POLITICA INDUSTRIALE

Intel va in Germania, le speranze di Italia (e Cirio) ridotte... a un chip

Secondo il ministro delle Imprese Urso il nostro paese è ancora in partita. Il governatore vola a Roma per perorare la causa del Piemonte. Ma il colosso Usa per insediarsi a Magdeburgo ha preteso 10 miliardi da Scholz: noi quanto mettiamo sul piatto?

La speranza che Intel possa planare in Piemonte è ridotta al lumicino, ciononostante il presidente della Regione Alberto Cirio chiederà domani lumi al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il quale a sua volta ha assicurato di “essere in prima linea” per accogliere l’atteso investimento della multinazionale in Italia. ”Le rassicurazioni del ministro Urso arrivano tempestive – afferma il governatore –. Proprio domani avrò un incontro con lui e sarà l’occasione per un aggiornamento sul dossier”. Parole che arrivano all’indomani dell’annuncio di un maxi investimento per la produzione di chip in Germania, che si aggiunge a quelli in Polonia e Israele. E l'Italia? Per ora resta al palo. Il Piemonte è una delle regioni candidate a ospitare un insediamento del colosso americano assieme al Veneto. Intanto, però, Intel ha appena deciso di investire 30 miliardi (a fronte dei 10 di contributo del governo tedesco) per sviluppare due stabilimenti per la produzione di chip a Magdeburgo, in Germania.

In base all’accordo, salutato dal cancelliere Scholz come il più grande investimento estero nel paese tedesco, il governo di Berlino dovrebbe garantire sovvenzioni per quasi dieci miliardi, quindi più dei 6,8 inizialmente paventati. L’amministratore delegato di Intel Pat Gelsinger ha ringraziato le istituzioni nazionali e della Sassonia-Anhalt per “aver realizzato la visione di un'industria dei semiconduttori vibrante, sostenibile e all'avanguardia in Germania e nell'Unione europea”. Il primo dei due impianti dovrebbe entrare in funzione entro quattro o cinque anni dall’approvazione da parte della commissione europea del pacchetto di sovvenzioni. Sotto la guida dell’ad, la multinazionale ha destinato miliardi alla costruzione di fabbriche in tre diversi continenti, per riguadagnare il primato mondiale nella produzione di chip e competere al meglio con i rivali Amd, Nvidia e Samsung. E quello tedesco è il terzo grande impegno in Europa di Intel in pochi giorni. Il 16 giugno la società ha infatti svelato i propri piani riguardo a un impianto da 4,6 miliardi di dollari in Polonia, mentre Israele ha annunciato il 18 giugno che sarebbero pronti 25 miliardi per la costruzione di una fabbrica nel Paese.

Lo scorso anno, Intel aveva annunciato l’intenzione di costruire stabilimenti in Germania e strutture in Irlanda e Francia, per beneficiare della normativa europea sui semiconduttori. Una legge attraverso la quale l’Unione europea sta cercando di ridurre la propria dipendenza dalla fornitura di chip statunitensi e asiatici. In questo senso, il colosso ha intrattenuto nel tempo colloqui anche con l’Italia. “Continuano – dichiaravano lo scorso gennaio fonti interne a Intel – i dialoghi con l’Italia per uno stabilimento di produzione back-end all’avanguardia e continuiamo a essere entusiasti del progetto. Questo si aggiunge ad altri progetti che stiamo valutando in altre parti del mondo, di cui non abbiamo ancora stabilito luoghi e tempi”. Al momento, però, non si registrano novità. E il fatto che Intel abbia destinato gran parte delle sue risorse non sembra di buon auspicio per l’Italia e il Piemonte.

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