POLEMICHE

Piemonte e Torino senza santi a Roma, ma Pichetto e Zangrillo che ci stanno a fare al governo?

Dopo lo schiaffo ricevuto ieri sull'Autorità Antiriciclaggio europea oggi Tajani propone Roma pure per il Forum mondiale sull'acqua. Magari è vero che Cirio e Lo Russo contano una cippa ma i ministri piemontesi fanno la figura delle suppellettili, dice l'azionista Napoli

“Ministri o suppellettili?”. Nel giorno in cui Torino e il Piemonte si leccano le ferite per la mancata candidatura come sede dell’Authority europea per l’Antiriciclaggio, a puntare il dito contro i rappresentanti locali nell’esecutivo è Osvaldo Napoli, vecchio leone della politica, parlamentare di lungo corso, berlusconiano  finito in Azione, che tira in ballo direttamente Paolo Zangrillo e Gilberto Pichetto Fratin. “Dopo aver letteralmente scippato a Torino la sede della rappresentanza dell’Ufficio europeo per l’antiriciclaggio – scrive Napoli in una nota – oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani annuncia che candiderà Roma a sede del Forum mondiale sull’acqua nel 2027. Tajani è romano, e questa non è certo una colpa, ma come ministro degli Esteri egli rappresenta l’Italia: non è ministro degli Esteri di Roma. Torino non ha voce in capitolo, anzi, come si dice in questi casi, non tocca palla”. E pensare che anche sull’acqua il capoluogo piemontese avrebbe voce in capitolo visto quel gioiello che è Smat, una delle migliori utility a livello nazionale, che da anni fa incetta di premi per la gestione del servizio idrico integrato negli oltre trecento comuni dell’area metropolitana torinese.

Per l’Antiriciclaggio Stefano Lo Russo e Alberto Cirio almeno ci hanno provato, hanno costituito un comitato promotore, redatto un dossier, messo a disposizione palazzi aulici, ma nella Capitale chi si è mosso per perorare la causa? E così Napoli mette sul banco degli imputati Zangrillo e Pichetto Fratin (in realtà la componente piemontese nell’esecutivo di Giorgia Meloni conta anche Guido Crosetto, Daniela Santanché e, per adozione, Giuseppe Valditara). “Qualcuno ha sentito la loro voce?”, infine l’affondo nei confronti dei suoi ex compagni di partito: “Non è chiaro se sono ministri o due suppellettili nel governo”.

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