SPORT & POLITICA

Elkann vende la Juve, ma non svende

Che la famiglia voglia disfarsi del fardello bianconero è cosa nota da tempo. Ben prima dei pastrocchi finanziario-sportivi di Andrea Agnelli. L'operazione però ha i suoi tempi, giusto per non rimetterci troppo. Indispensabile la ripulitura dei conti

La famiglia Agnelli ha deciso di vendere la Juventus. Intenzione nota da tempo, peraltro assai prima delle vicende sportive e finanziarie, con i ben noti risvolti giudiziari, che hanno travolto la gestione di Andrea Agnelli. Anzi, per qualche tempo, in ambienti assai vicini alla Real Casa delle Quattroruote si era ipotizzata la cessione del club proprio al ramo cadetto. Poi le cose sono precipitate ma non è mai venuto meno l’obiettivo di John Elkann di disfarsi della gloriosa società. Divenuta un macigno per i conti di Exor. Solo che un conto è vendere, altro è svendere.

Il bilancio della Juve, come detto, non solo non è più sostenibile per la cassaforte dell’impero (perdite per 240 milioni, ricavi a quota 600 e debiti superiori, fino a un valore di Borsa di 800 milioni) ma soprattutto non rientra nei piani di diversificazione del business intrapreso dal rampollo dell’Avvocato. E allora ecco l’idea di una vendita rilanciata oggi dal Giornale in un articolo a firma di Osvaldo De Paolini e Tony Damascelli. Ovviamente un portavoce di Exor smentisce tutto con l’agenzia di stampa Ansa: «Le ipotesi sono destituite di fondamento». Secondo il quotidiano dopo i disastri (economici) della gestione di Agnelli, la finanziaria di famiglia non vuole più addossarsi l’impegno di sovvenzionare la squadra. E allora via alla ripulitura dei conti e poi alla vendita. Per un prezzo che dovrebbe arrivare a un miliardo e mezzo di euro.

Exor, che controlla la società, ha gettato acqua sul fuoco e smentisce la notizia: «Le ipotesi ventilate oggi da un quotidiano relative alla cessione della Juventus Fc sono destituite di fondamento», ha detto un portavoce. Secondo gli analisti di Equita «Exor avrebbe messo in vendita la Juventus ad una valutazione non inferiore a 1,5 miliardi (riteniamo si riferisca al 100%) contro l’attuale capitalizzazione di mercato di 0,9 miliardi». Gli stessi sottolineano che «ai prezzi attuali di mercato la partecipazione del 63,8% nella Juventus vale solo il 2% del Nav (0,5 miliardi)». Se la notizia venisse confermata, a prescindere dal prezzo, «sarebbe comunque positiva in quanto negli ultimi cinque anni Exor ha iniettato 0,45 miliardi per gli aumenti di capitale necessari per riequilibrare il bilancio e riteniamo non si possa escludere la necessità di ulteriori interventi in futuro» spiega Equita.

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