ORDINE & LEGALITÀ

"È ora di sgomberare Askatasuna"

Il centrodestra torna su uno dei suoi cavalli di battaglia. Crosetto: "Si pronunci la Sala Rossa". Anche i Moderati per la linea dura. Nei prossimi giorni la Cassazione potrebbe decapitare i vertici del centro sociale rendendo definitive una serie di condanne

“Basta indulgenza nei confronti di Askatasuna”. La battaglia è di quelle che il centrodestra combatte da anni, ma ora anche pezzi del centrosinistra si schierano contro il centro sociale, principale punto di riferimento e centrale operativa della galassia anarco-insurrezionalista, Nome ricorrente negli episodi di guerriglia No Tav e nelle manifestazioni più turbolente promosse dagli antagonisti. Non solo, ma le cronache riferiscono arresti, denunce, perquisizioni e divieti di dimora nei confronti dei suoi esponenti. Nel giorno in cui Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia rilanciano una mozione che impegna il sindaco Stefano Lo Russo “a chiedere formalmente alla questura lo sgombero dello stabile comunale”, il consigliere dei Moderati Simone Fissolo s’affianca all’opposizione affermando che quella struttura al civico 47 di corso Regina Margherita “è occupata da ormai troppo tempo”. Fissolo parla di un “chiaro esempio di iniquità e sbilanciamento di rapporti basati sulla forza”. Motivo per cui chiede all’amministrazione di “dimostrare che le regole valgono per tutti”.  

Già lo scorso 23 giugno la vicesindaca Michela Favaro aveva inviato una lettera al prefetto Raffaele Ruberto sollevando proprio il problema delle occupazioni abusive di immobili comunali, che sono undici in tutta Torino. Tra questi, ovviamente, c’è proprio Askatasuna (che oltre a corso Regina ha anche allestito una succursale in corso Vercelli dove ospita quattro nuclei familiari con minori), ma anche El Paso in via Passo Buole, il Gabrio che si è stabilito in via Revello e via Millio, Csoa Murazzi che ha occupato le arcate 25 e 27 del Lungo Po. La convivenza è diventata con il passare degli anni sempre più problematica. E non è solo un problema di ordine pubblico: “L’impossibilità di accedere ai locali preclude inoltre la possibilità di provvedere ai periodici monitoraggi della situazione ambientale in materia di amianto”. Insomma, come spiega la vicesindaca gli occupanti non consentono ai dipendenti comunali di entrare e per questo lei aveva chiesto un “approfondimento congiunto” al tavolo per la sicurezza così da decidere il da farsi.

Qualche settimana dopo, a luglio, il tribunale del Riesame ha confermato la tesi secondo cui Askatasuna è una “associazione per delinquere”. Nei confronti di suoi rappresentanti sono state disposte undici misure cautelari e restrittive, due delle quali in carcere con le accuse, a vario titolo, di associazione per delinquere, violenza privata, rapina e sequestro di persona. Una maxi inchiesta partita nel 2019 da un fascicolo aperto dalla Digos in seguito ai soliti atti di teppismo gratuito commessi in Valsusa contro la Torino-Lione. Tra poco arriverà il pronunciamento della Cassazione che dovrebbe definitivamente porre fine a questo lungo procedimento.

Per il momento l’atteggiamento dei rappresentanti di Polizia e Governo è all’insegna della prudenza.  Il timore di trasformare Torino in una polveriera resta alto e così la strategia sarebbe quella di lasciare che la magistratura faccia il suo corso così da decapitare con gli arresti una buona parte dei massimi esponenti di Askatasuna.

Per il centrodestra, però, complice anche una campagna elettorale che, soprattutto nelle periferie delle grandi città, si giocherà attorno al tema della sicurezza “il tempo è scaduto”. Lo afferma Giovanni Crosetto, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, candidato anche alle prossime politiche al quarto posto del listino proporzionale di Torino. “Chiediamo che il Consiglio comunale si esprima su questo delicatissimo tema – conclude Crosetto – e chiediamo che lo faccia in uno dei due Consigli di questa campagna elettorale, quello del 12 o quello del 19 settembre”.

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