LE REGOLE DEL GIOCO

Regionali, maratona per la legge. 
Ma è già corsa verso il listino 

Tour de force e sedute notturne per varare il nuovo sistema elettorale. Intanto sono partiti i ragionamenti e gli schemi per i dieci posti blindati. FdI ne rivendica non meno della metà, ma punta a sei. Come verrà spartito quel che resta? La questione di genere

Un tour de force da far impallidire il mito di Stachanov, quello che si prepara a Palazzo Lascaris per condurre in porto la nuova legge elettorale della Regione Piemonte. Si inizia alle 10 di giovedì prossimo e si andrà avanti fino alla mezzanotte di venerdì, per poi riprendere lunedì, stessa ora e stessa durata e proseguire sempre dalle dieci allo scoccare della mezzanotte da mercoledì 12 fino al venerdì.

La partita tra maggioranza e minoranza, ma anche con alcune sfumature all’interno degli stessi schieramenti, è cruciale e complicata come attesta il difficoltoso cammino che la riforma del sistema elettorale e annesse modifiche, a partire dai consiglieri supplenti e i sottosegretari, ha segnato fino ad oggi. Ma se la maratona sta impegnando nei preparativi i gruppi consiliari e i rispettivi partiti, ciò non distoglie lo sguardo delle forze politiche dell’attuale maggioranza dall’osservare con prudenziale anticipo un’altra partita, quella del listino.

Chi saranno “magnifici dieci” esentati dal legare la loro elezione ai voti di preferenza, ma uniti in indissolubile destino alla vittoria, o alla sconfitta, del candidato presidente? Ma prima ancora dei nomi la questione è sui numeri: quale sarà e su quali criteri avverrà la ripartizione fra i partiti del centrodestra? Ci sarà, almeno, un posto che il ricandidato governatore potrà assegnare di sua sponte? E, ancora, troveranno rappresentanza, per meglio dire presenza assicurata in via Alfieri, quelle forze minori che completeranno e allargheranno la composizione classica dell’alleanza?

La premessa di rito e di comodo che arriva è quella del tempo: ce n’è ancora parecchio prima di sedersi al tavolo e dare le carte. La sostanza è che già si fanno i conti su quei posti e, pure anche su qualche nome. Dal vertice regionale di Fratelli d’Italia non si nega che i ragionamenti col candidato governatore e alleati non potrà che partire da una soglia minima: non si scende sotto i cinque, possibilmente portando a casa sei delle dieci caselle del listino. “Il resto, come sarà suddiviso non è cosa che ci riguarda”, la sintesi dell’approccio dei meloniani a quella che, dato questo presupposto, sarà una trattativa non proprio agevole per il resto della coalizione, a partire dalla Lega che nel 2019 aveva piazzato sei dei suoi nella top ten. E proprio a quel precedente, al peso che allora il partito di Matteo Salvini aveva nelle precedenti elezioni e nei sondaggi, fanno corrispondere il criterio da applicare i Fratelli.

Questione risolta nella famiglia meloniana? Non pare proprio se si fa un passo avanti e dalle cifre si passa ai nomi. Tra quelli di cui si vocifera per una corsia diretta verso via Alfieri senza il passaggio dal consenso personale parrebbe esservi Giovanni Crosetto, consigliere comunale a Torino e nipote del più noto Guido. E, in questo caso, più del nome peserebbe proprio il cognome e la scelta di non farlo pesare troppo nella battaglia delle preferenze con il rischio di mettere a repentaglio l’elezione di Giovanni Falsone, amico e socio di Fabrizio Comba, parlamentare e coordinatore regionale.

Tra i cinque o più probabilmente sei blindati viene dato come assai probabile Davide Nicco, commercialista di Villastellone entrato nel 2020 in sostituzione del decaduto ex assessore Roberto Rosso e non proprio un mister preferenze almeno nella geografia politica del territorio. I posti a disposizione di FdI non sono certo pochi e, dunque, appare più che probabile che qualcuno oltre a quello ipotizzato per Crosetto jr. vada a qualche new entry. E tra questi spunta Massimo Garnero, fratello della ministra Daniela Santanchè, probabilmente dirottato nel listino per evitare di fare ombra all’attuale capogruppo Paolo Bongioanni, cui potrebbe essere affidato il ruolo di azzannare, da vero “caimano” il maggior numero di voti personali. Senza dimenticare che una regola non scritta, tantomeno scolpita nella pietra, ma tenuta in debito conto vedrebbe privilegiare nell’affidamento dei ruoli in giunta proprio gli eletti al di fuori del listino. In più, come rimarcano i Fratelli, c’è uno dei due posti da sottosegretario che Bongioanni tiene ben stretto fin d’ora tra le sue fauci per assegnarlo senza tralasciare un pur presente manuale Cencelli in versione fraterna. Inoltre, va segnalata la rentrée sulla scena regionale di Gianna Gancia, ormai convinta a rinunciare al quasi impossibile bis al parlamento europeo. Listino anche per lady Calderoli? Chissà.

Per i restanti cinque, forse quattro posti, cosa succederà nel resto dell’alleanza? È ipotizzabile che Alberto Cirio non abbia la possibilità di indicare (almeno) una figura nella lista del presidente? No. E come reagirebbero i centristi, magari un Terzo Polo o parte di esso che decidesse di schierarsi con il centrodestra, così quelle formazioni civiche che allargherebbero il fronte ma vedrebbero assai strette le possibilità di eleggere loro esponenti, di fronte a una porta sbarrata? Insomma, ci vuol poco a scendere da quattro o cinque a due o tre. Meno di una manciata di posti da spartirsi tra Lega e Forza Italia.

Il partito di Matteo Salvini parrebbe orientato a blindare due esponenti di altrettante province dove appare assai difficile far scattare l’eletto: Il Verbano-Cusio-Ossola e l’Astigiano, quindi posti prenotati per l’attuale capogruppo Alberto Preioni e per il vicepresidente della Regione Fabio Carosso. Certo, pure Vercelli quasi sicuramente destinata a restare a bocca asciutta, così come addirittura la stessa Novara nel caso non si raggiungano consensi tali da far scattare il quinto eletto. E se sotto la cupola di San Gaudenzio avrebbero avuto rassicurazioni su un ripescaggio in giunta, a Biella, altra provincia in bilico, puntano sulle quote rosa per l'assessore uscente Chiara Caucino. Quindi le due posizioni che oggi appaiono prenotate potrebbero ballare fino all'ultimo. Così come ha ben poco da scialare Forza Italia che difficilmente potrà ottenere più di un posto. E se uno sarà, potrebbero contenderselo l’attuale assessore Andrea Tronzano e il capogruppo Paolo Ruzzola.

Un risiko ancora tutto da giocare e che, se già vede i Fratelli mettere i loro segnaposti su almeno la metà delle caselle, presenta un’ulteriore questione: quella di generei. Toccherà solo a FdI, vista la loro preponderanza, aprire a candidature femminili o la questione scompaginerà i piani degli alleati che già devono accontentarsi di quel che resta?

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