COMPAGNI IN RETE

Dalle lotte sociali alla lotta social, "influencer a nome dei lavoratori"

La Cgil Piemonte sbarca in Internet. Un progetto di comunicazione per raccontare i tanti aspetti del lavoro. I delegati "dovranno essere in grado di dare alle testate giornalistiche notizie di primo grado". Congresso regionale a febbraio del prossimo anno

Un Cipputi 4.0 a scuola dei Ferragnez. La Cgil Piemonte sbarca sui social per raccontare storie, dare voce al lavoro invisibile, quello di cui si parla poco. Non solo il dramma della fabbrica che chiude e dell’incidente sul lavoro, e neppure stereotipi come quello del dipendente pubblico fannullone. Il punto di partenza del progetto comunicativo – realizzato con lo studio Lance Libere, di cui è direttore creativo Orione Lambri, bolognese – è il nuovo sito (www.cgilpiemonte.it), online da oggi. In apertura un video dal titolo “Per giustizia”, con una grafica accattivante, racconta brevemente il progetto.

“Vogliamo creare un affresco sonoro, lo strumento principale saranno i video. Insegneremo ai nostri delegati a usare il loro cellulare per raccontare storie, avremo una redazione diffusa di militanti digitali. Abbiamo già individuato 40 delegati e operatori appassionati di comunicazione ai quali abbiamo fatto un primo corso. Diventeremo influencer a nome dei lavoratori”, spiega il segretario generale della Cgil Piemonte, Giorgio Airaudo. “In vista del congresso regionale, che si terrà l’1 e il 2 febbraio del prossimo anno, dedicheremo una settimana a ogni categoria di lavoratori, privilegiando il lavoro che nessuno racconta. Non si parla mai, ad esempio, dei lavoratori delle pulizie sui treni o degli autisti degli autobus”. I delegati della Cgil “dovranno essere autosufficienti. Stanno nei luoghi di lavoro e possono documentare quello che accade, devono essere in grado di dare alle testate giornalistiche notizie di primo grado”, sottolinea Lambri.

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