SANITÀ

Azienda Zero bocciata da Anac, niente appalti per la Super Asl 

Nata come stazione appaltante per tutta la sanità piemontese non potrà bandire gare. Mancano i requisiti. Promosse le altre aziende. Uno schiaffo al "fiore all'occhiello" dell'amministrazione di centrodestra. Le possibili conseguenze

Bocciata. L’Azienda Sanitaria Zero non passa l’esame dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, per diventare stazione appaltante. Sembra un paradosso, invece la Super Asl è l’unica tra tutte le aziende sanitarie del Piemonte a non ricevere il bollino, indispensabile per bandire gare per forniture di beni e servizi (voce che, giova ricordarlo, comprende anche gli appalti alle cooperative e società private di medici e infermieri gettonisti) e vedersi negare il Cig, il codice identificativo gara, senza il quale non è possibile procedere ad affidamenti di contratti di lavoro per importi superiori ai 500mila euro e acquisti che superano la soglia dell’affidamento diretto.

La doccia fredda sull’organismo guidato in veste di commissario da Carlo Picco e costituito proprio per centralizzare, coordinare e gestire il più possibile tutta una serie di servizi sanitari e superare le criticità prodotte dalla parcellizzazione del sistema, è arrivata venerdì scorso alla vigilia di quel primo luglio, data fissata per l’entrata in vigore delle nuove norme del riformato Codice degli Appalti. Una notizia passata e, si suppone, tenuta sottotraccia a dispetto delle conseguenze che la bocciatura, sia pure con possibilità d’appello, finirà col produrre su una parte importante dell’attività della Super Asl fortemente voluta dall’assessore Luigi Icardi e dal governatore Alberto Cirio.

Tra qualche imbarazzo, invece, un problema e di non poco conto l’Azienda Sanitaria Zero ora se lo trova proprio in casa. Perché se è vero che il ruolo attribuito dalla legge regionale, con successive aggiunte di competenze, non assegna esclusivamente alla Super Asl le procedure di gara centralizzati che restano prevalentemente in capo a Scr, la Società di committenza regionale, è la stessa domanda di qualificazione avanzata all’Anac da Azienda Sanitaria Zero a confermare come tra le sue funzioni ci sia proprio l’indizione di bandi per acquisti. Ma quei bandi, l’Autorità presieduta da Giuseppe Busia ha stabilito che l’organismo diretto da Picco non potrà predisporli. Manca una serie di requisiti, dal numero di personale alla quantità di gare effettuate negli ultimi tempi, passando per altri parametri che sarebbero dovuti essere ben chiari, così come l’impossibilità di rispettarli, al momento della domanda. Insomma, se è inopinabile, come spiega allo Spiffero il commissario Picco che “l’Azienda Sanitaria Zero è una tipologia di azienda diversa dalle classiche Asl, incominciando dal personale che attualmente arriva a poche decine e passando per un pregresso sul fronte degli appalti che, proprio per essere stata costituita da meno di due anni “, è altrettanto vero che l’istanza presentata all’Anac non poteva che presupporre da una parte la necessità di ottenere la qualificazione di stazione appaltante e dall’altra la convinzione di poterla avere.

Un passo falso nella corsa dettata dai tempi stretti imposti da Anac, appena un mese, e dalla mole di competenze e poteri che la Regione ha inteso affidare al nuovo organismo, nato sull’onda dell’esperienza della gestione della pandemia e, pure, a fronte di una direzione regionale della Sanità sempre più indebolita? “Predisporremo una relazione in cui spiegare bene cos’è la nostra azienda e il suo profilo particolare, cosa che non è stato possibile fare nelle griglia di parametri predisposta da Anac”, anticipa Picco. Ma, ad oggi e presumibilmente ancora per un po’ di mesi, la Super Asl non potrà predisporre gare, dovendosi rivolgere o a Scr oppure a una o più Asl, segnando di fatto un passo indietro rispetto alla direzione imboccata. 

Tra gli interrogativi che pone la bocciatura, c’è per esempio tutta la questione delle dotazioni del servizio di Emergenza 118 passato in capo ad Azienda Sanitaria Zero. Ci saranno ritardi e difficoltà? Difficile escluderlo con certezza. Certamente si dovranno rivedere parecchi piani che nel futuro dell’organismo mettevano in conto la possibilità di essere, appunto, quella stazione appaltante che invece non sarà. Al netto delle conseguenze, tutte da valutare, resta lo schiaffo che scuote il fiore all’occhiello della sanità piemontese, come tale presentato e che per molti versi ha mostrato di poter essere sia pure nel breve tempo trascorso dalla sua costituzione. Anche per questo risulta difficile da comprendere come un passaggio così rilevante, anche sotto l’aspetto del prestigio, abbia potuto trasformarsi in uno scivolone. C’è chi, tra gli addetti ai lavori, osserva come forse un passaggio delle procedure in capo alle Asl e una parte delle loro funzioni in materia di appalti avrebbe potuto fornire all’azienda almeno una parte dei requisiti richiesti, lo stesso vale per altre voci del questionario predisposto dall’Anac. Una gestione frettolosa del dossier? È un’ipotesi, visto anche i tempi stretti. Di sicuro non si annunciano altrettanto tali quelli per (provare a) rimediare alla bocciatura.   

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