POLITICA & GIUSTIZIA

Piazza San Carlo, Appendino: "Decisi io la proiezione e nessuno sollevò dubbi"

"Non voglio sfuggire alle responsabilità delle mie scelte politiche" dice l'ex sindaca davanti alla Corte d'Assise d'Appello. Poi precisa: "Mai entrata nella fase organizzativa dell'evento". Il procuratore generale chiede la conferma della pena di 18 mesi

“Non voglio sfuggire alle responsabilità delle mie scelte politiche ed è su queste scelte politiche di cui mi assumo la piena responsabilità che vi chiedo di essere giudicata”. Così Chiara Appendino, ex sindaca di Torino e oggi parlamentare del Movimento 5 Stelle, questa mattina davanti alla Corte d’Assise d’Appello, a cui ha rilasciato spontanee dichiarazioni, durante l’udienza per i tragici fatti di piazza San Carlo. La sera del 3 giugno 2017, a causa di una serie di ondate di panico tra la folla presente nella piazza per seguire su maxischermo la finale di Champions League tra la Juventus e il Real Madrid, ci furono oltre 1.500 feriti e in seguito la morte di due donne. Per questi fatti l’ex prima cittadina e il suo ex capo di gabinetto, Paolo Giordana, sono stati condannati in primo grado a 18 mesi di reclusione. 

Appendino ha sottolineato che la scelta di proiettare la partita fu sua, perché riteneva quell’occasione “non solo opportuna, ma un’opportunità” per la città. Una proiezione che “tutti si aspettavano e che davano per scontato”. “Ma se qualcuno tra gli addetti ai lavori avesse sollevato un dubbio o una perplessità sarei stata la prima a prenderli in considerazione”. Per l’occasione, ha ricordato Appendino, in seguito alla sua volontà di scegliere una piazza aulica per la proiezione, venne convocata, su sua indicazione, una riunione dall’allora capo di gabinetto, Giordana. Da qui venne indicata, come era già accaduto in passato, come luogo adatto alla manifestazione, piazza San Carlo.

Il procuratore generale, Carlo Maria Pellicano, ha chiesto la conferma delle condanne per Appendino e Giordana e una riduzione per l’ex questore Angelo Sanna e per Maurizio Montagnese, responsabile dell’agenzia Turismo Torino, alla quale il Comune affidò la cura dell’evento. Appendino, difesa da Luigi Chiappero ed Enrico Cairo, durante le dichiarazioni, ha evidenziato che piazza San Carlo non è mai stata messa in discussione e che lei si sentiva “serena” quando ha appreso che l’evento sarebbe stato affidato a Turismo Torino. “Io non solo avallai la scelta – ha precisato – ma ne fui sollevata”. “Non sono mai entrata nella fase organizzativa dell’evento, anche perché non avevo né il ruolo né la competenza tecnica per farlo – ha aggiunto –. io sapevo benissimo che c’erano degli organi preposti, la commissione di vigilanza con rappresentanti del Comune, ed ero convinta che nel caso ci fosse stata una difficoltà o un problema ovviamente mi sarebbe stato riportato o sarei stata avvisata, e mi sarei attivata”.

In piazza San Carlo, un’ulteriore ordinanza contro la vendita del vetro non sarebbe servita a evitare l’accumulo di vetri sulla pavimentazione, una delle cause del ferimento dei presenti. È quanto ha affermato uno dei legali di Appendino, Enrico Cairo. “Secondo noi non c’è una responsabilità penale dell’ex sindaca per quelle che sono state le scelte iniziali della manifestazione – ha spiegato il legale –. Cioè scegliere di farla nonostante mancassero pochi giorni, la scelta della piazza come luogo per la sua conformazione e la scelta dell’ente, sono state scelte che lei non si è mai nascosta e le ha sempre affrontate, ma che non hanno inciso sull’allestimento”. Per la difesa dell’ex sindaca “quelle scelte iniziali non hanno avuto un’efficace determinante sulle reali cause dell’incidente”. Inoltre, Cairo ha cercato di spiegare perché non ci sia stata un’omessa vigilanza su quella che era l’organizzazione tecnica: “Perché c’era un ente, la commissione di vigilanza che aveva quel compito” ha detto. “Le ragioni per cui un’ordinanza anti-vetro che vietasse alla gente di portarsi il vetro da casa e che non potesse acquistarlo in piazza, non avrebbe inciso perché in piazza la vendita da parte degli ambulanti era già vietata e il bar della piazza si è dimostrato che non hanno venduto vetro” ha concluso. 

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