STATISTICA

Sempre meno e più vecchi

Cala la popolazione italiana (-206mila residenti) e cresce l'età media (46 anni). Oggi un bambino ogni 5,4 anziani, in Piemonte 6,4. Campania e Liguria agli antipodi. Diminuiscono gli stranieri, in aumento diplomati e laureati. Roma il comune più grande

Cala la popolazione italiana. Lo rivelano i dati Istat sul censimento permanente. La popolazione in Italia al 31 dicembre 2021 ammonta a 59.030.133 residenti, in discesa dello 0,3% rispetto al 2020 (-206.080 persone). Il decremento di popolazione interessa soprattutto il Centro Italia (-0,5%) e l'Italia settentrionale (-0,4%), è più contenuto nell'Italia meridionale (-0,2%) e risulta minimo nelle Isole (appena 3mila unità in meno). Emerge inoltre che “il nostro è un Paese sempre più vecchio” con l’età media “innalzata di tre anni rispetto al 2011 (da 43 a 46 anni)”. La Campania continua a essere la Regione più giovane (età media di 43,6 anni) mentre la Liguria si conferma quella più anziana (49,4 anni).  L’invecchiamento della popolazione italiana è ancora più evidente nel confronto con i censimenti passati, Nel 2021 per ogni bambino si contano 5,4 anziani contro meno di un anziano per ogni bambino del 1951 (3,8 nel 2011); in Piemonte sono 6,4. L’indice di vecchiaia è notevolmente aumentato e continua a crescere, da 33,5% del 1951 a 187.6% del 2021.

Sul calo di popolazione, l’Istituto di statistica sottolinea che “non è dovuto solo al saldo naturale negativo ma è da attribuire in parte alla diminuzione della popolazione straniera. Gli stranieri censiti sono 5.030.716 (-141.178 rispetto al 2020), con un'incidenza sulla popolazione totale di 8,5 stranieri ogni 100 censiti”.

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Roma è il Comune più grande, con i suoi 2.749.031 residenti, Morterone (in provincia di Lecco) quello più piccolo (con appena 31 abitanti). Il decremento di popolazione “è molto più limitato nei Comuni della classe 5-20mila abitanti e in quella fino ai 5mila abitanti (che insieme rappresentano il 70% dei Comuni italiani). Nei 44 Comuni con oltre 100mila abitanti solo cinque guadagnano popolazione, per i restanti 39 si registra un calo rispetto al Censimento 2020 di circa 115mila residenti.

Negli ultimi dieci anni, sottolinea l’Istat, “diminuiscono sistematicamente gli analfabeti, le persone che sanno leggere e scrivere ma non hanno concluso un corso regolare di studi e quelle con la licenza di scuola elementare e di scuola media. La quota più significativa di popolazione, pari al 36,3%, secondo il rapporto, è in possesso del diploma (oltre 5 punti percentuali in più rispetto al 2011). Tra il 2011 e il 2021 si dimezzano gli analfabeti (dall’1,1% allo 0,5%), diminuiscono le persone che non hanno proseguito gli studi dopo il primo ciclo della scuola primaria e aumentano i laureati (dall’11,2% al 15%) e i dottori di ricerca (dallo 0,3% allo 0,5%).

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