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Pd-Azione, generali senza truppe: si muovono gli eletti non gli elettori

Inutile continuare a fare campagna acquisti, almeno da un punto di vista elettorale. Secondo il sondaggista Noto il continuo travaso di ceto politico non sposta un voto. "I dem hanno uno zoccolo duro del 18-19% che resta fedele". E Calenda s'appella ai riformisti

Generali e colonnelli senza truppe. Almeno per il momento il travaso di classe dirigente dal Partito democratico alle forze del (fu) Terzo Polo non ha portato a un conseguente travaso di voti. A certificarlo è il sondaggista Antonio Noto secondo il quale anche l’ultimo trasferimento armi e bagagli di una trentina di eletti dem liguri, guidati dal consigliere regionale Pippo Rossetti e la consigliera comunale genovese Cristina Lodi “è più una fuoriuscita di dirigenti che non di elettori del Pd”. Poi prosegue: “Non è che Carlo Calenda abbia ricavato qualcosa dal Pd di Elly Schlein, non registriamo flussi di voti che dal Pd vanno ad Azione”. E ancora oggi Calenda si appella ai riformisti del Pd, auspicando che “trovino il coraggio di costruire un partito veramente riformista, repubblicano e liberaldemocratico” con riferimento ovviamente ad Azione.

In principio fu l’ex ministro Beppe Fioroni, che aspettò solo qualche giorno prima di fare le valigie, dopo il successo di Schlein alle primarie, e ora lavora assieme a Matteo Renzi al nuovo Centro in vista delle Europee. Poco dopo è stata la volta del senatore verbanese Enrico Borghi, anche lui accolto alla corte di Rignano, e poi Carlo Cottarelli che però si è dimesso dal Parlamento senza aderire ad altre forze mentre la siciliana Caterina Chinnici è approdata in Forza Italia e l'ex capogruppo a Palazzo Madama Andrea Marcucci si è messo a capo dei LibDem. Uno stillicidio che finora non ha portato a scossoni da un punto di vista elettorale. Secondo i sondaggi il Pd di Schlein vivacchia attorno al 20%, la metà dello storico 40% ottenuto proprio da Renzi alle Europee di nove anni fa, un po’ meglio del drammatico risultato di Enrico Letta alle ultime elezioni politiche.  

Secondo Noto “il Pd ha veramente uno zoccolo duro, intorno al 18-19 per cento. Ci sono elettori che lo votano indipendentemente dal segretario o dal posizionamento politico. È un elettorato magari critico ma che continuerà a votare il suo partito. E già stiamo al minimo, a quello zoccolo duro”. Insomma, difficile che scenda ulteriormente. Così il sondaggista commenta a LaPresse le dichiarazioni di Calenda che dice di voler intercettare, dopo i suoi dirigenti, anche i voti dei delusi del Pd. Per chi voteranno i moderati alle Europee? Secondo Noto “i moderati non esistono: votano FdI, Lega, Pd o chiunque attragga la loro curiosità. Di certo non possiamo parlare di un partito di moderati in Italia”.

Secondo il presidente di Azione in Piemonte, Osvaldo Napoli “cresciamo non solo per merito degli ufficiali o aspiranti tali, ma perché i nostri dirigenti e iscritti parlano il linguaggio della verità”. E la verità, secondo qualcuno, è che lui vorrebbe tanto candidarsi alle prossime regionali fuori dai due principali schieramenti, in una corsa solitaria a capo di una lista di Azione. Indiscrezione, tuttavia, smentita.

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