VOTO DI CONDOTTA

Settimana corta per il caro energia, sulla scuola è scontro politico

Lo Russo apre all'ipotesi di ridurre i giorni di lezione per limitare gli effetti dell'aumento di riscaldamento e luce. Una strada che l'assessore regionale Chiorino (FdI) esclude categoricamente: "Non si possono scaricare di nuovo i problemi sui giovani"

La settimana corta allunga le distanze tra destra e sinistra. Dopo che, nel primo giorno di scuola, l’assessora all’Istruzione della Regione Piemonte Elena Chiorino (FdI) aveva escluso l’opzione di ridurre i giorni di scuola per risparmiare sui costi dell’energia, il sindaco di Torino Stefano Lo Russo (Pd) ha affermato oggi che “non sarebbe un dramma”. “Se sarà necessario ridurre la settimana credo si possa fare, già molti istituti scolastici hanno una settimana che chiude al venerdì” sono state le parole del primo cittadino, pronunciate a margine dell’inaugurazione del nuovo anno scolastico all’Istituto Curie-Vittorini di Grugliasco alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella (accolto dagli studenti con una standing ovation)“Sono questioni – ha proseguito Lo Russo – che attengono un po’ anche all’autonomia scolastica, è chiaro che la situazione del Paese è estremamente critica ed è prudente pensare misure che contemperino le esigenze didattiche con le esigenze del risparmio energetico. Quindi non credo si debba affrontare la questione con un approccio aprioristicamente favorevole o contrario, ma sia corretto approcciarlo con una verifica dell’efficacia delle misure”.

Un punto di vista che fa entrare il primo cittadino in rotta di collisione con la Regione. Basti pensare che, interpellata sull’argomento, l’assessora Chiorino, all’inizio della settimana era stata categorica: “Sono assolutamente contraria perché il problema verrebbe scaricato sui giovani che hanno già pagato pesantemente con la pandemia Covid. Non è stato fatto nulla sul fronte del trasporto scolastico né della ventilazione meccanica che avrebbe potuto essere applicata con il Pnrr, non si può nuovamente fare ricadere il problema sulle loro spalle costringendo i ragazzi a ridurre le loro opportunità e il diritto allo studio”.

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