POLITICA & SANITA

Nuovi ospedali in Piemonte, unica firma sotto gli studi

Tutti i piani di fattibilità (terreno di scontro politico) affidati a una società leader del settore. Praticamente un monopolio. Da Cuneo al Vco, da Torino ad Alessandria, a pagare sono sempre le Fondazioni. Un iter rapido e, soprattutto, che non ha bisogno di gare e bandi

Studio di fattibilità. Ovvero come bisogna costruire i nuovi ospedali perché reggano dal punto di vista dell’attesa risposta sanitaria, ma non di meno stiano in piedi anche dal punto di finanziario. Un passaggio pur importante, ma su un terreno prettamente tecnico, che in Piemonte ha visto e sta vedendo la politica entrarvi con gli scarponi, prendendo gli esiti dei vari studi ora come verbo di oracoli, ora come carta straccia.

Prendiamo il caso del Verbano-Cusio-Ossola. Lo studio indica come soluzione migliore la costruzione di un nuovo nosocomio, la maggioranza di governo della Regione (soprattutto la Lega e in particolare il suo capogruppo Alberto Preioni) spingono per riammodernare i due ospedali esistenti e dall’opposizione il Pd strepita sventolano il succitato dossier. A Cuorgnè la soluzione ottimale indicata per tenere in piedi l’ospedale risulta quello di affidarlo ai privati e così pare intenzionata la Regione seguendo le indicazioni dello studio che stavolta non piace per nulla ai dem. Gli stessi che appena ieri, dopo una manifestazione ad Alessandria dove ancora si dibatte e si cincischia sulla scelta del luogo dove edificare il futuro polo ospedaliero, hanno chiesto all’assessore Luigi Icardi di tirar fuori lo studio di fattibilità del quale dicono di essere venuti a sapere solo ora. E sempre sullo studio di fattibilità s’impernia e, forse, s’aggroviglia pure il percorso che sulla carta doveva essere il più rapido per la posa della prima pietra: quello che dovrebbe portare Cuneo ad avere una nuova struttura per sostituire il Santa Croce e Carle. E a proposito di grovigli, c’è bell’e pronto uno studio di fattibilità anche per l’atteso ospedale di Ivrea, sulla cui sede è ancora tutto in ballo.

Insomma, un passaggio importante, quello che la Regione ha inteso porre come una delle premesse necessarie per progettare e (si spera) realizzare una serie di nuovi ospedali, ma che al di là del suo utilizzo da questa o quella parte politica nello scontro sempre più acceso sulla sanità e dunque anche sulle sue strutture future, presenta un aspetto singolare. Tutti gli studi di fattibilità citati, cui si aggiunge quello del nuovo Maria Vittoria dell’Asl Città di Torino, portano la stessa firma. A realizzarli è sempre la Agm Project Consulting, leader in consulenza e ingegneria specializzata in sanità, con sede a Milano. Un alto profilo in un settore molto specialistico e un altrettanto alto e corposo elenco di clienti, quello della società fondata nel 2008 dall’attuale ceo Claudio Aruta che in Piemonte, del tutto legittimamente, pare detenere una sorta di “monopolio” peraltro frutto delle decisioni regionali. La Regione sceglie (o magari suggerisce), ma a pagare sono altri.

E sì, perché gli incarichi per gli studi di fattibilità dei futuri ospedali arrivano formalmente, per meglio dire sono pagati, dalle fondazioni ex bancarie. Una procedura che, superando le note difficoltà economiche della Regione e delle stesse aziende sanitarie, velocizzando il percorso senza necessità di gare o solo la comparazione di diverse offerte, offre una corsia preferenziale, per dir così.

Quello scoperto ieri dal Pd, relativo ad Alessandria è finanziato dalla Compagnia di San Paolo, così come quello del Verbano-Cusio-Ossola e quello del nuovo Maria Vittoria, mentre la storia di Cuneo è diversa e, apparentemente, un poco più contorta. Come riferito lo scorso aprile dallo Spiffero, le risorse in quel caso escono dalla Fondazione CrCuneo che, però, non le assegna alla Fondazione per il nuovo ospedale di Cuneo, all’epoca ancora presieduta dall’ex direttore regionale della Sanità Fulvio Moirano, ma a quella per l’ospedale di Alba e Bra, dove tra i soci e sostenitori c’è anche Matterino Dogliani, fondatore del Gruppo Fininc, proponente del partenariato pubblico privato per realizzare il nuovo ospedale del capoluogo della Granda.

Infatti sarà proprio la Fondazione per l’ospedale di Alba e Bra, curiosamente, a commissionare e pagare lo studio ad Agm Project Consulting, la società che non limita certamente al Piemonte (sia pure con un carnet di incarichi notevoli) la sua azione. Allo studio di Aruta si è rivolta anche l’Ares, l’Agenzia della Salute della Sardegna per i nuovi presidi ospedalieri di Cagliari e del Sulcis Inglesiente. Una decisione che, nella già incandescente battaglia politica sui nuovi ospedali, tra l’opposizione e la giunta di Christian Solinas ha portato la prima, con il capogruppo dei Progressisti a chiedere un accesso agli atti. Scenario ben diverso da quello piemontese anche se, ai piani alti del grattacielo, pare si guardi con estrema attenzione a quella sorta di monopolio negli studi di fattibilità per i futuri ospedali.

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