RETROSCENA

Da Portas fino a Damilano, mischia al centro per Cirio

Il braccio destro del governatore, Vignale, incontra i leader di Moderati e Torino Bellissima. Il progetto di un rassemblement che unisca varie liste civiche. Azione fa una mezza apertura: "Non è Fontana". Ma si candiderà? Non è ancora detto, anzi...

Tutto, o in gran parte, dipenderà da lui. Se però Alberto Cirio, resistendo alle sirene europee al momento tutt’altro che sopite, alla fine deciderà di correre per un secondo mandato alla guida del Piemonte potrà contare su un buon numero di giocatori. Soprattutto al centro dello schieramento dove  si stanno delineando strategie e alleanze per allargare il perimetro tradizionale della coalizione di centrodestra. Grande regista delle operazioni è Gian Luca Vignale, braccio destro del governatore a Palazzo, che non a caso qualche giorno fa – precisamente venerdì scorso – ha incontrato in piazza Castello due tra i principali partner di un ipotetico rassemblement civico: Paolo Damilano, ex candidato sindaco del capoluogo e leader di “Torino Bellissima”, e Mimmo Portas, capo carismatico e incontrastato (per quanto ultimamente uscito dai riflettori) dei Moderati.

E la prospettiva di convergere sulla probabile, ma come si vedrà non ancora certa, ricandidatura di Cirio è stato l’oggetto della conversazione dei tre, ciascuno con la propria storia, le sue ambizioni e i suoi progetti. Tre gambe certamente utili all’attuale maggioranza e al suo candidato per il 2024 che, però, proprio per le loro caratteristiche dovranno trovare il necessario equilibrio per non far traballare il tavolo su cui il centrodestra intende apparecchiare il prossimo quinquennio di governo della Regione. Che Vignale stia rilanciando il suo “Piemonte nel cuore”, insegna con la quale si presentò con scarso successo nel 2019 in tandem con i Sì Tav di Mino Giachino, è cosa nota. Altrettanto chiaro l’obiettivo di Damilano: proiettare sulla scena regionale il brand che gli ha consentito di conquistare il primato dello schieramento, bagnando il naso agli stessi partiti coi quali poi ha polemizzato.

La sorpresa, se così la si può definire, arriva piuttosto da Portas. Lo storico alleato del Partito Democratico, amico storico di Pier Luigi Bersani, fondatore di quel partito dei contadini polacchi in salsa piemontese e deputato per tre legislature, considera sciolto il patto con la sinistra, per unilaterale decisione del Nazareno di non candidare alle Politiche un esponente dei Moderati. Come suo solito il buon Mimmo lancia segnali in codice: manda in avanscoperta i suoi fedelissimi – l’assessore comunale e figlia putativa Carlotta Salerno e il consigliere regionale Silvio Magliano –, lascia trasparire amarezza e delusione verso gli antichi compagni di viaggio e, come nel caso di Cirio, non nasconde l’amicizia e la stima nei confronti di esponenti della sponda opposta. Portas è un maestro di tatticismo e non è escluso che si tratti dell’ennesimo tentativo di alzare la posta con il centrosinistra. Eppure, a detta di chi lo conosce bene, mai come questa volta l’ex postino di San Mauro nato berlusconiano e diventato il Caronte di anime in pena del centrodestra è a un passo dal cambio di campo.

Certo, come abbiamo detto, molto se non tutto, dipenderà da chi sarà il candidato presidente: se sarà Cirio, non solo per Portas, ma anche per lo stesso Vignale e pure Damilano tutto sarà più semplice. E probabilmente potrebbe esserlo anche per il Terzo Polo, dal cui vertice nazionale (dunque non solo guardando a uno storico amico del governatore come il parlamentare di Azione Enrico Costa) si fa notare come “Cirio non è Fontana”, col chiaro riferimento alla vicenda lombarda.

Un certo affollamento di liste e formazioni, insomma, quello che parrebbe presentarsi attorno alla ricandidatura dell’attuale presidente della Regione. Un terreno forse fin troppo gremito se ognuno vorrà correre con la sua identità, con i suoi simboli. Se la questione non si pone per la forza politica di Matteo Renzi e Carlo Calenda, considerando il contestuale obiettivo delle elezioni europee che si terranno insieme alle regionali in Piemonte, diverso è lo scenario per i protagonisti dell’incontro dei giorni scorsi. Lo stesso Cirio potrebbe guardare con una certa preoccupazione a un quadro simile, lavorando piuttosto a una sintesi, senza tuttavia arrivare alla babele della lista Noi Moderati dei vari Lupi, Brugnaro, Toti, un guazzabuglio di sigle, nomi e simboli. Una lista del presidente con la scritta Moderati bene in vista? Possibile? Probabile? Accettabile dai tre?

Le elezioni sono ancora lontane e l’incontro dei giorni passati è solo l’inizio di un percorso tutto da definire, a partire dalla sua fattibilità. Immaginabile un Portas che accetti di annacquare la sua creatura politica? E, restando in tema, Damilano sarà disponibile a mescere il suo brand con altri? Ma poi, c’è davvero la certezza che sarà l’attuale governatore, il candidato? Nonostante molti segnali vadano in questa direzione, dal suo entourage si predica cautela. L’ipotesi di un ritorno a Bruxelles, magari con un ruolo più alto rispetto a un seggio nel Parlamento Europeo, ad oggi è tutt’altro che esclusa. L’evoluzione alla prossima puntata.

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