SANITÀ ALLO SBANDO

Parco della Salute, fallimento annunciato. Revocata la gara, si ricomincia da capo

Dopo le promesse e rassicurazioni, si alza bandiera bianca. Nessuno dei due gruppi rimasti in corsa è disponibile a partecipare a queste condizioni economiche. E l'Anac non consente modifiche. Ormai il destino per l'ambizioso progetto sembra quello di arenarsi - DELIBERA

Tutto da rifare per il Parco della Salute. Con una delibera del direttore generale dell’azienda Luigi La Valle vengono revocate tutte le procedure in vista della riapertura del dialogo competitivo che nessuno oggi sa quando e come avverrà.

Vengono, invece, confermati nero su bianco i timori e le previsioni sempre negate dal vertice dell’azienda ospedaliera e dalla Regione su un abbandono da parte dei due gruppi rimasti in lizza per la realizzazione del grande polo sanitario, il Consorzio Stabile Sis e la Siram, dopo il ritiro ormai parecchi mesi fa della holding della famiglia Gavio. A dispetto della rassicurazioni uscite più volte da corso Regina e dal suo titolare, l’assessore Luigi Icardi, circa provvedimenti per affrontare l’aumento dei costi, oggi nell’atto firmato da La Valle si legge che “i concorrenti hanno rappresentato che l’eccezionale aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia hanno com-portato un notevole incremento, sia dei costi di costruzione, che di quelli di gestione, e hanno richiesto di aggiornare i termini economici e finanziari della gara”, ma si è dovuto prendere atto che “con nota acquisita al protocollo aziendale al n. 0071665 del 27.06.2022 l’Anac ha escluso la possibilità di introdurre nella documentazione di gara clausole che consentano l’adeguamento del Quadro Economico dei costi dell’intervento rispetto all’aumento dei prezzi di mercato, in quanto tali clausole avrebbero come conseguenza quella di modificare i parametri economici della procedura, posti a base di gara fin dalla pubblicazione del bando”.

Insomma, tutto come, purtroppo ampiamente previsto: la gara se fosse proseguita avrebbe avuto lo stesso destino di quella per l’altro polo sanitario piemontese, quello della Città della Salute di Novara: nessun partecipante alla condizioni economiche fissate. Un fallimento verso il quale si è andati continuando a ripetere che lo si sarebbe evitato. Una gestione a dir poco deprecabile, visti tutti gli allarmi che da tempo suonavano non uditi o trascurati da chi avrebbe dovuto reagire senza perdere tempo. Perché ormai di tempo non solo se ne è perduto molto, ma ormai quello che si prospetta davanti con una ripartenza gravida di incognite probabilmente non servirà più per arrivare a costruire la grande struttura ospedaliera. A questo punto, secondo molti, si procederà con un piano di ristrutturazione delle Molinette, a cui si starebbe già dedicando un gruppo di lavoro istituito ad hoc in corso Bramante.

Qui la delibera

“Così torniamo al punto di partenza” è il commento a caldo del vicepresidente del Consiglio regionale Daniele Valle del Pd e del compagno di partito, a lungo luminare dei trapianti proprio alle Molinette, Mauro Salizzoni. “A fronte della totale inerzia della Regione sul fronte nuovi ospedali, recentemente certificata dalla Corte dei Conti, il Parco della Salute pareva essere l’unica grande opera finalmente avviata, con la gara e le bonifiche dell’area. È oramai chiaro che in questa legislatura non avverrà alcuna posa della prima pietra, e difficilmente ciò accadrà anche nella prossima”, aggiungono i due esponenti dem che paventano “il concreto rischio di un ridimensionamento della struttura rispetto all’ambizioso e strategico progetto di un Polo non solo di cura ma di ricerca medica e innovazione tecnologica. E tutto questo succede nel silenzio dei vertici della Regione Piemonte, soliti ad alternare i roboanti annunci con reticenza e mancanza di trasparenza”. 

print_icon