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Per l'Agricoltura spunta Berutti, l'uomo del Piemonte a Bruxelles

Con il leghista Centinaio alla vicepresidenza del Senato, Meloni potrebbe mettere l'attuale dirigente regionale distaccato in Europa. Una carriera sotto l'ala di Roberto Rosso e del cognato Agostino Ghiglia. Ex consigliere Crt. I mugugni dei Fratelli piemontesi

Berutti chi? Quando, sfumato il nome del leghista Gian Marco Centinaio, nel frattempo eletto vicepresidente del Senato, per il ministero dell’Agricoltura incomincia a circolare il nome di Roberto Berutti sono in molti a cercare di capire chi sia l’uomo che Giorgia Meloni sarebbe intenzionata a piazzare al dicastero agricolo. Chi invece lo conosce, come nomi di peso di Fratelli d’Italia in Piemonte, non prende per nulla bene la notizia. E si, perché il ministro in pectore, 55 anni, è piemontese, esattamente di Trino Vercellese e del Piemonte, inteso come Regione, è un funzionario seppure distaccato presso il commissario Ue all’Agricoltura, il polacco Janusz Wojciechowski

“Desidero complimentarmi con Roberto Berutti per questo incarico prestigioso che ci rende doppiamente orgogliosi”commentò il governatore Alberto Cirio all’inizio del 2020 quando il dirigente approdò come sherpa alla commissione. “Non solo perché è un piemontese l’unico italiano a far parte dello staff del commissario europeo all’Agricoltura, ma anche perché è un dipendente della Regione. Non può che renderci felici, poi, sapere di avere un cittadino piemontese – proseguì il peana del presidente – all’interno dell’ufficio in cui si definiscono le politiche europee di uno dei settori più importanti per l’economia dell’Italia e della nostra regione”. Per Cirio, “Berutti è una persona con cui ho lavorato tanto nei cinque anni a Bruxelles, e adesso metteremo a frutto questo contatto per definire un piano di sviluppo rurale a misura di Piemonte. Avevamo detto ai piemontesi che con il nostro Governo avremmo contato di più in Europa, lo stiamo facendo e questo ne è un ulteriore tassello”.

Due anni dopo il nome di Berutti salta fuori, a sorpresa, dopo il dirottamento di Centinaio sullo scranno di vicepresidente di Palazzo Madama, aprendo una questione innanzitutto con la Lega che a quel dicastero non ha mai nascosto di puntare molto, ma anche all’interno dello stesso partito della Meloni dal quale, proprio sul fronte piemontese, arrivano segnali non propriamente di calorosa accoglienza. 

Assessore provinciale di Vercelli nell’allora giunta presieduta da Roberto Baltaro negli anni in cui Berutti era un uomo dell’allora potente politico di FdI (e prima di Forza ItaliaRoberto Rosso poi espulso dalla Meloni per le note vicende giudiziarie, il papabile titolare dell’Agricoltura ha anche legami famigliari con il partito di Giorgia, essendo cognato dell’ex “federale” di Alleanza Nazionale e prima ancora del Msi, nonché componenente Dell’Authority sulla Privacy, Agostino Giglia.

Un profilo tecnico, il suo, che tuttavia non è estraneo a figure di peso nel suo cursus professionale. Oltre a Rosso ( di cui è stato collaboratore parlamentare e tesoriere di Forza Italia) e Ghiglia, leggendo in controluce il curriculum di Berutti compare anche la figura di Fabrizio Palenzona. Tra palazzi della politica e risaie, nel Vercellese, in queste ore si ricorda l’appoggio del banchiere di Tortona nei confronti del dirigente regionale quando entrò a far parte del cda della Fondazione Crt. Un posto di rilievo, come lo è quello di responsabile dell’ufficio di Bruxelles per la Regione Piemonte, da cui poi approderà allo staff del commissario polacco.

Nello staff di Wojciechowski non ricopre una posizione apicale, ma resta il fatto che sia il componente italiano del gabinetto del Commissario. Più gestione dei rapporti e delle relazioni, dicono a Bruxelles, che conoscenza approfondita dei dossier. Pare che il diretto interessato da qualche giorno abbia incominciato a cercare sostegno nelle potenti organizzazioni di categoria, incominciando proprio dalla Coldiretti. Non sembra, invece, destinato a trovarne a iosa, di appoggi, proprio nel partito piemontese della premier in pectore, dove non a caso si rispolvera il percorso del funzionario, le sue parentele e i suoi lontani padrini. Insomma, come si dice (e a maggior ragione in questa circostanza) i Fratelli in Piemonte non sembrano intenzionati a preparargli il terreno.

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