DESTRA & SINISTRI

Il Fuan ha eletti in ogni sede, ma l'Ateneo vuole metterlo al bando

La commissione elettorale dell'Università di Torino certifica l'elezione dei candidati di destra e anzi annuncia sanzioni per Studenti indipendenti. Il paradosso della possibile esclusione dall'albo delle associazioni

È finita coi censori della morale altrui che vengono sanzionati per le loro azioni. È di queste ore la comunicazione con cui la commissione elettorale dell’Università di Torino ha accettato il ricorso del Fuan, associazione che riunisce gli studenti di destra, e preannunciato una lettera di biasimo nei confronti del collettivo Studenti indipendenti per “la violazione del divieto di propaganda nei giorni delle votazioni”.

Il contesto in cui si è svolta la querelle è quello delle elezioni universitarie nel capoluogo piemontese, movimentate proprio dall’annuncio che il Fuan era stato escluso dall’albo delle associazioni dell’ateneo. Ad affermarlo gli Studenti indipendenti con un post sui social:“Lunedì pomeriggio la commissione paritetica responsabile di valutare le domande di iscrizione all’albo si è riunita e per la prima volta ha accolto la richiesta”. A due settimane di distanza, però, la commissione paritetica non ha ancora confermato tale antiipazione e intanto le urne hanno dato il loro responso: l’associazione che rappresenta la destra nell’Ateneo ha ottenuto una dozzina di eletti ed è rappresentata in tutte le principali sedi di Torino.

Il paradosso pare evidente: un’organizzazione che può presentarsi alle elezioni, partecipare alla vita democratica dell’Università, avere dei rappresentanti nei suoi organismi viene messa al bando da quello stesso ateneo? Far parte dell’albo delle associazioni vuol dire infatti poter usufruire di spazi e contributi che il rettore Stefano Geuna – in nome di valori condivisi come la “democrazia” – concederebbe a tutti tranne che al Fuan, la prima lista di destra per numero di eletti, “da quest’anno presenti per la prima volta anche a Palazzo Nuovo” fa notare orgoglioso uno di loro.

È dallo scorso autunno che un movimento di pochi facinorosi ha preso di mira gli studenti di destra al motto “Fuori il Fuan dall’Università”, a ottobre sono anche comparse scritte contro Geuna sui muri del Rettorato in via Po: “Geuna complice dei fascisti” e “Fuan fuori dall’albo”. I toni e certa violenza verbale ricordano gli scontri degli anni Sessanta e Settanta, il disinteresse della stragrande maggioranza degli studenti (hanno votato il 15 percento degli aventi diritto) è invece tipico dei giorni nostri. Le manifestazioni vanno di pari passo con quelle che prendono di mira la Regione (e in particolare l’assessore all’Università di Fratelli d’Italia Elena Chiorino per l’aumento del pasto mensa passato da 1,80 a 2,15 euro). La vicinanza tra Fuan e FdI non è un mistero e tanto basta per scaldare ulteriormente gli animi. La pressione è stata talmente forte che si parla anche di avvicendamenti nella commissione paritetica per assicurarsi il voto favorevole all’esclusione. Se effettivamente il Fuan sia fuori dall’albo o meno al momento non è ancora dato saperlo. Di certo sono dentro altre liste di destra, anche quelle nate recentemente da una costola del Fuan, come per esempio Di Più, che ha accolto alcuni esponenti di Aliud, quelli che avevano distribuito adesivi contro l’uso dello schwa.

print_icon