PALAZZO LASCARIS

"Allontanamento Zero" in aula. Prova di forza di FdI sulla Lega

Il disegno di legge sugli affidamenti è il primo passaggio per il centrodestra dopo le elezioni politiche. Fratelli d'Italia imputa all'alleato un "annacquamento" del testo e chiede il ritorno alla versione originaria. Il Pd annuncia le barricate

“Sarà il primo cortocircuito tra Lega e Fratelli d’Italia, dopo le elezioni”. Vaticina il Pd con il suo capogruppo a Palazzo Lascaris Raffaele Gallo, a poche ore dalla discussione del disegno di legge battezzato dalla sua madrina, l’assessore leghista Chiara Caucino, “Allontanamento Zero” e che, come noto, riguarda regole e criteri per limitare e quasi azzerare (almeno nella versione originaria) gli allontanamenti dei minori dalle loro famiglie.

La metafora elettrica cui ricorre il dem Gallo, che con la sua pattuglia s’appresta “a tenere ben alte e forti le barricate” prefigurando un lungo ostruzionismo, non pare così esagerata se si va oltre le dichiarazioni di maniera del partito di maggioranza nella coalizione di governo in Piemonte e di quello che il voto di nove giorni fa ha portato a sestuplicare il risultato rispetto al 2019, con tutto quel ne consegue. La tensione tra gli alleati è alta e oggi la scintilla potrebbe scoccare facilmente. Proveranno ad evitarlo con un incontro nei corridoi attigui all’emiciclo di via Alfieri. Lì meloniani e salviniani cercheranno di trovare una quadra per non offrire sul piatto d’argento alle opposizioni una spaccatura che alla vigilia dell’avvio della discussione dei vari articoli del testo è innegabile.

Per capire quel che succede ed è successo nei mesi scorsi basterebbe quella che sembra una battuta regalata da un’autorevole fonte di FdI, che sintetizza l’avvitamento e le mezze giravolte della Lega su quella nata come una bandiera da sventolare al vento che muoveva gli striscioni su Bibbiano e che, col passare del tempo e le pressioni di più fronti, sembra essere diventata più pesante da portare. “Oggi siamo noi a difendere il testo originario dell’assessore Caucino dagli emendamenti che lei stessa a inserito, snaturandola”, spiega l’esponente di FdI. Emendamenti che Caucino aveva presentato per poi riporli in un cassetto, anche dopo l’intemerata della rieletta parlamentare dei Fratelli, Augusta Montaruli (“Nessun passo indietro”) per poi ritirarli fuori, qualcuno dice anche su convincente suggerimento dello stesso governatore Alberto Cirio preoccupato da un testo troppo duro e foriero di proteste da un fronte ampio che va oltre la politica, passando per il mondo delle associazioni, cattoliche e non, gli avvocati, gli operatori sociali e altro ancora.

Un annacquamento del disegno di legge che se già aveva suscitato le ire del partito guidato in aula da Paolo Bongioanni e che ha in giunta un severo custode della linea come Maurizio Marrone, insieme alla collega Elena Chiorino (i cui rapporti con Caucino sono solitamente tempestosi), oggi alla luce del risultato delle politiche risulta per i vincitori del tutto indigeribile. Eccessiva discrezionalità ai servizi sociali sui provvedimenti di allontanamento, allargamento delle ipotesi in cui di fatto sarebbe possibile la separazione dei minori dalle loro famiglie, ridotta protezione nei casi in cui siano le condizioni economiche alla base del provvedimento: sono questi soltanto alcuni dei punti in cui la maggioranza è divisa sul testo che il presidente del Consiglio regionale, il leghista Stefano Allasia, forse con troppo ottimismo conta di licenziare nel giro di qualche settimana considerando la sospensione dei lavori in concomitanza con la visita in Piemonte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Se l’ostruzionismo delle minoranza non sarà eccessivo, considerando che non c’è una scadenza inderogabile per l’approvazione di questo disegno di legge, credo non sarà necessario ricorrere a contingentamenti o canguri”, spiega Allasia.

Dai banchi del Pd, tuttavia, si annunciano fin da subito le citate barricate. Già oltre 400 gli emendamenti, altrettanti quelli annunciati e poi una sequela di richieste di sospensive e altri meccanismi per dar corpo a un ostruzionismo che vedrà impegnati tutti i consiglieri dem e degli altri partiti di minoranza fermamente schierati contro il testo, indipendentemente dalle modifiche che la Lega sembra intenzionata a inserire, avendo depositato già una quarantina di emendamenti. Se la Lega cercherà di tenere il punto non cedendo alle richieste di FdI l’ipotesi del piddino Gallo di cortocircuito sarà facilmente concretizzabile. Al contrario, nell’eventualità più accreditata di un accomodamento con un parziale ritorno alla versione più dura del testo, i Fratelli incasseranno il primo risultato della vittoria nelle urne sancendo una maggioranza reale all’interno del centrodestra a dispetto dei numeri. Ma anche ponendo un problema al presidente Cirio cui gli stessi Fratelli attribuiscono un ruolo non marginale nella parziale retromarcia della Lega sul testo, stinto nelle sue tinte dure originali, come gli striscioni su Bibbiano.

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