SINDACATO ROSSO

Una marcia per la sanità.
Landini "copia" Airaudo

A Torino il leader della Cgil annuncia la mobilitazione di sabato prossimo a Roma, ovviamente contro la privatizzazione. E se sotto la Mole il corteo ha dato il via alla campagna per le regionali, nella capitale a finire nel mirino è il governo. Il nodo Stellantis

“Sabato siamo in piazza per rilanciare gli investimenti sulla sanità pubblica che è al collasso e per impedire che la gente continui a morire sul lavoro, per tutelare la salute e la sicurezza. Credo che sia il momento che il governo investa. Dopo i tagli di questi anni c’è bisogno di investire per assumere medici infermieri”. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, oggi a Torino per prendere parte all’attivo dei delegati piemontesi, parte proprio dalla marcia promossa dalla sua organizzazione assieme a una serie di associazioni lo scorso 27 maggio e conclusa sotto il grattacielo della Regione Piemonte per illustrare i contenuti della mobilitazione del prossimo fine settimana a Roma. E se quella capitanata da Giorgio Airaudo ha segnato, nel fatti, l’apertura della campagna elettorale per le regionali del 2024, quella nazionale serve a mettere sotto accusa il governo di Giorgia Meloni. “C’è bisogno di spendere i soldi del Pnrr per costruire le strutture sul territorio e fare in modo che non diventino private. Qui a Torino c’è stata una grande manifestazione sulla sanità, sabato a Roma vogliamo rendere evidente che quella della sanità pubblica è una questione nazionale e non riguarda solo chi lavora nella sanità, è un diritto di tutti previsto dalla Costituzione. C’è bisogno che le Regioni facciano la loro parte e spendano i soldi per fare assunzioni. Proprio domani avremo un incontro con il ministro della Salute, sono temi che metteremo sul tavolo perché la situazione è della sanità pubblica non è più accettabile, siamo al collasso”, ha sottolineato Landini. Nel mirino, ovviamente, lo strisciante “processo di privatizzazione”, slogan vuoto ma buono per tutte le stagioni: “Sono stati tagliati 40 miliardi negli ultimi 15 anni, bisogna invertire questa tendenza. Sono state tagliate le spese per la medicina preventiva e per gli ispettorati per il lavoro, il governo sta per fare un decreto che aumenterà la precarietà e la precarietà fa aumentare le morti sul lavoro”.

Tra i tanti temi toccati dal leader di corso Italia non poteva mancare nell’ex capitale delle quattroruote la questione della produzione automobilistica. “La capacità produttiva nel nostro Paese è di 1,5 milioni di auto e se ne stanno producendo 400.000. La Fiom è andata a Parigi proprio per denunciarlo. Il punto è che bisogna fare degli investimenti. Utilizzare questa capacità produttiva vuol dire anche essere all’avanguardia sull’innovazione, sull’auto elettrica”. E il governo non può sottarsi alle sue responsabilità fino, par di capire, a prendere in considerazione l’ingresso dello Stato nel capitale di Stellantis, cosa che non dispiacerebbe affatto a una parte significativa della destra sovranista nostrana. “Questo non può essere lasciato solo al mercato – ha spiegato Landini – c’è bisogno di una politica industriale, che anche i soldi pubblici siano utilizzati in questa direzione. Nessuno sa, nemmeno il governo, cosa concretamente intenda fare Stellantis nel nostro Paese. Questo non è assolutamente accettabile se guardiamo a quello che succede negli altri Paesi: in Francia dove il governo è socio di Stellantis, ma anche in Germania e in altri Paesi. Uno dei cambiamenti che abbiamo di fronte è la mobilità come prodotto e questo vuol dire non solo come si producono le auto, ma come si costruiscono le città e come le persone si spostano. Quindi c’è bisogno di un progetto complessivo”.

Un passaggio è stato dedicato ai cosiddetti contratti pirati. “Non c’è nessuna trattativa, il governo ha dichiarato che non è intenzionato a intervenire, a oggi questo tema non è oggetto di discussione. Anzi siamo di fronte a un governo che invita ai tavoli delle trattative sindacati che firmano contratti pirata e non rappresentano nessuno”. “Siamo di fronte a una logica del governo molto sbagliata. Per noi non è accettabile. Il governo non sta mettendo neanche le risorse per rinnovare i contratti nazionali di lavoro”, ha aggiunto Landini. “Stiamo chiedendo da tempo, una legge sulla rappresentanza che misuri la rappresentanza dei sindacati e delle imprese, ma anche che dica che i contratti collettivi nazionali sono validi solo se firmati da sindacati rappresentativi e se i lavoratori e le lavoratrici hanno il diritto di poter votare per approvarli. Ci vuole una legge che dia valore generale ai contratti, non solo la tutela dei salari, ma di tutti i diritti, ferie, malattie, infortuni. E dentro questo schema bisogna arrivare anche a un salario minimo che stabilisca una soglia sotto la quale nessun contratto può avere valore”, ha spiegato il leader della Cgil.

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