TRAVAGLI DEMOCRATICI

Pd, Ricci si sfila e sceglie Bonaccini

Il sindaco di Pesaro getta la spugna: non correrà alle primarie per la segreteria del partito. Sosterrà il governatore emiliano-romagnolo: "Sposteremo più a sinistra la barra". E ora la sinistra interna ha una chance in meno: virerà sulla Schlein?

Matteo Ricci si sfila dalla corsa alle primarie per il segretario del Pd e annuncia il suo sostegno a Stefano Bonaccini: “Tra i candidati il più vicino a me. Lui ha mi ha cercato, ci siamo sentiti spesso in queste settimane e mi ha garantito che farà suoi, nella sua piattaforma, alcuni dei 10 punti che abbiamo presentato», ha detto Il sindaco di Pesaro e coordinatore dei sindaci dem in conferenza stampa. Si conclude con il ritiro dalla competizione il tour gastronomico-politico promosso da Ricci che tra le varie tappe aveva toccato recentemente anche il Piemonte, ospite di una famiglia di Collegno, alle porte di Torino.

“Sposteremo più a sinistra la barra – sottolinea – allargando più a sinistra la piattaforma di Bonaccini. Ma non si può solo allargare ma anche guidare e Stefano è una guida solida. Io credo nel valore della gavetta”. Le proposte che Ricci intende mettere a disposizione verranno discusse in un evento a Roma venerdì prossimo alle 15 dal titolo “Una sinistra popolare e nazionale per l’unità del Pd”. Un’unità che secondo Ricci le primarie a due rischiano di minare. Poi si sta organizzando un’iniziativa dei sindaci a gennaio: “Ho sentito Nardella stamattina e organizzeremo un evento con 1000 sindaci a gennaio”.

Nonostante una parte della sinistra interna guardasse con interesse alla sua candidatura – in primis Goffredo Bettini e Andrea Orlando – la sua uscita di scena complica proprio i giochi di questa compente. Virerà verso Elly Schlein? Ricci non pare dell’idea: “Lei ci può aiutare ad allargare il partito a sinistra, ma un conto è allargare e un conto è guidare”. Secondo Ricci, Bonaccini è il “candidato che io ritengo più solido, più vicino come percorso personale”.

Prima dell’annuncio, Ricci aveva proposto un cambio nel percorso che porterà al congresso: “Facciamo le primarie il prima possibile, entro gennaio – aveva detto – e la costituente la faccia il nuovo segretario o la nuova segretaria nel 2023. Dobbiamo fare una costituente vera, che duri mesi e che ci impegni per tutto il 2023, fino all’autunno”. Ora aggiunge: “Il lavoro continua ma non da candidato, perché, dobbiamo essere franchi, i candidati alle primarie sono già stati decisi per la loro forza e anche per le scelte che il partito esistente ha fatto. E sono state fatte anche per un meccanismo di regole che polarizza, e questa cosa mi preoccupa molto”.

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