TRAVAGLI DEMOCRATICI

Pd, il Piemonte salva le "sue" primarie

Varata la deroga necessaria. Anche la conta regionale si svolgerà ai gazebo tra i due candidati più votati dagli iscritti. L'assemblea approva le modifiche ad ampia maggioranza con una complicata riunione su Zoom. Ora usciranno allo scoperto gli aspiranti alla segreteria

L’ennesima lunga discussione sulle regole, poi finalmente la fumata bianca. Ora le primarie si potranno celebrare anche in Piemonte. Dopo il flop dello scorso dicembre, l’assemblea regionale del Pd è tornata a riunirsi, questa volta da remoto, per approvare la modifica del regolamento che consente la competizione ai gazebo anche al livello regionale, limitandola ai due candidati più votati delle convenzioni, e quella allo Statuto del partito che riduce i componenti dell’assemblea stessa da 400 a 300 e quelli della direzione da 80 a 75. Tra momenti di tensione e altri conditi da gag decisamente gustose dovute alla scarsa dimistichezza di molti partecipanti con l’applicazione Zoom, il risultato è stato raggiunto.

Il mese scorso la riunione non potè esprimersi per mancanza del numero legale, mentre l’ala sinistra del partito guidata dai parlamentari Andrea Giorgis e Anna Rossomando (che intanto si sono ritrovati su fronti contrapposti, il primo a sostegno di Gianni Cuperlo, la seconda a traino di Andrea Orlando su Elly Schlein) manifestava delle perplessità rispetto alle modifiche contenute nei provvedimenti a partire dall’adozione del cosiddetto ballottaggio, mutuata dal livello nazionale. Giorgis in particolare chiedeva che si evitasse di ridurre a due la competizione ai gazebo, con una prima scrematura fatta dagli iscritti, illustrando una posizione che tuttavia si era dimostrata già allora decisamente minoritaria. Anche nella riunione di questa sera, alla quale hanno partecipato poco più di duecento componenti dell’assemblea (oltre ad alcuni invitati) quelle riserve si sono manifestate nell’astensione di otto persone.  

Non è mancato chi ha tentato nuovamente di far saltare la riunione sostenendo che alcuni partecipanti non facevano parte dell’assemblea o comunque fosse impossibile individuare una corrispondenza tra certi nickname e la persona fisica. Cavilli di fronte ai quali il segretario Paolo Furia ha sbottato, richiamando la presidente Franca Biondelli a una “ragionevole flessibilità” e dimostrando così la sua emancipazione rispetto ai due parlamentari della gauche subalpina. Il tutto mentre qualche microfono lasciato acceso provocava qualche gaffe, mentre altri non trovavano tra gli emoji la “manina” per esprimere sulla chat il proprio voto.

Risolte le questioni procedurali, nelle prossime ore dovrebbero uscire allo scoperto anche possibili candidati per la segreteria regionale. L'unico che finora, di fatto, è sceso in campo è Mimmo Rossi per la mozione di Stefano Bonaccini. Dalle parti di Schlein c'è chi è pronto a giurare che alla fine l'ex numero due dell'Emilia-Romagna punterà sulla deputata cuneese Chiara Gribaudo

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