FINANZA & POTERI

Crt, Palenzona ha (quasi) i numeri. Manovre sulle nomine in Bpm e F2i

Il quorum si abbassa e il "camionista di Tortona" sta facendo incetta di firme per strappare la presidenza a Quaglia. Che nel frattempo negozia con le altre fondazioni alcuni posti, con un occhio al suo futuro. Ora si attendono le mosse degli amerikani (Cirio e Lo Russo)

È qualcosa più del classico cauto ottimismo quel che si respira tra i supporter, più o meno dichiarati di Fabrizio Palenzona nel percorso del “camionista di Tortona” verso la presidenza della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino. Più d’una le ragioni che metterebbero il vento nelle vele di un navigatore di lungo corso come l’ex vicepresidente di Unicredit, da qualche decennio collezionista di infiniti incarichi e poltrone in board pesanti della finanza e dell’economia. Quella su cui siede oggi Giovanni Quaglia, nel mirino di big Fabrizio da un po’, sembra vicina a finire nel suo carniere, sicuramente da quando i suoi sondaggi all’interno della cassaforte di via XX Settembre gli hanno fatto intendere che le possibilità di farcela sono buone.

Ulteriore conferma starebbe arrivando proprio dalla raccolta delle firme tra i componenti del Consiglio di indirizzo della fondazione per la presentazione della candidatura, che sarebbe già a buon punto. Ne servono minimo sei, e tra i palenzoniani si lascia intendere che il traguardo è “praticamente vicino”. Indiscrezioni lasciate filtrare appositamente per tranquillizzare i colonnelli e convincere i titubanti? Può darsi, in questa fase i tatticismi preludono e mascherano la realtà. Vi sono però alcuni particolari degni di attenzione. Anzitutto la composizione del quorum. Infatti, almeno un paio di consiglieri, sicuramente i due magistrati, Massimo Terzi e Arturo Soprano, hanno già fatto sapere che non intendono schierarsi, almeno fino a quando non saranno presentati obiettivi e programmi di chi si candida a guidare la fondazione per il prossimo mandato. A loro due potrebbe aggiungersi un terzo, se Giuseppe Pichetto per ragioni di età e di salute rinuncerà a partecipare alla complessa partita sul futuro dell’ente con il quale da tempo è costretto a tenere i contatti attraverso la moglie. Inoltre, poiché ogni consigliere può firmare per più candidati, i palenzoniani avrebbero raccolto la disponibilità anche dal fronte avverso, almeno sulla carta.

Insomma, vento in poppa per Furbizio, ma piedi di piombo per i suoi due nocchieri, il conterraneo tortonese Corrado Bonadeo e il lobbista un tempo vicino ai Cinquesstelle (in particolare a Luigi Di MaioFrancesco Gaglietti, attenti a non correre troppo anche per non creare eccessive tensioni in quell’area grigia in cui vanno pescate le firme degli indecisi. Dunque cautela e diplomazia. 

Di quest’ultima straboccava la nota inviata ai consiglieri da Quaglia per confermare ciò che tutti sapevano (e lo Spiffero aveva anticipato) ovvero “il cordiale incontro” con Palenzona nel corso del quale “abbiamo sottolineato la prestigiosa storia della Fondazione”. Nessun cenno a quello che è difficile non pensare come il vero oggetto del faccia a faccia, quella poltrona che fa gola a entrambi. 

In questo clima, nel cda odierno si è fatto il punto su un argomento non certo marginale e che si intreccia tra l’attuale governance e quella che verrà, ovvero alcune nomine importanti in capo alla fondazione. Non è un mistero che chi sostiene e lavora per l’arrivo di Palenzona cerchi di evitare che proprio l’assegnazione di alcuni incarichi importanti possa suonare come una sorta di paga del soldato per Quaglia. Sistemata la pratica Atlantia con l'indicazione del vicepresidente Maurizio Irrera, nomina “generosamente” concessa da Quaglia che, sedendo in società del Gruppo Gavio, non avrebbe potuto ricoprire, sul tavolo sono rimasti i dossier Cdp e Bpm.

Il posto lasciato libero nel board di Cassa depositi e prestiti dal dimissionario Matteo Melley, sarà occupato dall’attuale direttore di Acri, l’associazione tra le fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio, Giorgio Righetti. A proporre la designazione, dal tratto istituzionale, è stato lo stesso presidente di Acri Francesco Profumo in una lettera a tutti i presidenti delle fondazioni. Nella proposta di Profumo, destinata a trovare piena condivisione, c’è però anche altro: l’impegno ad assegnare il posto cui ora è diretto Righetti a un nome indicato, nel 2024, proprio dalla Crt. Sostanzialmente si sposta in avanti la spettanza all’ente di via XX Settembre, cui sarebbe toccato ora procedere alla nomina, evitando che avvenga a fine mandato, con il rischio di saltare il giro pieno e successivo che sarebbe magari andato ad altri.

Altra nomina in ballo è quella nel consiglio di Banco Bpm, cui aspirerebbe Davide Canavesio, il quale non nasconde neppure ambizioni sulla poltrona oggi di Quaglia e tra un po’, chissà, di Palenzona. E proprio l’attuale presidente avrebbe comunicato che non vi sarebbero novità, anche se dagli ambienti finanziari filtra la notizia che sarebbe invece già stata chiusa la long list in cui non ci sarebbe alcun nome proveniente dalla fondazione torinese. Forse potrebbe aprirsi qualche spiraglio per il ruolo di sindaco (ma occorre trovare un candidato in possesso dei requisiti). Ed ecco spuntare CariLucca, perché è proprio la Fondazione della Cassa di Risparmio di quella città a reclamare il posto e forse ad ottenerlo. Il sospetto che aleggia su questa vicenda, è che Quaglia possa aver in animo (o averlo già fatto) di scambiare proprio quella poltrona in Banco Bpm, con Lucca, in cambio del mantenimento del posto (sempre per lui) in F2i Sgr, il maggiore gestore indipendente italiano di fondi infrastrutturali che ha tra i soci le fondazioni aderenti all’Acri. Per i soliti “maligni” si tratterebbe di una sorta di buonuscita, utile in caso di malaparata.

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