PALAZZO CIVICO

Stangata d'autunno di Lo Russo,
bus a 2 euro e sosta più cara

Rincari non solo sui trasporti pubblici, anche parcheggiare nelle strisce blu è un salasso. Il Pd si complimenta: "Incentiviamo l'uso dei mezzi". La sinistra: "Importante non privatizzare Gtt". In dieci anni l'azienda è rimasta pubblica e il biglietto raddoppiato

Il Comune di Torino ha approvato questa mattina la stangata d’estate. Aumenta il prezzo del biglietto Gtt per bus, tram e metropolitana e pure la sosta rincara. Il Pd sostiene il provvedimento e parla di “politica tariffaria per favorire il mezzo pubblico”. L’aumento riguarderà solo i biglietti singoli, mentre resteranno invariati i prezzi degli abbonamenti così come le agevolazioni per alcune fasce. La delibera, approvata dalla giunta di Stefano Lo Russo, ora passa all’esame del Consiglio e le nuove tariffe potranno entrare in vigore entro l’1 ottobre.  

Ecco nel dettaglio tutti gli aumenti. Il biglietto City digitale valido per 100 minuti e 1 viaggio in metropolitana passerà da 1,70 a 1,90 euro mentre il costo sarà di 2 euro per quello cartaceo. Multicity, il carnet da sei biglietti da 100 minuti, passerà da 10 a 11,80 euro; Daily, su smart card, che consente un numero illimitato di corse nel giorno di validazione, da 3 a 4 euro per il digitale e da 4 a 4,50 euro per il cartaceo; Multidaily, il carnet da 7 biglietti giornalieri anche non consecutivi, aumenterà infine da 17.50 a 21 euro.

Per la capogruppo di Sinistra ecologista Alice Ravinale è importante che la giunta abbia “ribadito che va esclusa la privatizzazione di Gtt”, stesso argomento usato anche dalla collega del Pd Nadia Conticelli secondo cui “l’azienda deve restare totalmente pubblica”. Come se al cittadino interessasse chi sia il proprietario del bus che prende e non la sua puntualità, la frequenza delle corse e un prezzo congruo per la tratta che deve percorrere. Non solo: nel 2018, sindaca Chiara Appendino, il biglietto era già passato da 1,50 euro a 1,70. Mentre nel 2012 fu Piero Fassino a portarlo da 1 euro a 1,50. Insomma, la Gtt pubblica di cui va tanto orgogliosa la sinistra è riuscita a raddoppiare il costo del ticket in dieci anni.

“La proposta delle nuove tariffe tiene conto degli obiettivi strategici della Città su transizione ecologica e digitale, anche con una importante spinta alla dematerializzazione dei biglietti” afferma l’assessora ai Trasporti Chiara Foglietta. Il Comune spiega l’incremento del biglietto con “gli aumenti Istat tendenziali record dell’11,8 per cento”, ma dimentica che gli stessi aumenti Istat tendenziali sono quelli a cui devono fare fronte le famiglie torinesi.

Ma non è finita: per disincentivare l’utilizzo dell’auto ed evitare ogni scappatoia per scansare la stangata il Comune aumenta anche le strisce blu con la tariffa oraria smart che passerà da 1 euro a 1,20 euro; la ridotta, da 1,30 a 1,50 euro; l’ordinaria, da 1,50 e 1,70 euro e la centrale, da 2,50 a 2,80 euro. Restano invece immutate le tariffe per gli abbonamenti di sosta per i residenti (cioè per i meno abbienti che vivono in Centro e Crocetta).

A infierire è il capogruppo del Movimento 5 stelle Andrea Russi secondo cui “Lo Russo è ufficialmente il Re delle Tasse e degli Aumenti”. Secondo l’esponente grillino, inoltre “chi ci rimetterà sono i cittadini più fragili, visto che l’aumento dei biglietti cartacei sarà maggiore di quelli digitali e chi usa i biglietti cartacei sono soprattutto persone anziane”. Il consigliere osserva inoltre che “Lo Russo, nel 2019, chiese le dimissioni dell’assessora Maria Lapietra per l’aumento dei biglietti e per la mancata realizzazione del sottopasso di piazza Baldissera. Oggi è lui ad aver aumentato i biglietti, aver rinunciato al sottopasso della piazza e ad aver aumentato la tariffa oraria delle strisce blu in tutta la città. Chiederà scusa – conclude Russi – o, più semplicemente, si dimetterà lui stesso? Purtroppo nessuna delle due”.

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