TRAVAGLI DEMOCRATICI

Diodato, Niccolò Fabi e Silvestri: con Schlein il Pd cambia musica

Più che una mobilitazione sembra il Disco per l'Estate. La segretaria legge la relazione scritta nella sua cameretta e, a parte la colonna sonora, non scioglie nessuno dei nodi che imbrigliano il partito. Doppiezza, formule da assemblea d'istituto e tanta vaghezza

Con Elly cambia la musica. Una colonna sonora, quella che la segretaria del Pd ha proposto oggi nella sua relazione alla direzione nazionale, una sorta di “Disco per l’estate” che la giovane di #OccupyPd chiede sia “militante”. Citazioni da brani di Daniele Silvestri (“Le cose che abbiamo in comune sono 4850”) per cercare di esorcizzare le divergenze interne, di Diodato (“Fai rumore”) sperando di silenziare le contestazioni, di Niccolò Fabi (“tra la partenza ed il traguardo in mezzo c’è tutto il resto”). Ora non trattandosi di un’assemblea d’istituto ma della riunione del massimo organo del principale partito d’opposizione, la relazione della gruppettara Schlein non ha praticamente sciolto nessuno dei nodi che imbrigliano il Pd: sull’Ucraina prosegue a camminare sul crinale della doppiezza, la ricetta in politica economica consiste nella patrimoniale, sulle alleanze si vedrà. Si scaglia contro la politica fatta tramite slogan, eppure – nel percorso verso le Europee 2024 – non c’è altro che un altro annuncio a favor dei media: “Organizzeremo una segreteria nazionale a Ventotene, dove sta per aprire un circolo Pd. Ci sembra il modo più giusto per guardare con lo spirito giusto al rinnovo del parlamento europeo”. Pure sul caso politico scoppiato con la sua partecipazione al corteo di Giuseppe Conte, snodatosi sabato lungo le strade della Capitale, impreziosito dalle sparate di Moni Ovadia e Beppe Grillo, ha preferito glissare.

“Vi propongo un’estate militante”. E a Ventotene il mare è bellissimo. “Ora è il momento di mobilitare tutto il partito sulla nostra agenda per l'Italia e l’Europa", ha detto, aggiungendo: “Questo partito è l'unico che si dà regolarmente sede di discussione ampia e democratica, facciamone buon uso”. Per il resto, vai col vittimismo. Sui ballottaggi c’è stato uno “psicodramma alimentato dagli avversari” ma attenzione a “non attirarci demeriti” eccessivi, visto che ad esempio “la Lega è passata da 107 a 37 consiglieri e altre forze ne hanno eletti 5 in tutto. La destra ha una coalizione che si ricompatta e noi non ce l’abbiamo oggi quella coalizione e non pensiamo di essere autosufficienti”. Anzi, da quando lei è salita al Nazareno i sondaggi sono in ripresa recuperando “20mila voti al giorno”.

Pallottoliere a parte, la segretaria dem ha poi lanciato una mobilitazione su Pnrr e il progetto Calderoli sull’autonomia. “Il 14 e 15 luglio” ci sarà un’iniziativa sull’autonomia con i sindaci dem, ha spiegato, aggiungendo: “È come se questo governo vivesse come un peso il Pnrr, quasi 200 miliardi che sono una occasione irripetibile per ammodernare il Paese”. “Da mesi chiediamo al governo di riferire in aula quali modifiche intenda fare al Pnrr. Siamo a giugno, sveglia. Noi monitoreremo tutto da vicino” e “chiedo a tutte le nostre parlamentari e i nostri parlamentari di promuovere nei nostri territori almeno un appuntamento sul Pnrr, coinvolgendo le altre forze politiche ed economiche”.

Il 30 giugno, quindi, “ci sarà una grande manifestazione sulla casa che sta organizzando Majorino e alla presenza dei sindaci per presentare le nostre idee” e per far partire una “campagna di ascolto e tirare le fila a settembre” per elaborare un nuovo piano casa. “Chiediamo a tutte le federazioni – ha aggiunto la segretaria – di mobilitarsi sulla sanità pubblica, vi faremo avere del materiale per organizzare la mobilitazione e lasciamo a voi le forme che sia una raccolta firme o dei banchetti. L’importante è tenere alta l’attenzione su quello che sta facendo il governo Meloni, anzi non sta facendo”. “Apprezziamo e guardiamo con attenzione alla manifestazione di sabato della Cgil sulla sanità pubblica. Noi ci saremo, saremo al loro fianco”, sottolinea scaricando così Cisl e Uil che invece non vi hanno aderito.

“Abbiamo bisogno di costruire sinergie con le altre forze politiche alternative alla destra. Per questo – ha sottolineato Schlein – continueremo a insistere con le altre opposizioni sui temi su cui possiamo unire forze piuttosto che insistere su differenze che pure sono significative”. Schlein ha poi parlato delle alleanze: “La settimana prossima si vota in Molise, dove siamo alleati con il M5s. Lo eravamo anche prima della manifestazione. Siamo d’accordo su tutto? No. Sull’Ucraina siamo molto distanti. Se mi invitasse Calenda a una manifestazione andrei anche lì, ma non cambierei idea sul sindaco d’Italia”. Poi un riferimento a Renzi: “Mi dispiace per quello che ha detto. Parla di subalternità: ma non mi sembra la persona adatta per farlo, visto che appena arrivato al Nazareno ha invitato Berlusconi per stringerci un patto”. Ma il Patto del Nazareno – forse la Schlein non lo sa perché, a quei tempi, non era in politica – era solo un metodo, tant’è che nel 2015 Renzi respinse le proposte unilaterali di Berlusconi per il Quirinale e, al contrario di Bersani, riuscì rapidamente a portare Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica, a cui Berlusconi, furioso, rispose rompendo il Patto per il Nazareno e ritirando l’appoggio alla riforma costituzionale malgrado l’avesse votata per quattro volte in Parlamento.

In ultimo: “Bella scelta aumentare la precarietà, complimenti a Giorgia Meloni e al suo governo... Continuiamo a insistere in Parlamento e fuori per un salario minimo. Lavoriamo al raggiungimento di una posizione comune fra tutte le opposizioni”. Risibile l’accusa alla premier e più in generale al centrodestra che nella loro bulimia di potere avrebbero pure la pretesa di dettare le linee all’opposizione, scegliendo persino chi farla guidare. Quasi un’autocritica severa: con Schlein Meloni è in una botte di ferro.

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