SPORT & BUSINESS

All'Aci il ballo del mattone,
faro sul fondo immobiliare

Il presidente Sticchi accelera la sua rivoluzione mentre i sindacati restano sul piede di guerra. Dopo la nascita della holding il silenzio di ministeri e Coni (che dovrebbero controllare). Ma sull'operazione si attende il parere dell'Agenzia delle entrate

Restano in agitazione i sindacati dell’Aci dopo la rivoluzione annunciata dal presidente Angelo Sticchi Damiani e la sua trasformazione in una holding sfruttando la società Ventura, una delle partecipate dell’Automobile club d’Italia. In un incontro che si è tenuto lo scorso 25 luglio, i rappresentanti dei lavoratori hanno espresso le loro perplessità riguardo i tempi e i modi di un’operazione di cui a oggi “non sono ancora chiari i benefici”, ma senza riuscire neanche a rallentare le procedure messe in atto dal presidente che, anzi, accelera.

Il numero uno, infatti, ha annunciato durante l'incontro l’intenzione di costituire un fondo immobiliare in cui far confluire il patrimonio  dell’ente da inglobare all’interno della holding. Si tratta di 86 immobili, dei quali 30 sono a uso ufficio di proprietà di Progei – società della galassia Aci – e di questi 29 (praticamente tutti) ospitano strutture dell’Aci o delle società della Federazione. Gli altri immobili “teoricamente” interessati all’operazione sono 56, di questi 28 di intera proprietà dell’Aci e 28 in comproprietà con gli Automobile Club del territorio. Di questi immobili 51 sono ad uso ufficio e sono occupati da strutture dell’Aci o dalle sue organizzazioni territoriali. Insomma si parla di un patrimonio di decine di milioni di euro.

“Un’operazione, quindi, ancora più complessa di quella che appariva all’inizio, senza alcuna chiarezza sulla governance, meccanismi di controllo, garanzie e costi” si legge nella nota di Cgil, Cisl, Uil, Confintesa, Confsal, Usb e Flp Epne, cioè di fatto tutte le sigle presenti in Aci. In sostanza, un ente che è stato per decenni soggetto al controllo pubblico (oggi l'amministrazione vigilante è il Ministero dello Sport, ma il ministro Andrea Abodi non ha ancora nominato il suo rappresentante nel Consiglio generale) potrebbe diventare a tutti gli effetti un gruppo privato nelle mani del suo presidente che per acquisirlo non avrebbe speso un euro. Il condizionale è d’obbligo perché le notizie sono piuttosto rarefatte e anche dagli enti preposti al controllo (Ministeri e Coni) finora nessuno ha battuto un colpo. Intanto il presidente Sticchi Damiani sta predisponendo un piano industriale che certifichi la sostenibilità dell’impresa e si attende il parere dell’Agenzia delle Entrate sugli aspetti fiscali.   

Nei giorni immediatamente successivi al Consiglio generale di fine giugno che aveva dato il via libera alla costituzione della holding e relativo conferimento delle società di mercato di Aci (tra cui il 25,8% delle quote di Sara Assicurazioni, la cassaforte del gruppo, che l'anno scorso ha fatto registrare un utile netto di 50,9 milioni), si era diffusa la voce che si trattasse di una operazione, architettata da Sticchi Damiani per aggirare il tetto dei mandati imposti sia agli enti pubblici sia alle federazioni sportive (quest'ultimo venuto meno nei giorni scorsi), ma la sensazione è che si tratti di un'operazione dai contorni ben più ambiziosi.

Negli ultimi giorni si è mossa anche la Cia Fc, il sindacato dei dirigenti che dopo aver lamentato uno scarso coinvolgimento degli uffici dirigenziali sull’operazione ha espresso le proprie perplessità sulla imminente costituzione nascita di un fondo immobiliare. “Non si comprende come possa ulteriormente valorizzare questo patrimonio se non a decremento delle risorse Aci: o aumentando i relativi canoni di affitto oppure lasciando le cose più o meno così come sono, ma in entrambi i casi non si riesce, pur con tutti gli sforzi possibili, ad intravvedere l’utilità dell’operazione. Come anticipato però, prima di esprimere una valutazione definitiva e complessiva dell’intera operazione (su cui comunque nutriamo forti perplessità) restiamo in attesa di ricevere il piano commissionato ad una società esterna per quanto riguarda la holding e di altrettante adeguate informazioni e dati di dettaglio (documentati) sull’annunciata costituzione del fondo. Tutto ciò in vista di un nuovo incontro con l’amministrazione, spartiacque per il futuro delle nostre azioni”.