REGIONALI 2024

La Lega incalza Cirio: "Ora decida".
E chiude le porte al Terzo Polo

Pressing sul governatore: "Dica chiaramente che intenzioni ha e ne trarremo le conclusioni, noi abbiamo ottimi candidati". Damilano dovrà fare "un po' di purgatorio" se intende far parte della coalizione. Uno sbarramento di legge per stoppare Calenda-Renzi

Per essere il capogruppo di un partito che ormai vale meno di un terzo di Fratelli d’Italia ostenta spavalderia, al limite dell'arroganza, Alberto Preioni che, nella conferenza stampa di fine anno, ne ha un po’ per tutti: da Alberto Cirio, che “deve decidere se vuole ricandidarsi”, a Paolo Damilano, per il quale ora prospetta un po’ di “purgatorio”. Insomma, più che una carezza nell’antivigilia di Natale, l’esponente della Lega dispensa ceffoni a destra e sinistra. “Cirio ha compiuto cinquant’anni, una data importante. Deve dire con estrema chiarezza se la sua intenzione è ricandidarsi” ha detto Preioni dopo aver espresso “estremo apprezzamento per quello che ha fatto” il governatore, ma “a cinquant’anni dica cosa vuole fare da grande”. Un’ansia che evidentemente colpisce i suoi alleati (il particolare quello di “minoranza relativa”) molto più che il presidente della Regione. “È un governatore molto apprezzato e capace – ha proseguito Preioni –. Noi siamo pronti a risostenerlo”. Non solo: “La Lega ha persone in grado di governare”, come dire, datti una mossa altrimenti il “nostro” Sandro Canelli (sindaco di Novara) è più che pronto. Certo, con questi chiari di luna l’eventualità che spetti al Carroccio la designazione del candidato è poco più che una pia illusione. E lui, Cirio, cosa dice? A chi glielo ha domandato, a margine della conferenza stampa in cui sono state presentate le tappe piemontesi del Tour de France, il governatore ha risposto con una battuta: “Di sicuro non correrò il Tour”.

Non altrettanto disponibile appare invece nei confronti del Terzo Polo che fino all’ultimo rimarrà nel mezzo per capire da che parte soffia il vento. Oggi i vertici nazionali guardano al centrodestra, ma tra un anno? Di certo la corsa solitaria potrebbe essere un azzardo dal momento che, se sarà approvata la legge elettorale, così come verrà portata in aula dalla maggioranza, la soglia di sbarramento per le coalizioni sarà del 10%, uno scoglio piuttosto alto per un partito che i sondaggi oggi accreditano sotto l’8%. Preioni, comunque, chiude le porte ai centristi: “Non siamo disposti ad allearci con ex segretari o fondatori del Partito democratico”. Ormai è in piena trance agonistica e ne ha per tutti, compreso Paolo Damilano che è stato il candidato sindaco di Torino del centrodestra imposto da Matteo Salvini, ma che dalla coalizione si è sganciato la scorsa primavera, salvo poi annunciare che avrebbe sostenuto Cirio alle regionali del 2024. Una condotta un po’ schizofrenica, “ha avuto delle sbavature” dice Preioni con un eufemismo. Quindi ora “deve fare un po’ di purgatorio, poi ne parla col segretario Riccardo Molinari”, come se la golden share del centrodestra fosse ancora nelle mani della Lega e il partito di Salvini avesse potere di veto.