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Europee, l'asticella resta al 4%

Tramonta l'ipotesi di abbassare al 3% la soglia di sbarramento. A destra farebbe comodo solo alla Meloni, per limare il Pd, frammentare l'opposizione e abbassare la cresta ai suoi alleati. I renziani fanno gli spavaldi: "Non abbiamo paura del voto"

L’idea era circolata mesi fa a Montecitorio, attraverso contatti informali fra esponenti della maggioranza e dell’opposizione: uniformare la soglia di sbarramento per le elezioni europee a quella delle elezioni politiche. Il che significa abbassare l’asticella dal 4 al 3 per cento, consentendo alle forze politiche minori di giocarsela per un seggio a Bruxelles.

Partita inizialmente dal verde Angelo Bonelli, stando a quanto riferiscono fonti parlamentari, avrebbe fatto presa nei partiti più piccoli, incluso Noi Moderati, la formazione guidata da Maurizio Lupi che siede al tavolo della maggioranza. «Le norme attuali escludono milioni di persone dalla rappresentanza nel Parlamento europeo, organismo sempre più centrale nelle vite dei nostri Paesi», spiega Filiberto Zaratti che, come Bonelli, è esponente di Alleanza Verdi e Sinistra. «L’abbassamento della soglia elettorale al 3% è dunque una necessità democratica, o dobbiamo pensare che qualche forza politica ha paura del voto dei cittadini e delle cittadine?».

I segnali provenienti dai partiti che sostengono il governo, tuttavia, non lasciano intravedere spiragli per la modifica. È vero che il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan, afferma che «non c’è alcuna preclusione in merito» dal partito di Giorgia Meloni, ma Lega e Forza Italia la vedono in tutt’altro modo. Forza Italia, in particolare, sembra preoccupata di quanto accade al centro, con Matteo Renzi che ha annunciato la nascita di un contenitore moderato proprio in vista delle europee. E ha già messo in programma il suo ennesimo all- in: puntare alla presidenza del Consiglio europeo sfruttando l’asse con Emmanuel Macron.

L’attivismo dell’ex premier, che non fa mistero di puntare all’elettorato forzista, fa alzare la guardia al partito fondato da Silvio Berlusconi, alle prese con un difficile momento di riorganizzazione dopo la scomparsa del proprio leader. Lo stesso segretario azzurro, Antonio Tajani, ha respinto con decisione le voci che parlavano di un processo innescato da Renzi per entrare nel perimetro di Forza Italia. «È abituato a distruggere, lo ha già fatto con il Terzo Polo. Non farei mai entrare chi, prima fa accordi elettorali e poi ti accoltella alle spalle». E il senatore Maurizio Gasparri considera l’idea di abbassare la soglia di sbarramento «un regalo a Italia Viva. Una cosa che non accadrà mai. Semmai bisogna alzarla al 5%. Non si vede perché fare regali a Renzi che peraltro non arriverebbe neanche al 3% con la sua “Italia Viveva”. Nessun abbassamento della soglia. Conferma di quella che c’è nella maniera più assoluta. Per cui queste notizie sono totalmente prive di fondamento». Parole che da Italia Viva incassano senza grandi difficoltà, facondo un po’ gli spavaldi: «Noi non abbiamo paura del voto dei cittadini, la soglia deve restare al 4%», dice la senatrice renziana Raffaella Paita. Contraria anche la Lega che, in una nota, sottolinea come la modifica della legge elettorale non sia «una priorità, ma soprattutto è giusto che gli italiani scelgano i propri rappresentanti senza che ci siano aiutini. Chi ha i voti, ottiene il seggio. Peraltro, in teoria sarebbe più ragionevole alzare la soglia: consentirebbe di limitare la frammentazione politica che rende il Paese più debole».

Rimane, quindi, la domanda: a chi giova abbassare la soglia? Per l’esponente della segreteria di Azione, Osvaldo Napoli, si tratta di voci fatte circolare ad arte per spaccare il fronte delle opposizioni. Una soglia di sbarramento al tre per cento, infatti, aiuterebbe Sinistra Italiana ed Europa Verde a conquistare qualche seggio, ma ne toglierebbe al Partito Democratico che, soprattutto dall’inizio della segreteria di Elly Schlein, ha avviato un tentativo di recuperare l’elettorato di sinistra deluso dal Pd. «Nessuno dei partiti di destra ha necessità di abbassare la soglia di sbarramento al 3% alle elezioni europee», sottolinea ancora Napoli: «Perché allora è stata ventilata questa ipotesi? A naso, la risposta più logica e sensata appare una sola: con la soglia al 3% si può esasperare la competizione fra le opposizioni, tanto nella sinistra quanto al centro dello schieramento», spiega il politico piemontese: «Per la destra, già al lavoro per presentarsi unita alle elezioni amministrative e regionali, sarebbe un ulteriore, inatteso regalo».

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