FIANCO DESTR

Centrodestra unito alle Europee, ipotesi Cirio capolista al Nord

Berlusconi rispolvera il progetto del partito conservatore, Salvini tentato dall'idea, Meloni guardinga ma non lo esclude. E la prima tappa potrebbe essere un listone nel 2024. A quel punto il governatore del Piemonte sarebbe il candidato naturale e lascerebbe la Regione

Il sogno di un grande partito conservatore cullato da Silvio Berlusconi, “fin dal 1994”, provando a concretizzarlo con il Popolo delle Libertà nel momento di massimo fulgore di Forza Italia, potrebbe avverarsi proprio quando il partito del Cav non è più il primo, bensì l’ultimo per voti, del centrodestra. E lì, nella maggioranza di governo del Paese, della costruzione di un rassemblement conservatore si è tornato a ragionare da settimane, dopo il risultato delle elezioni politiche e, soprattutto, guardando alle europee del 2024. Un listone che riunisca Fratelli d’ItaliaLega e Forza Italia è tra le ipotesi e, se si traducesse in pratica, sarebbe il primo pesante passo verso la realizzazione di un progetto che però, va detto, non vede unanimi entusiasmi nella coalizione.

Uno schema, quello di un’unica formazione, che tra i possibili effetti collaterali avrebbe probabilmente anche quello di aprire ancor più la strada verso un ritorno a Bruxelles per il governatore piemontese Alberto Cirio, nel caso in cui i colloqui con Giorgia Meloni e gli altri due leader della coalizione in programma nelle prossime settimane lo portassero a propendere per questa scelta, anziché per quella di una ricandidatura alla presidenza della Regione Piemonte. Le probabilità di riconquistare un posto all’Europarlamento per Cirio aumenterebbero, ovviamente, nel caso di un fronte compatto anziché con i singoli partiti ciascuno con la propria lista, ancor più considerando che, guardando al 2024 con la situazione attuale, per Forza Italia sarebbe arduo eleggere più di un suo candidato nella circoscrizione Nord-Ovest e i precedenti insegnano che in quel caso sarebbe quasi certamente un lombardo. Insomma, Cirio dovrebbe essere (e pare lo sia) uno dei più convinti sostenitori del listone conservatore. E non solo perché l’idea piace molto al suo leader.

Una sorta di rispolverata al vecchio progetto, quella di Berlusconi che attraverso i suoi alimenta spinte e speranze. Ma, come spesso accade, ad auspicare di unire le forze sono proprio i meno forti e così si spiega l’apertura che arriva anche dalla Lega. Nulla di ufficiale, nessun tavolo apparecchiato, solo quelli che si direbbero pourparler, o meglio ancora ragionamenti per capire cosa pensa l’altro. Con, sopra tutto, la questione non irrilevante delle attuali collocazioni dei tre partiti in altrettante “famiglie” europee. Forza Italia è nel Ppe nella maggioranza Ursula, il partito di Matteo Salvini sta con quello di Marine Le Pen in Identità e Democrazia (Id), mentre FdI aderisce ai Conservatori e Riformisti Europei (Ecr), presieduto proprio dalla Meloni.

Proprio la figura della premier è quella su cui si concentrano auspici e timori, sospetti e interrogativi. Cosa deciderà lei sarà determinante. Una delle letture di quel che potrebbe accadere la vedrebbe attratta dall’idea con il duplice fine di “blindare” un Berlusconi ancora scontento per le scelte nella composizione del Governo e, nel contempo, rafforzare i Conservatori portandoli verso un’alleanza col Ppe, svuotando ancora il bacino elettorale azzurro e marginalizzando la Lega. Ma c’è anche chi nota come l’atteggiamento a dir poco cauto tenuto fino ad ora dalla leader di FdI di fronte all’ipotesi del listone, possa nascondere uno scetticismo che affonderebbe anche proprio in quella lontana esperienza del Pdl, nato dal predellino su cui Berlusconi annunciò quella che sarebbe dovuto diventare, ma poi non diventò, il partito unico del centrodestra.

Tra chi non fa mistero di guardare alla nascita di “due contenitori come avviene praticamente in tutta Europa” e dunque alla nascita del grande partito conservatore c’è Guido Crosetto e il ministro della Difesa non è certo solo nella squadra di Governo, sia nel suo partito sia anche in una parte della Lega di cui Giancarlo Giorgetti sarebbe la punta avanzata. Lo stesso Salvini, sempre più scosso dai venti del Nord, parrebbe assai meno scettico di quanto fosse fino a non molto tempo fa. 

Un tema che seppur non ha ancora la dignità di una discussione formale tra i leader, certamente sale nelle rispettive agende con l’approssimarsi della preparazione della campagna elettorale per le europee. Del listone se ne potrebbe parlare o comunque accennare, chissà, anche nei colloqui che Cirio avrà, nelle prossime settimane, con i tre leader. Soprattutto in quello con la Meloni. E non è detto che prima di sciogliere il nodo tra la ricandidatura alla guida del Piemonte o il ritorno sulla strada per Strasburgo, si aspetti di sciogliere l’altro assai più complicato e pesante: correre ciascuno con la propria lista o insieme nel listone.

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