuale destinazione industriale dell’immobile oggetto della compravendita si obbliga a eseguire, secondo la migliore tecnologia disponibile, a propria cura e spese (…) le opere di bonifica”» dice Giulio Manfredi, dipendente regionale e volto storico dell’associazione radicale Adelaide Aglietta che segue i lavori del grattacielo sin da quando Roberto Cota pose la prima pietra nel 2011, spulcia i relativi documenti e chiede chiarimenti che non vengono mai forniti. «Per esempio vorrei sapere a quanto ammonta la spesa per la bonifica di quei terreni e se è stata effettivamente pagata dai venditori, cioè dall’ex Fiat Avio, oppure se è stata a carico dei cittadini piemontesi». Un problema che riguarda il grattacielo ma anche il futuro Parco della Salute che pure sorgerà (chissà quando) su quell’area.

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