GIUSTIZIA

Processo Astaldi, assolto Ambrosini perché il fatto non sussiste

Scagionato da ogni accusa il professore torinese, fra i maggiori esperti italiani di crisi aziendali, gli altri due ex commissari, e Corrado Gatti, ex consigliere di amministrazione di Intesa Sanpaolo. Ieri era caduta l'accusa di bancarotta nei crac Gem e Seregni

Assolti con la formula più ampia gli ex commissari del concordato Astaldi, il più importante in Italia, e il professionista che attestò il piano. Il gip di Roma Roberto Saulino ha emesso questo pomeriggio la sentenza di assoluzione a favore di Stefano Ambrosini, Francesco Rocchi, Vincenzo Ioffredi e Corrado Gatti (ex consigliere di amministrazione di Intesa Sanpaolo), perché i pretesi fatti di reato non sussistono. Gli imputati non hanno dunque commesso nessun illecito nell’espletamento delle relative funzioni, il cui operato era stato ingiustamente censurato.

Completamente smontato dunque il teorema della Procura della Repubblica di Roma, che pur avendo lasciato cadere già nel corso delle indagini le accuse più gravi, aveva insistito con una – peraltro assai lieve – richiesta di condanna per interesse privato. L’operato dei commissari d’altronde era già stato validato dal Tribunale, che aveva altresì proceduto alla liquidazione di ingenti compensi: circostanza su cui la stessa Procura nulla aveva obiettato.

Non è un caso che alcuni tra i più noti e stimati esperti italiani di crisi d’impresa, fra l’altro tutti magistrati in servizio o a riposo interpellati in sede di indagini difensive da Ambrosini e Rocchi, avessero confermato l’assoluta correttezza dell’operato dei tre commissari nel condurre il concordato più importante e delicato della nostra storia giudiziaria, che con la fusione fra Astaldi e Salini ha dato vita al primo gruppo industriale italiano nel settore delle grandi opere e uno dei maggiori d’Europa.

Grande successo, in particolare, per Ambrosini, considerato (non a torto) la figura più eminente e stimata della terna commissariale: secondo risultato importante in tre giorni, dopo che l’altro ieri è caduta l’accusa – giudicata priva di fondamento da tutti gli addetti ai lavori – di bancarotta fraudolenta nei due procedimenti torinesi relativi ai crac della società Gem e di quelle del vecchio gruppo Seregni.

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