SCIUR PADRUN

Industriali, l'ottimismo di Marsiaj: "Siamo più forti anche della crisi"

Il presidente dell'Unione Industriale di Torino scrive agli associati e lancia segnali di fiducia. L'Italia cresce e il Piemonte fa addirittura meglio. E questo "nonostante le difficoltà del mercato automotive"

È un messaggio di ottimismo quello che il presidente dell’Unione industriali di Torino Giorgio Marsiaj lancia agli associati nella tradizionale lettera di fine anno. “Ci sarebbe di che essere molto pessimisti per i prossimi mesi, a sentire alcuni tra cui il Fondo monetario internazionale che prevede per l’Italia un 2023 di recessione con -0,2% del Pil. Eppure, guardando a come il nostro Paese ha reagito in questi difficilissimi mesi, io non posso che essere fiducioso e prima ancora grato ai nostri concittadini e alle nostre imprese per come hanno saputo reagire. In particolare, proprio Torino è uno dei territori che con le performance dell'export hanno meglio reagito alle difficoltà”.

Secondo Marsiaj i numeri parlano chiaro e dicono che l’Italia, nonostante tutto, è in ripresa con il Piemonte a trascinare l’economia. Il nostro Paese infatti ha già ottenuto un incremento del Pil del 3,9% nell’anno in corso e “considerando il biennio terribile 2021-2022, l’Italia potrebbe toccare complessivamente una crescita del 10,6%, meglio di tutti gli altri Paesi del G7. Altro che fanalino di coda!”.

Un contesto in cui “noi torinesi – lo ripeto con grande orgoglio – abbiamo fatto ancora meglio. Nel 2021-22 la nostra economia è stimata crescere complessivamente dell’11,4%; le esportazioni sono aumentate del 21,2% contro il 19,7% nazionale. Questo a dispetto del difficilissimo momento del mercato automotive europeo, che guarda con preoccupazione anche alla troppo ottimistica fissazione al 2035 della transizione al motore elettrico per tutti”. Poi la conclusione: “Non voglio sottovalutare le molte incertezze che dovremo affrontare nel 2023, per il quale l’Istat prevede solo un +0,4% di crescita del Pil – prima fra tutte quella geopolitica che dipende da complessi fattori di carattere internazionale, sulla quale, perciò, non abbiamo la possibilità di agire. Ma molte previsioni sono state smentite e dunque potremmo anche stupirci di novità migliori di quanto prospettato”.

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