IL COLLE BENEDICE

"So che lavorate bene insieme". A Torino Mattarella sposa la coppia Cirio-Lo Russo

La concordia istituzionale piace al Capo dello Stato, meno a certi alleati. Il governatore: "Presidente garante dei valori antifascisti". L'incontro con i giovani del Sermig, il premio alla memoria del fratello Piersanti, ucciso dalla mafia, e la lezione al Polo del '900

“So che voi due lavorate insieme, vi faccio i complimenti anche per questo”. Anche nel trambusto che lo ha accolto stamattina al Polo del '900, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha trovato un attimo per rompere l’ufficialità e fare i complimenti al governatore Alberto Cirio e al sindaco Stefano Lo Russo. Una frase che va ben oltre i convenevoli e testimonia quanto il rapporto istituzionale tra sindaco e governatore sia visto con particolare riguardo dal Capo dello Stato. Assai meno dalle rispettive parte politiche, dove non tutti guardano di buon occhio questa concordia tra i due pesi massimi della politica subalpina. Questioni di calcoli politici, ovviamente, mischiati a sospetti e malcelate invidie. Ma dal Colle la vedono diversamente.

Le visite dell’inquilino del Quirinale sul territorio piemontese sono frequenti, il sindaco ne conta già otto da quando è diventato primo cittadino, nell’ottobre del 2021. Con Cirio il rapporto è ancora più longevo e si è cementato in piena pandemia, quando Mattarella gli telefonò dopo aver saputo che il governatore aveva contratto il Covid. Da allora non è venuto meno: anche oggi il governatore di centrodestra ha parlato di una relazione con Mattarella che “mi onoro essere anche personale”, ha detto ai cronisti, aggiungendo: “Noi possiamo dire al presidente che gli vogliamo bene. Un affetto meritato visto il suo ruolo di garante dei valori dell’antifascismo e dell’equilibrio del Paese”. Parole nette, che sottolineano come per il governatore la lotta al fascismo sia una memoria di tutti, condivisa. Un monito che dovrebbe ripetere a qualche suo alleato, ma tant’è.

Il plauso privato a Cirio e Lo Russo fa il paio con il discorso pubblico che il Capo di Stato ha pronunciato al Polo. La sua visita si è incentrata sulla memoria come necessità di ripercorrere la storia per trarne lezioni attuali. Mattarella ha ricordato che Torino e il Piemonte sono “una città e una regione che tanta parte hanno avuto nel farsi dell’Italia e della Repubblica, a partire dalle lotte per l’indipendenza e per la libertà”. Non ha mancato di ricordare i drammi europei degli ultimi due secoli, vicissitudini che è stato possibile superare “quando le ragioni del rispetto delle persone, delle comunità e dei gruppi sociali, hanno prevalso sugli scontri nazionalistici, ideologici e di classe. Quando obiettivi di crescita comune hanno sostituito obiettivi di crescita individualistici”. Affermazioni nelle quali è facile ritrovare quel “together” che Cirio e Lo Russo hanno voluto come parola d’ordine della loro azione, a partire dalla cabina di regia comune sulle opere del Pnrr.

Nella parte privata del viaggio torinese Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura, si è recato, come spesso accade nelle sue visite nel capoluogo, a salutare l’amico Ernesto Olivero, fondatore del Sermig (Servizio missionario giovani), che proprio oggi ha festeggiato i quarant’anni della propria sede nell’Arsenale della pace, l’ex deposito militare di Torino. Alla memoria del fratello del Capo dello Stato, Piersanti Mattarella, ucciso dalla mafia nel 1980, è stato assegnato il premio Artigiano della pace, che viene attribuito ogni anno per “sottolineare l’esempio di testimoni e personalità e il loro impegno nella costruzione del bene comune”.

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