Industria, volano per l'agricoltura

Il festival dell’agricoltura ColtivaTo che si terrà a Torino a fine mese è una bella e stimolante notizia per una città ancora a vocazione industriale e con un terziario avanzato che si è ormai affermato, anche se ha conosciuto momenti di crisi. Questa intersezione di settori così diversi ma complementari può fare crescere il territorio soprattutto se si affronta il tema dell’agricoltura non in modo bucolico ma reale, sostanzioso: quella che deve servire a sfamare il mondo. D’altra parte, ai confini tra Settimo e Torino Cnh Industrial, con Fpt, produce motori che vengono montati su moltissimi marchi di trattori, quindi in città esiste già un forte filiera industriale della motoristica agricola.

Si tratta di agganciarsi e proseguire intrecciando industria e agricoltura con l’innovazione industriale perché per produrre cibo servono macchinari, tanti macchinari. Poi serve anche l’agricoltura di nicchia, la difesa delle colture e piante in via di estinzione, recuperare vecchie cultivar. Ma sfamare il pianeta necessita anche di standardizzazione, pianificazione, colture estensive.

Pensiamo all’impatto turistico di una piccola ma significativa iniziativa come il recupero del vigneto della Regina in collina. Pensiamo, attraverso anche i fondi del Pnrr, se aree dismesse fossero recuperate all’agricoltura idroponica. Pensiamo che a Grugliasco sorge la facoltà di agraria e veterinaria e che intorno a Torino resistono e vivono anche le vecchie cascine affiancate da quelle nuove. L’agricoltura è già in città metropolitana con la sua filiera, a cui mancano dei pezzi che vanno creati. Esiste già la formazione scolastica, la ricerca e l’innovazione, parti di produzione industriale e quella agricola.

Dalla linearità però bisogna sviluppare la circolarità puntando al recupero degli scarti animali e alimentari creando la filiera del biogas non solo per autoconsumo agricolo ma per il riscaldamento, per la trazione agricola. New Holland, sempre Cnhi, ha sviluppato il motore a metano. I carburanti a biogas sono già integrabili e/o sostitutivi del diesel; quindi, si opera già in agricoltura in alternativa al motore endotermico classico ma senza puntare esclusivamente sull’elettrico anche perché l’agricoltura in un’ottica di circolarità e produttrice di alimentazioni ecologiche alternative ai combustibili fossili.

Per sviluppare l’agricoltura di precisione, l’uso dell’Intelligenza artificiale, lo studio di motori meno inquinanti serve una Torino con una grande tradizione e esperienza nel campo industriale che sappia fare ricerca e innovazione. Dell’agricoltura non si può fare a meno e l’Italia ha nell’agricoltura un settore importantissimo dove per stimolare soprattutto i giovani al ritorno alla terra occorre offrirgli insieme a una consapevolezza più ecologica, meno inquinante anche grande innovazione tecnologica che passa dalla informatizzazione della gestione aziendale alla guida autonoma e/o simultanea di più mezzi agricoli. Provate solo a immaginare quando nella raccolta del mais per insilato si riuscirà, in modo diffuso, ad avere un solo operatore che gestisce trincia e trattore che viaggiano fianco a fianco.

Insieme a chi vuole sviluppare la filiera dei prodotti di nicchia serve uno sviluppo della meccanizzazione agricola e oggi la nostra visuale prospettica dovrebbe spostarsi un po', con equilibrio, da corso Tazzoli a Lungo Stura Lazio che negli anni ha conosciuto molte meno crisi del settore auto.

Un tema ancora più importante oggi, che stiamo vivendo il problema della siccità aggravata esponenzialmente in Piemonte, è una gestione oculata della risorsa acqua che richiede, oltre alle ruspe per fare i bacini di contenimento, tecnologia informatica per gestire le irrigazioni senza spreco idrico. I cambiamenti climatici si combattono anche con l’innovazione tecnologica, con nuovi agrofarmaci meno impattanti ma efficaci su tante nuove patologie delle piante, con piante più resistenti anche riscoprendo le vecchie varietà fruttifere.

Cambia l’agricoltura, cambiano i lavori, cambiano le professionalità c’è spazio per i giovani. Insomma, il festival di ColtivaTo è una curiosa, scientifica e piacevole iniziativa per scoprire che l’agricoltura e l’agricoltura di città sono indispensabili occasioni per migliorare e rendere appetibile il nostro territorio. Mi aspetto in futuro di vedere qualche vigneto in Torino, chi comincia?

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