DOPO IL VOTO

"Poteva andare peggio", i leader della destra si (auto)assolvono

A leggere certe ardite analisi di alcuni dirigenti pare che Lega e soci abbiano vinto le elezioni. Invece il primo partito è il Pd e, mentre ovunque i partiti di governo avanzano, in Piemonte arrancano. Il caso del M5s che va meglio quando è solo

Figuriamoci se avessero vinto. E già, perché andando oltre l’assunto post-elezioni in base al quale non c’è mai nessuno che ha perso, o meglio che lo ammette, le eccessivamente compiaciute analisi del voto (nulla a spartire con antichi rituali del Pci con effetto Corazzata Potëmkin) che arrivano dal centrodestra e in particolare dalla Lega stridono come unghie di gatto sui vetri. “In fondo non è andata poi così male”. La sintesi delle valutazioni del segretario piemontese Riccardo Molinari, con la lieve ammissione sul fatto che questo turno elettorale “non è tra i più fortunati”, porta dritti dritti al chi si contenta gode. Ma è tutt’altro che un piacere quello che si respira attorno al Carroccio che ha perso due sindaci per strada (Ivrea e Novi Ligure) e che, piaccia o meno, esce ammaccato da un voto che attribuisce al Pd la palma di primo partito nella regione (31% a Ivrea, 29,3 a Novi Ligure, 23,4 a Orbassano). Certo, difficile dare torto ad Alberto Cirio, secondo cui “il centrodestra vince dove si presenta unito”, concetto scontato, quasi lapalissiano. E sì che di unità a destra, in queste amministrative piemontesi se n'è vista poca. A partire proprio da Novi dove la Lega è andata per conto suo lasciando a un disperato ballottaggio contro il piddino Rocchino MuliereMaria Rosa Porta candidata di Forza Italia e Fratelli d’Italia.

“Quando si ha l’onere di tenere insieme una coalizione lo si deve fare con pazienza, ascolto, mediazione, non con le prove di forza che portano a divisioni e inevitabilmente a sconfitte”, scrive il segretario regionale della Lega nel ringraziare i militanti di Ivrea “che hanno dovuto affrontare una campagna elettorale assai complessa, ma che per lealtà al centrodestra hanno portato fino in fondo, anche se l’esito era scritto dall’inizio”. E lì, nella città dove il centrodestra non è andato oltre il 16% superato pure dal Terzo Polo con l’uscente Stefano Sertoli, la sconfitta meglio sarebbe chiamarla disfatta. Molinari richiama “le divisioni altrui” come causa di un’altra partita persa, sia pure per pochi voti, quella di Omegna e osserva come “la città – in questo caso Pianezza – non era ancora pronta”. Insomma colpa degli elettori se ha perso Sara Zambaia, su cui aveva puntato il centrodestra, tagliando fuori l’ex sindaco Antonio Castello che ora va al ballottaggio col candidato giallorosso.

Difficile negare che il voto nei centri maggiori del Piemonte faccia suonare un campanello d'allarme per la coalizione di governo in vista delle regionali del prossimo anno. Quuel che può confortare Lega, FdI e Forza Italia è che nel resto d'Italia il centrodestra avanza, va a intaccare storiche roccaforti rosse in Toscana e nelle Marche e quindi la disfatta piemontese è solo responsabilità di una classe dirigente poco capace. Alle regionali (col traino delle europee) sarà un voto decisamente più politico e a soffiare sul Piemonte sarà in particolare il vento nazionale.

E se il Pd si gode la palma di primo partito, il M5s ha raggiunto il suo risultato migliore a Orbassano e Novi Ligure, totalizzando rispettivamente il 7,17 e il 6,38 percento dei voti. Mentre ha sofferto nelle città dove si è presentato in coalizione con il centrosinistra: sia a Pianezza sia a Ivrea i pentastellati sono rimasti sotto il 4%. Un dato sul quale dovranno riflettere: meglio perdere da soli con un buon risultato di lista o rischiare di annacquarsi in una coalizione vincente ma in cui si rischia di essere residuali? L’unico risultato rilevante del Terzo Polo è invece stato raggiunto a Ivrea, a sostegno del sindaco uscente Sertoli (che prima era nella coalizione di centrodestra) con l’8,68%, che non sono comunque bastati per contenere la vittoria al primo turno di Matteo Chiantore (Pd-M5s). Nel centrodestra, a sorpresa Forza Italia è riuscita a tenere testa a Fratelli d’Italia, staccando la Lega a Novi Ligure (dove la coalizione era spaccata tra FdI-Forza Italia e la Lega) e a Orbassano, dove il partito di Silvio Berlusconi ha raccolto più voti all’interno della coalizione superando anche FdI. Proprio il partito di Giorgia Meloni è rimasto distante dalle percentuali ottenute alle elezioni politiche. A Orbassano ha raggiunto il risultato più alto, a quota 14,07%. Mentre a Pianezza si è dovuto accontentare del 5,8.

Il caso di Orbassano, dove Cinzia Bosso ha vinto al primo colpo, è bandiera da sventolare per i partiti del centrodestra, facendo finta che non spetti ad altri impugnare l’asta. Stavolta dietro un sindaco c’è, come si dice, un grande (in quanto a consensi e voti) ex sindaco. Attribuirsi il risultato senza tenere conto che gran parte di esso va ricondotto proprio al consorte della Bosso, ovvero il forzista dai lontani trascorsi socialisti, Eugenio Gambetta, è peccato veniale ma non nascondibile per i partiti e i loro capataz. Applicato il modello che ha confermato Claudio Scajola a sindaco di Imperia – “tenere a distanza i partiti e i loro leader”, quanto serve – Gambetta ha centrato l’obiettivo.

“I risultati delle elezioni amministrative confermano la centralità di Forza Italia in Piemonte”, declama il coordinatore regionale, nonché ministro, Paolo Zangrillo. Issa a vessilli la Bosso e pure la novese Porta. E, rischiando d’essere confuso col fratello davanti al San Raffaele, assicura che “il partito è in salute”. Qualche eccesso di soddisfazione e pure qualche giustificazione, alcune delle quali comprensibili altre un poco meno, per esiti che in gran parte erano previsti da chi nonostante ciò si è presentato con figure e schemi deboli in partenza. Un quadro, quello che esce dal voto, che neppure il più abile armocromista potrebbe tingere con colori diversi da quelli che il centrodestra dovrà correggere per l’appuntamento con gli elettori piemontesi del prossimo anno. Togliendo gli occhiali che mostrano il cielo azzurro, anche quando c’è più di una nuvola grigia.

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