Agnelli: Gamna, non intendo subire oltre

"Mi sono rivolto al giudice penale" perché "non intendo subire oltre le vessazioni che mi hanno procurato gravissimi e irreversibili danni nel tempo". E' quanto riferisce l'avvocato milanese Emanuele Gamna in merito alla querela depositata alla Procura di Firenze per alcuni contenuti del libro "Agnelli coltelli" di Gigi Moncalvo. "Margherita Agnelli da me assistita al tempo della successione del padre - afferma - ha ottenuto la più grande parte del patrimonio all'epoca "visibile", mantenendo il diritto di ricevere la metà di quanto fosse stato ritrovato in seguito e inoltre nel 2004 ha deciso in piena autonomia di cedere a sua madre la sua quota della società di controllo del Gruppo Fiat ritenendo la Fiat sull'orlo del fallimento". Nonostante questo, Margherita Agnelli e Gigi Moncalvo nel libro compaiono riferimenti "espliciti" e "infamanti" di "doppio gioco" in favore della madre e del figlio primogenito, John Elkann. Gamna considera questa "un'accusa grave" in quanto rivolta non solo a un amico di vecchia data, ma a un professionista verso cui per anni Margherita ha manifestato sensi di stima e gratitudine, fino a quando, dopo i primi successi dell'era Marchionne, ha invece deciso di porre in atto una strategia volta a far credere di essere stata ingannata e tradita al fine di ottenere ulteriori vantaggi dalla successione di suo padre". "Non intendendo subire oltre - conclude il penalista - le vessazioni che mi hanno procurato gravissimi e irreversibili danni nel tempo, mi sono rivolto al giudice penale".

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