DISCORDIA ISTITUZIONALE

Il Questore striglia Lo Russo:
"Grave silenzio su corso Verona"

Al 171° anniversario della Polizia, Ciarambino punta il dito contro il sindaco di Torino per il mancato aiuto nell'individuazione di una sede alternativa per l'Ufficio Immigrazione. Lo stabile è inagibile, le code si fanno all'addiaccio ma "non può essere solo un problema mio"

Il tono è quello istituzionale, tutt’altro che sgarbato, ma per la prima volta il Questore di Torino Vincenzo Ciarambino ha deciso di lavare i panni in piazza e denunciare pubblicamente quelle che considera le macchie dell’amministrazione comunale nei rapporti con quel corpo che “ogni giorno” compie “atti normali o di straordinario rilievo” al servizio della comunità torinese. Lo fa nel suo intervento al Conservatorio dopo la deposizione della corona d’alloro al cippo dei Caduti nel cortile d’onore della Questura per il 171° anniversario della nascita della Polizia di Stato.

Al centro della querelle la struttura dell’Ufficio Immigrazione della Questura in corso Verona dove ogni giorno centinaia di migranti si mettono in coda per ottenere informazioni e permessi di soggiorno. La mancanza di personale ha fatto accumulare le domande e solo grazie a un protocollo d’intesa con Palazzo Civico e sindacati nelle ultime settimane l’arretrato sta iniziando lentamente a essere smaltito. Non solo: lo stabile, di proprietà del Demanio, ha problemi di inagibilità. Il salone, che accoglie quattrocento persone, è stato parzialmente chiuso e da alcuni mesi le code si fanno fuori. Una situazione che provoca disagi immensi a utenti e personale e che ha portato anche a inevitabili momenti di tensione.

A marzo il questore ha bussato alla porta del sindaco Stefano Lo Russo per chiedere un aiuto a trovare una sede alternativa e pare che durante il colloquio il primo cittadino abbia subito messo le mani avanti: “Chi paga l’affitto?” indisponendo un po’ il suo interlocutore. Da allora nulla si è mosso e oggi Ciarambino parla di un “grave e preoccupante silenzio istituzionale per il reperimento di sedi alternative” rispetto a corso Verona “ove consentire un approccio più confortevole”. “Lo dico – ha proseguito il numero uno della Polizia – non per allontanare da me responsabilità amministrative, etiche e soprattutto penali che, nella mia posizione datoriale sto assumendo oltre il consentito, garantendo comunque la funzionalità della struttura con il personale operante, ma per far comprendere che tale problema non dev’essere di esclusivo appannaggio della Polizia di Stato, trattandosi di una criticità che rischia di riversarsi su un’intera comunità”. Perché la responsabilità sarà pure della Questura ma i disagi per l’attuale situazione li subiscono tutti i torinesi.

Ciarambino ha ricordato che, nonostante le carenze, “stiamo cercando di supplire con un impegno che fonde valori di abnegazione e capacità di assistenza” un’utenza media giornaliera di “800 persone circa”, “cui vanno fornite risposte e soluzioni alle loro esigenze di regolarizzazione e dintegrazione”. Il Questore rileva, inoltre, che l’Ufficio Immigrazione gestisce 140mila posizioni soggettive e 160mila posizioni giuridiche e “costituisce il primo specifico filtro e tassello per avviare quei processi integrativi che subiscono altrimenti negativi riflessi dalla sua limitata efficienza, con il rischio di favorire nell’utenza il convincimento di esser costretta, sin da subito, cioè dai primi approcci con la pubblica amministrazione, ad affrontare le prime difficoltà integrative”.

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