LA SACRA FAMIGLIA

Eredità Agnelli, la faida continua. Sospeso il procedimento a Torino

Stop all'azione legale promossa da Margherita. Il tribunale del capoluogo piemontese ha accolto la richiesta degli avvocati degli Elkann. Si attende la definizione di due cause in corso in Svizzera. Il patrimonio e il controllo dell'impero: ecco cosa c'è in ballo

Stop all’azione legale promossa a Torino da Margherita Agnelli intorno alla eredità di famiglia. Il tribunale del capoluogo piemontese ha accolto una richiesta degli avvocati della controparte (i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, figli di Margherita) e ha sospeso il procedimento in attesa della definizione di due cause in corso in Svizzera. Lo si è appreso da fonti vicine agli ambienti giudiziari. La figlia dell’Avvocato aveva chiesto una quota del patrimonio della madre, Marella Agnelli Caracciolo, moglie di Gianni Agnelli (deceduta tre anni fa), al quale aveva rinunciato con un accordo stipulato nel 2004.

La decisione, quindi, interrompe l’iter del lungo contenzioso e non entra ancora nel merito della causa, ovvero se quei patti, siglati secondo la giurisprudenza svizzera siano da ritenere validi. Com’è noto Margherita punta a rimettere in discussione gli accordi successori sottoscritti dopo la morte del padre, con l’obiettivo di garantire maggiori benefici per gli altri cinque figli, avuti da un secondo matrimonio. Se il tribunale di Torino dovesse decidere a suo favore, Margherita, 67 anni e unica figlia sopravvissuta di Gianni Agnelli, potrebbe rivendicare la metà del patrimonio della madre, e una quota del veicolo di famiglia.

La controversia ha origine da una serie di accordi ereditari, noti come “patti di Ginevra”, che Margherita – artista e filantropa, come ama qualificarsi – firmò nel 2004 dopo la morte del padre avvenuta l’anno precedente, quando peraltro la Fiat versava in difficilissime condizioni finanziarie. In base al primo di tali patti, Margherita ricevette proprietà, opere d’arte e altri beni liquidi dall’eredità dell’Avvocato, di fatto rinunciando a qualsiasi influenza futura sulla Dicembre, società semplice e chiave dell’intera struttura proprietaria di Exor, la holding della famiglia Agnelli. I patti cementarono il ruolo di John Elkann come erede designato di Gianni Agnelli a capo dell’impero industriale e finanziario di famiglia – a quei tempi appunto in grave crisi – con la madre Margherita che di fatto invece ne usciva. Invertita la crisi, John Elkann, 47 anni, è ora alla guida di Exor, il cui vasto portafoglio di partecipazioni spazia dall’industria alla sanità, dall’editoria alla moda e al calcio, con Juventus. Il secondo patto riguardava il patrimonio di Marella Caracciolo, moglie di Gianni Agnelli e madre di Margherita, deceduta nel 2019 all'età di 91 anni. Marella trasferì le proprie quote nella Dicembre a tre dei suoi nipoti, John, il fratello Lapo e la sorella Ginevra, i figli di Margherita avuti dal suo primo matrimonio, quello col giornalista Alain Elkann.

Margherita vuole che i patti vengano annullati per consentire, secondo fonti a lei vicine, che anche i suoi cinque figli avuti dal secondo marito, l’ex dirigente Fiat franco-russo Serge De Pahlen, possano beneficiare di una quota del patrimonio della nonna. Margherita sostiene inoltre che successivamente alla morte di suo padre siano state scoperte ricchezze non dichiarate a lui riconducibili, su cui essa vanterebbe diritti, insieme ad altri membri della famiglia. A tale proposito, una fonte vicina a Margherita nega che l’accordo successorio iniziale, che le garantì gli 1,2 miliardi di eredità, coprisse possibili ulteriori asset nascosti del patrimonio di Gianni Agnelli che venissero scoperti successivamente.

La morte di Marella ha dato origine all’azione legale che è al centro del caso aperto tre anni fa a Torino, sede della Fiat e tradizionale “capitale” del clan Agnelli. Si tratta solo dell’ultima di una serie di iniziative legali sull’eredità dell’Avvocato sviluppatesi tra Svizzera e Italia negli ultimi 15 anni. Gli avvocati torinesi di Margherita sostengono che i “patti di Ginevra” dovrebbero essere dichiarati nulli perché fondati sul presupposto, da essi contestato, che Marella fosse residente in Svizzera. La legge italiana vieta infatti tali patti successori. I documenti depositati dagli avvocati di Margherita presso il tribunale di Torino, esaminati da Reuters e contenenti relazioni di investigatori privati, sostengono che dal 2003 al 2019 Marella non abbia mai trascorso più di quattro mesi l’anno in Svizzera e quindi non avrebbe potuto qualificarsi come residente nel paese. Fonti vicine al campo degli Elkann sostengono che sia le autorità svizzere sia quelle italiane hanno confermato lo status di residente in Svizzera di Marella al momento della sua morte nel 2019, e anche nel 2004 quando furono firmati i patti successori.

A seguito della scomparsa della nonna, John Elkann è salito al 60% della Dicembre, mentre il fratello Lapo e la sorella Ginevra hanno ottenuto ciascuno il 20%. La Dicembre è il primo azionista, con una quota del 38%, della Giovanni Agnelli BV, la società che raggruppa circa 100 azionisti in rappresentanza dei circa 200 discendenti viventi del fondatore della Fiat Giovanni Agnelli. La Giovanni Agnelli BV detiene il controllo, col 53% delle azioni, della quotata Exor, che possiede a sua volta le partecipazioni in Stellantis, Ferrari, Juventus e numerose altre aziende, tra cui Iveco, Cnh Industrial e Gedi. Gli Elkann sostengono che un eventuale processo civile che dovesse essere avviato a Torino non potrà in alcun modo annullare il trasferimento delle azioni della Dicembre ai fratelli John, Lapo e Margherita. Secondo tali fonti le pretese di Margherita Agnelli mirano a ottenere ulteriori e ingiustificati vantaggi finanziari.

La decisione del tribunale di Torino sulla sua competenza in materia a questo punto slitta ancora, in attesa della sentenza del giudizio parallelo attualmente in corso in Svizzera sulla legittimità dei patti di Ginevra.

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