FINANZA & POTERI

"Palenzona si ritira". "Falso". Guerra (anche) di nervi in Crt

Il camionista di Tortona sul punto di gettare la spugna? Manco per idea, assicurano i suoi sostenitori che puntano il dito su Quaglia e i suoi uomini: "Fanno disinformatia". Ganelli e il presunto appoggio della Curia (che non conta nulla). Sta finendo a schifio

Se la disìnformatia è arte tanto antica quanto l’uomo sulla faccia della Terra, non può stupire che faccia capolino, piuttosto vistosamente, anche nella travagliata vicenda che accompagna la scelta del futuro presidente della Fondazione Crt. Tanto più che la battaglia per le chiavi della cassaforte di via XX Settembre, di convenzionale mostra, giorno dopo giorno, di avere ben poco.

A conferma di ciò e del clima che ormai permea movimenti e manovre, basterebbe citare un fatto che a dir poco inusuale: il cda della fondazione ha dato mandato al vicepresidente Maurizio Irrera e al segretario generale Massimo Lapucci di incaricare un avvocato “non torinese” al fine di verificare se la lettera dei due consiglieri, ex magistrati, Arturo Soprano e Massimo Terzi, con cui hanno espresso il loro endorsement nei confronti dell’attuale presidente (e ricandidato) Giovanni Quaglia, possa ravvisare una violazione o, comunque, un mancato rispetto del codice etico dell’ente, per quanto attiene alla riservatezza.

Insomma, uno scontro a tutto campo, con (quasi) tutte le armi a disposizioni compresa quella di propalare false informazioni sul conto degli avversari. Da qualche ora ha preso a circolare con insistenza la voce di un imminente passo indietro di Fabrizio Palenzona. Possibile? “Assolutamente falso”, replicano dall’inner circle del banchiere di Tortona che non solo assicurano di aver già nel forziere le firme necessarie a presentare la candidatura ma accusano senza mezzi termini il fronte opposto di “spargere menzogne con l’evidente fine di destabilizzaci”. E puntano il dito su Gianni Maria Stornello, giovin virgulto di 83 primavere, solido ceppo democristiano, commercialista e revisore dei conti, ex consigliere della fondazione ai tempi di Andrea Comba e una vasta collezione di cariche, da Unicredit a Scai, da Ativa alle Ogr, dalle Autostrade Meridionali al Forte di Bard, passando per la rappresentanza consolare onoraria della Bulgaria. È lui ad orchestrare, tra contatti e strategie, la campagna elettorale di Quaglia in quella che, ormai, si presenta come un muro contro muro tra l’ex presidente della provincia di Cuneo e “il camionista” alessandrino, con un comprimario come il notaio torinese Andrea Ganelli il cui borsino, ad oggi, sarebbe non poco distante da quello degli altri due.

L’erede del prestigioso studio notarile che fu di Antonio Maria Marocco, aspira a raccoglierne l’indiretta eredità anche in Crt, e si sta muovendo a dispetto della professione e degli usi e costumi di certi ambienti “in modo scomposto”. Compreso il tentativo di accreditare il sostegno della curia torinese, cosa di cui molti dubitano. Anzitutto, perché l’ipotetica volontà andrebbe attribuita non alla Diocesi torinese quanto alla Conferenza Episcopale Piemontese, la vera titolare della rappresentanza in fondazione, ma ancor più è da tenere presente che l’attuale rappresentante dei vescovi, Elisabetta Mazzola, commercialista di Caluso, è entrata in consiglio di indirizzo su suggerimento dell’attuale componente del cda Antonello Monti, imprenditore molto vicino alle gerarchie ecclesiali vercellesi e novaresi, ma non di meno a Palenzona. Ganelli, personaggio sui generis dal vezzo (soprattutto nel vestire) di presentarsi come anticonformista e dissonante dall’understatement sabaudo, pur appartenendo a pieno titolo all’establishment cittadino viene giudicato “unfit”. “Ma ve lo vedete presiedere un cda con Caterina Bima e Irrera? Finirebbe in minoranza dopo 5 minuti”, dice caustico un membro del board.

Ganelli può certamente contare sull’appoggio di Stefano Lo Russo, di cui è stato sostenitore, e al massimo su un paio di voti in consiglio: quella di Cristina Di Bari, espressione della Camera di Commercio, e quello del professore del Politecnico Pierluigi Poggiolini. Questo, tuttavia, ad oggi. Certo pesano ancora un po’ le gaffe e i passi falsi come quelle anomale consultazioni di qualche mese fa e, dunque, il supporto del sindaco potrebbe essere letto come una sorta di riconoscenza, pur con la consapevolezza di non poter garantire molto altro al notaio. Chissà.

E mentre sono al lavoro gli sherpa, da un lato Stornello, dall’altra il palenzoniano di ferro Corrado Bonadeo, da entrambe le parti ci si premura di rassicurare le istituzioni, Regione e Comune di Torino in primis, sul fatto che si è lontani anche solo dal pensare ad azioni ostili nei loro confronti. La realtà, almeno per il fronte di Quaglia, appare un po’ diversa. Difficile non considerare uno sgarbo ad Alberto Cirio la designazione di Alessandra Siviero, attingendo nella terna fornita dalla Regione il nome proposto dalle minoranze, tagliando fuori la prima scelta del governatore, ovvero l’ex pm Antonio Rinaudo. Uno schiaffo, quello ricevuto dal presidente della fondazione, che brucia ancora sulla guancia del governatore. E se non bastasse, all’orecchio di Cirio è arrivato l’ostracismo di Quaglia nei confronti di sua sorella, Giuliana Cirio, apprezzata direttore dell’Unione Industriale di Cuneo indicata da molti per la direzione generale della Cr Cuneo, incarico poi andato invece a Roberto Giordana con una scelta interna. Sull’operazione c’è qualcuno che ha visto volare una piuma, indizio del pesante svolazzo di Quaglia.

Se il recente passato sembra non deporre a favore di un un secondo mandato per l’attuale numero uno di via XX Settembre, il proconsole di Palenzona Bonadeo sottolinea il tratto di “uomo delle istituzioni” di Big Fabrizio, come figura lontanissima da rivalse men che meno vendette, fino al punto che allo stesso Quaglia sarebbe stata offerta più di una soluzione “onorevole” per favorire la ricomposizione. Offerte rispedite al mittente. Di certo Furbizio, al momento, a dispetto della disinformatia, non ha alcuna intenzione di abbandonare il campo, a meno di un terzo nome di ampia condivisione. Una soluzione al momento inesistente.

print_icon