VERSO IL 2024

L'opposizione picchia sulla Sanità. Cirio mette in campo la task force

Oramai è chiaro che sarà il terreno di battaglia dell'ultimo anno di legislatura. Da Verbania ad Alessandria, passando per Cuneo, il nodo dei nuovi ospedali. L'arrivo di Sottile alla direzione rafforza la cabina di regia. E il commissario Corsini parli con gli atti

Non ce n’era neppure bisogno, ma il fuoco di fila che con crescente intensità arriva ogni giorno dall’opposizione e in particolare dal Partito Democratico, conferma quello della sanità come il terreno su cui si combatterà la battaglia per le elezioni regionali del prossimo anno. Uno scenario non certo imprevisto dal centrodestra e dallo stesso presidente Alberto Cirio il quale, al di là della sua ricandidatura o meno, ha ben chiaro il proposito di rafforzare ulteriormente la cabina di regia, o task force che dir si voglia, di quello che da sempre è il core business della Regione, ma anche la materia più impattante, nel bene e nel male, sui cittadini e scivolosa per la politica.

Un vertice di marca manageriale che, insieme all’indirizzo politico, possa evidenziare quelle che a giudizio del governatore e, ovviamente, della maggioranza sono azioni e risultati positivi ottenuti anche a fronte di un quadro stravolto dal Covid prima e segnato oggi più che mai dalle difficoltà finanziarie. Ma il fine dell’accelerata che Cirio è intenzionato a imprimere, ovviamente di concerto con l’assessore leghista Luigi Icardi (mai come d’ora in avanti sarebbero manna per l’opposizione crepe, reali o presunte, tra i due), è palesemente quello di evitare di offrire troppo il fianco all’avversario. Avversario che ben conosce le difficoltà di gestire il sistema sanitario e la facilità di dover tradire promesse, per la semplice ragione di averlo fatto nella legislatura precedente connotata da pesanti tagli (basti ricordare la famigerata delibera 1-600 sul riordino della rete ospedaliera) i cui effetti pesano ancora oggi, ha gioco facile a esercitare il suo ruolo.

Dunque, se Cirio può pigiare sull’acceleratore oggi lo può fare con ulteriore forza: proprio questa mattina s’insedia ufficialmente alla direzione regionale Antonino Sottile, il quale tuttavia già venerdì scorso, insieme a Icardi, ha tenuto una prima riunione con tutti i direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere, lasciando chiaramente intendere un approccio deciso e pragmatico, certamente una svolta dopo un periodo per così dire un po’ sonnacchioso nell’allora plancia di comando di corso Regina. Dall’ex direttore generale dell’Istituto di Candiolo, con esperienze e studi anche all’estero, c’è da attendersi un deciso cambio di passo, a incominciare proprio dalla questione che tra dati tutto sommato positivi ma una realtà che spesso li contraddice, resta una delle spine nel fianco di Cirio: le liste d’attesa. Sottile sta già lavorando a un piano che farebbe tesoro di un modello applicato con successo nel Regno Unito e che vedrebbe superare quelle ancora esistenti difficoltà nel rapporto tra sanità pubblica e privata accreditata in una sinergia mai effettivamente del tutto raggiunta.

Il suo arrivo al grattacielo, completa quell’assetto di vertice già decisamente cambiato con la creazione dell’Azienda Sanitaria Zero e il suo affidamento, con l'attribuzione di molte e importanti competenze, a un altro manager “del fare”, qual è Carlo Picco. Il governatore da tempo affida l’attuazione e il controllo tecnico di dossier complicati, ancora una volta ovviamente compaiono le liste d’attesa, al consulente Pietro Presti, figura che, come altre (alcune, inspiegabilmente, pressoché finite ai margini) è emersa soprattutto nella complessa gestione dell’emergenza Covid.

E proprio la fine della tregua (armata) della pandemia, insieme all’avvicinarsi delle urne ha fatto scattare il piano del Pd, palesemente fondato sull’evidenziare con forza tutti i problemi e le magagne che, certamente, non mancano sul fronte della salute. Da settimane i dem sparano ad alzo zero sulla vicenda dell’ospedale unico del Verbano-Cusio-Ossola, “sostituito” dal rafforzamento dei due presidi esistenti a Verbania e Domodossola, mettendo nel mirino il capogruppo della Lega Alberto Preioni, ras di quelle terre, senza fare mistero di puntare al governatore. La sindaca del capoluogo, Silvia Marchionini del Pd ha, per ora, solo annunciato un suo esposto alla Corte dei Conti, il suo partito attacca la scelta di aver abbandonato il progetto di Ornavasso che, però, proprio la giunta di Sergio Chiamparino non riuscì neppure a far partire in una provincia dove la gran parte dei sindaci reclama un ospedale baricentrico, ciascuno volendo però il baricentro vicino in una sorta di nimby rovesciato. Più a Sud, ad Alessandria, il Comune nelle mani del piddino Giorgio Abonante ha storto il naso a un’ipotesi via l’altra presentate dalla Regione per poi arrivare a una delibera in cui si prospettano quattro possibili sedi del futuro ospedale, comprese quelle in precedenza bocciate.

L’effetto, comunque, è quello di un fuoco di fila senza interruzione che, legittimamente, preoccupa il probabile ricandidato governatore. Mesi sotto attacco sul tema che, giustamente, più sta a cuore del piemontesi non è una prospettiva delle migliori. Tanto più che il rischio di non vedere posare neppure un mattone dei nuovi ospedali prima del voto, pare ormai una certezza. Da Cuneo, dove i tempi sarebbero i più brevi, non arrivano buone nuove sulla questione che aveva portato alle dimissioni dell’allora direttore generale Elide Azzan, sostituita con Livio Tranchida, il quale non risulta abbia sciolto le riserve e firmato la dichiarazione di pubblica utilità del nuovo polo sanitario. Nel frattempo si rincorrono voci di un interessamento alla questione delle magistratura.

Altre voci, quelle che trapelano dall’entourage del presidente, riportano un evidente fastidio al quarantesimo piano del grattacielo circa un’altra annosa vicenda. Non è stata accolta con favore, per usare un eufemismo, l’intervista rilasciata pochi giorni fa da Marco Corsini, il commissario per la realizzazione del Parco della Salute. Non tanto il contenuto, essendo cose arcinote a partire dalla posizione dell’Anac, quando la modalità ha indispettito Cirio, anche se non ha proferito parola. Fonti vicine al governatore fanno notare come normalmente i commissari parlino con i fatti e non con dichiarazioni. L’aver offerto il destro al vicepresidente del consiglio regionale e candidato governatore in pectore del PdDaniele Valle, per l'ennesima polemica ha spolverato di sale la ferita. E rafforzato ancor più, in Cirio, la consapevolezza di quanto sia necessario ribattere punto su punto gli attacchi sul terreno della sanità. Con una squadra attrezzata e, soprattutto, con atti concreti.

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